Sto preparando la pesante valigia piena di cambi accuratamente provati, catalogati e selezionati (alcuni addirittura fotografati, capirne l'effetto visivo è importante). Debbo fare la promozione per gli Oscar del mio film, Vera, candidato come miglior pellicola straniera per l'Austria. Valigia che se mi dovessero perdere a Los Angeles mi renderebbe di colpo psicologicamente devastata, persa a mia volta e addolorata. Mi sta chiamando la mia amica dj Lo che vive a Hollywood da diversi anni, una talentuosa e grintosa dj che ha sempre amato e accettato la mia parte artistica, a tratti folle e difficile da sostenere, senza mai farmi sentire giudicata. Rispondo immediatamente. “Amoreee - grida felice - quando arrivi? Vieni a cena da Vasco? Ho avvisato che arrivavi per gli Oscar e ti invita a cena nella sua casa di Los Angeles, sono felici di conoscerti”. E io: “Vasco chi? Vasco Rossi? Vita spericolata, intendi? Sally? Con una mano ti sfiori? Tu sola dentro una stanza e tutto il mondo fuori?”. E lei: “Sì ...Vasco amore!”. Mi concentro sul respiro, mi calmo e penso che la mia vita forse non è stata tutta sbagliata. Immediatamente dopo grido come una groupie esaltata degli anni ‘70 con zeppe e minigonna: "Certo che vengooo, ma scherzi? Vasco è un mito, io lo amo da sempre, è il re indiscusso, il numero uno”. E lei: “Certo, Vasco è un mito!”. Capisco che la cena è la stessa sera del mio arrivo in California, ovvero dopo quattordici ore di interminabile volo, e penso che ce la posso comunque fare a stare sveglia, d’altronde a Vasco non rinuncerei nemmeno se fossi reduce dalla guerra del Vietnam.
La mia amica Lorenza mi manda un messaggio: “Amore, da Vasco niente foto e video, questa è la regola”. Rispondo che a me va benissimo questa regola, non mi interessa tanto la foto con lui, quanto conoscerlo. Delle foto possiamo fare a meno, noi vogliamo Vasco in carne ed ossa, noi abbiamo avuto la vita spericolata sul serio, mica per scherzo, e ci meritiamo lui, altro che foto! Dj Lo (Lorenza, appunto) arriva puntualissima alla reception e siamo pronte per una nuova avventura. Guida sicura senza navigatore. Conosce perfettamente la strada per andare da Vasco, lei ci è già stata più volte. Io no, ma sapevo che un giorno l'avrei conosciuto. Sempre saputo. Arriviamo e parcheggiamo. Tira vento in California, il giorno fa caldo e la sera fa freddo. La villa appare decisamente molto bella già dall’esterno. Un ragazzo ha una lista di nomi. “Vera Gemma” - dico cercando di mostrare una certa fierezza che mi impongo quando ho bisogno di restare impressa - e lui risponde “Prego". La casa all’interno ha un vago sapore anni ‘50, non è la tipica casa pacchiana delle star di Hollywood, ha un gusto tutto particolare, molto caldo e raffinato, un sapore europeo e personale che mi colpiscono immediatamente. Nel salone c’è un buffet con affettati di ogni tipo (rarità a Los Angeles), carciofi sott'olio e focaccine varie. Tutto appare molto invitante e buonissimo, ma io sono in quella fase della vita in cui, dopo aver vinto come migliore attrice a Venezia, viaggiato per festival un anno e mezzo con il mio film, e dimostrato finalmente il mio talento di attrice, voglio solo essere magra e diventare più bella possibile per far vedere che posso essere anche strafica oltre che brava. Quindi non mangio, non bevo, non respiro. Si presenta a me la storica assistente di Vasco, Marina, ed io entro in uno stato di immediata empatia con lei. Mi dice, tra le altre cose, questa frase in inglese che mi resterà impressa per giorni: “I know what does it means to be fucking rock and roll”. E rock and roll lo è, infatti, come la casa, l'arredamento, la piscina, gli invitati, e questa serata magica che sa di positività e trionfo. Finalmente appare Vasco.
Si avvicina a noi e si complimenta con me, visto che immediatamente (non resisto) gli dico che Vera, il mio film, è candidato all'Oscar come miglior film straniero, e per questo motivo mi trovo a Los Angeles. Poi, dopo uno sguardo indagatore, lo sento sussurrare all’orecchio della mia amica Lorenza: "Ma di chi era la figlia, lei?". E Lorenza gli sussurra: “Giuliano Gemma”. Vasco mi guarda ed esclama: "Ah infatti notavo una certa somiglianza!". Ma, grazie al cielo, non sembra importargli più di tanto delle parentele, lui ti valuta per chi sei tu. Ed io rispondo: "No, mio padre era molto più bello di me. Ma io sono sexy". Vasco ride. Inizia in piscina un piccolo concerto....ci vuole un certo coraggio ad esibirsi a casa del King, infatti i due che lo fanno a turno, un ragazzo italiano ed una ragazza americana, sono bravissimi, voce e chitarra a livello piuttosto alto. Applausi. Io sono stanca e mi accascio sulla sdraio come se fossi a casa mia. Marina mi guarda divertita e le dico: “Mi sono ambientata, scusate ma sono abituata alle ville e ad una certa agiatezza". Per fortuna capisce il mio humor autoironico sebbene sia vero che sono cresciuta in ville bellissime) e ride: “Hai fatto benissimo" risponde. Nel frattempo faccio amicizia quasi con tutti i presenti, perché sono tutti cool a questa festa. Nessuno sembra recitare un ruolo, anzi, sono tutti veri e con una storia interessante da raccontare. Vasco mi guarda da lontano e mi sorride, la serata sta per volgere al termine, ma quando tutto sembra essere quasi terminato entra uno storico fotografo (non chiedetemi i nomi, io i nomi non li so e non li ricordo mai) e grida esaltato: “Veraaa, ho visto il tuo film, sei pazzesca e il film è bellissimo”. Lo sente anche Vasco e io a quel punto sono felice, soddisfatta e pronta a tornare nella realtà dei cosiddetti mediocri, o comunque di quelli che non sono Vasco.
Saluto, ringrazio tutti perché sono riconoscente di aver condiviso questa serata bellissima piena di musica nell'aria, ma non prima di ricordare a Vasco che lui è il numero uno. Può sembrare banale, ma hanno tutti timore di dire a una star “sei il numero uno!”. E invece le star hanno voglia e bisogno di questa conferma, perché chi è veramente star non lo sa, nel senso che lo è suo malgrado, ci nasce predestinato e prima o poi accade. Me ne vado con il mio passo elegante ed il mio abito lungo lasciando una scia di profumo. Dopo qualche giorno mi scrive la mitica Marina: “Ho fatto vedere la tua intervista di Belve (il programma di Francesca Fagnani) a Vasco, ti rispettiamo molto, ci piacerebbe che continuassi a venire alle nostre feste. Dopo poche ore mi appare su Instagram: “Vasco ti ha taggata in una foto”....un tuffo al cuore, lo ringrazio e lui mi risponde con un altro cuore. All'orecchio mi risuona… “e poi ci troveremo come le star, a bere del whisky al Roxy bar... o forse non ci incontreremo mai, ognuno a risolvere i suoi guai...”. Caro Vasco, i miei guai non li ho tutti risolti (soprattutto quelli psicologici), ma una cosa è certa: noi ci siamo incontrati e, anche se ancora non lo sai, non ti libererai facilmente di me. Perché chi incontra Vasco incontra la nostra storia, le nostre piccole grandi verità e io della verità, dura e pura, non posso farne a meno. Ma anche se non dovessimo incontrarci mai più… io c' ero… ti ho amato per una vita come ti amano quasi tutti e ti amerò per sempre. Grande Vasco. Forever. E grazie per avermi capita.