Nietzsche sta ancora ispirando teorie pericolose. È la posizione del filosofo Paolo Ercolani, docente all’università di Urbino e autore de Il Fatto quotidiano. Le due accusate sono il Transumanesimo e la Teoria gender. Per comprendere la qualità del discorso di Ercolani ci si può anche fermare a questo: il rispetto c’è per tutti e nessuno va discriminato, ma da qui ad avallare quelle che in altri contesti ha definito “teorie strampalate” e che paiono veri e propri monumenti ideologici all’idiozia delle masse, che rifiutano la lotta basata su teorie più solide in favore di teorie più vaghe e in grado di avallare pressocché qualunque discorso e qualunque denuncia; be’, ce ne passa. “Reputo assolutamente rispettabili le persone che non si riconoscono nella cosiddetta logica binaria, credo che debbano essere riconosciuti loro tutti i diritti che è possibili riconoscere in una società. Ma faccio il filosofo, mi occupo di ricercare la verità, e reputo che sia francamente una teoria che se è accettabile individualmente (perché ognuno è libero di sentirsi nella propria vita come meglio crede), non può essere spacciata come qualcosa che si posa su fondamenti di verità”. Sono queste le parole di Ercolani, in una intervista a Libropolis, il festival dell'editoria e del giornalismo. La Teoria gender, a prima vista, sarebbe la classica causa giusta difesa per (con) le ragioni sbagliate. È giusto non discriminare e garantire diritti. Ma è altrettanto giusto farlo per motivi validi, magari inseriti in una cornice teorica ben strutturata. Il problema, ancora una volta, è il buon vecchio e baffuto Friedrich Nietzsche, la pop star dei filosofi.
Chiedi a chiunque del grandissimo Duns Scoto e ti risponderanno “Chi?”. Chiedi a qualcuno chi sia Ernst Cassirer e la risposta sarà la stessa. Ma chiedi a chi se ne sta al bar, con gli amici, se ha mai sentito nominare Nietzsche e ti risponderanno “Certo, il filosofo” e ti faranno eco pronunciando il cognome, di solito elidendo la ‘e’. Questo già dovrebbe essere un campanello importante. Nietzsche è il filosofo più abusato al mondo. Persino il nazismo ne ha abusato, storpiandolo (si pensi solo che, diceva il mio docente di estetica a Bologna, La gaia scienza era dedicata agli apolidi, che al tempo erano proprio gli ebrei). E che dire di D’Annunzio, e del suo superomismo dilettantesco (per quanto titanico)? Bene, anche a sinistra si stuprano le sue frasi, a tal punto da prenderne ciò che ci interessa e farne l’uso ideologico che più ci aggrada. Così “non esistono fatti, ma solo interpretazioni”, diventa “io sono ciò che mi sento di essere”. Ma chiedi a un malato se sentirsi non malati sia sufficiente a non essere malati. Paolo Ercolani aveva anche trattato il caso della biologa Marie-Luise Vollbrecht, che si è vista annullata una conferenza accademica all’università Humboldt di Berlino per aver detto che i “sessi biologici son due”. Follia pura, censura, bullismo ideologico degli ignoranti. E proprio nel suo articolo Ercolani aveva parlato di “fascismo politicamente corretto”. Ha ragione.
Passiamo alla seconda teoria, meno conosciuta e più complessa da spiegare. In sostanza il Transumanesimo ci dice che l’uomo è antiquato. Ma non alla maniera di Günther Anders (altro nome che non avete mai sentito, eh?). Al contrario, l’uomo subirà una trasformazione con l’avanzare della conoscenza scientifica, sia a livello fisico che cognitivo. Ercolani, in modo sintetico: “Questa filosofia viene portata avanti anche da Steve Jobs, Bill Gates, Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg e altri. Loro sostengono che l’umanità per come la conosciamo è arrivata alla fine. Siamo arrivati a una nuova tappa evolutiva che prevederà la sparizione dell’uomo in carne e ossa, per prevedere un’evoluzione verso i cyborg, ovvero verso una contaminazione totale tra uomo e macchina”. Il filosofo di cattedra a Urbino ne aveva già parlato molto, soprattutto nella seconda parte, nel suo libro Nietzsche l’iperboreo, un volume di 400 pagine uscito per la casa editrice Il melangolo. Non esattamente il solito libretto su Nietzsche, che si pubblica giusto per accumulare titoli nella proprio bibliografia, ripetendo ad libitum qualunque cosa sia già stata detta sul filosofo tedesco (che ufficialmente tedesco non era, dal momento che rinunciò alla cittadinanza del suo Paese).
Il problema ancora una volta è il tentativo di creare una società nova e perfetta fatta di un’umanità diversa dalla nostra, terribilmente sfumata e complessa. Paolo Ercolani ci mette in guardia dalle derive ideologiche (e poi teoriche) di alcune espressioni massimaliste della nostra società, dai Social Justice Warrior (SJW) che combattono per cancellare qualunque cosa non si accordi con la loro frustrazione, ai Bill Gates che sperano nell’avvento di un essere umano 2.0; chissà, magari per sfruttarlo come ha sfruttato i suoi dipendenti alla Microsoft, ma senza che questi possano (forse) ribellarsi.