image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Il “filtro gay friendly” per
cercare casa? La trovata di Idealista
è discriminatoria, perché riduce
di otto volte la possibilità di trovarla

  • di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

3 giugno 2022

Il “filtro gay friendly” per cercare casa? La trovata di Idealista è discriminatoria, perché riduce di otto volte la possibilità di trovarla
“La libertà parte da casa” recita lo slogan della piattaforma immobiliare Idealista.it, che avrebbe voluto fornire uno strumento utile alle persone Lgbtq+ nella ricerca di una stanza in cui andare a vivere. Ma nella realtà diventa uno strumento discriminatorio, visto che riduce moltissimo la loro possibilità di scelta. E purtroppo ricorda un passato che avremmo voluto dimenticare

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Se un gay cerca casa… In principio, volendo storicamente ragionare di discriminazioni, come dire, immobiliari, si ebbe modo di scorgere un cartello nella civilissima Torino, saranno stati i primi anni Sessanta. Un biglietto che per nulla falsamente, anzi, spudoratamente precisava con cortese grafia malferma che l’offerta d’affitto non prevedeva disponibilità alcuna a ospitare “i meridionali”. Addirittura altri signori, con maggiore solerzia, pare abbiano aggiunto “e ai cani”, affinché l’intento anti-empietà sociale fosse ancor più evidente: l'obiettivo contemplava di tenere fuori gli “incivili”. Tutto vero, e lo si è detto che accadeva nella rispettabile capitale di un regno già sabaudo nei giorni in cui la Fiat cercava manodopera per le sue “Seicento”; il tempo delle valigie di cartone legate con corda e spago; stigma allora sociale e quasi razziale. Quanto invece ai non meno solerti e puntigliosi nazisti, questi, immaginando la suddivisione categoriale degli internati nei propri lager, cosa altrettanto nota, accanto alla stella gialla imposta e subito cucita sugli indumenti degli ebrei, concepirono il triangolo rosa per gli omosessuali, denominati “Rosaroter” secondo la lingua segnaletica del campo di Mauthausen, e ancora, per rendere più evidente la loro attitudine da “ragionieri dello sterminio”, un triangolo marrone per gli “zingari”, e nero infine per i cosiddetti “asociali”.

20220603 113051545 3499
Il "filtro gay friendly" come ha segnalato la pagina Instagram Aestetica Sovietica

Questa premessa è un atto dovuto per fare un po’ di storia, meglio, offrire al lettore un piccolo prontuario di semiologia necessario a fare chiarezza circa la discriminazione voluta e, in prospettiva, come vedremo nel nostro recente caso, involontaria; frutto avvelenato di una perversa catalogazione da agenzia immobiliare post-moderna, falsa accoglienza camuffata da un brand all’apparenza virtuoso. Il caso del filtro ordito in buona fede (?) da Idealista in questo senso appare davvero esemplare, sembra rivolgersi ai potenziali affittuari, quasi dicendo loro, certamente accogliendone i timori: signori proprietari, timorati di Dio e delle amate vostre suppellettili che custodite in casa tra le piantane Ikea, sappiate d’essere liberi di decidere se ospitare o meno delle “zebre”, laddove questa immagine da bestiario è bene sia letta come metaforica: omosessuali e lesbiche percepiti e subito indicati come una categoria ulteriore, forse anche “subumana”, potenzialmente  “indesiderabile”, quasi a dividere l’umano genere sotto lo stigma dell’immoralità, quasi a dire, di più, rassicurare il già menzionato proprietario di immobile: amici, sappiate ancora che qualora non voleste accogliere nei vostri pregiati vani i potenziali profanatori del “buon costume”, sentitevi tranquilli di lasciarli fuori dall’uscio, siate sereni nel declinare la firma d’ogni possibile contratto. Insomma, “froci” e “lelle” cerchino altrove; così come le “zebre” appunto. Una narrazione, in breve, che sembra confermare l’idea moralistica e fantasmatica del mondo LGBTQ+ consegnato a una dimensione orgiastica irricevibile, infernale, demoniaca, empia; sicuro e garantito condominio di Sodoma.

20220603 113212811 8758
Il "filtro gay friendly" come ha segnalato la pagina Instagram Aestetica Sovietica

Viene in mente restando in tema un gustoso e insieme grottesco racconto di Alberto Arbasino contenuto nel romanzo “Fratelli d’Italia”: parlando delle “marchette” che battevano davanti al Museo dell’arma del genio in lungotevere della Vittoria a Roma, questi vengono descritti come personcine esemplari, ossia che te li puoi portare in casa senza che tocchino il tuo accappatoio o si mettano a ballare il Cha-Cha-Cha in ciabatte uscendo dalla doccia fino a lordare il pavimento di Badedas.

Paradossalmente, il filtro immaginato da Idealista, che mostra la pretesa assurda di consegnare a quel mondo ogni genere di conforto, diventa simmetrico alla già citata immagine del triangolo rosa.

E chissà se, sempre Idealista, quel contrassegno, quel “filtro gay friendly”, concepito proprio da una delle principali piattaforme di annunci online, accanto a quello “bagno privato”, “fumatori”, “aria condizionata”, “ascensori” e “bambini ammessi”, non sia stato ispirato, suggerito anche dalla storia delle due amiche lesbiche che anni addietro, in una località marina siciliana, si ritrovarono la casa interamente messa a soqquadro, devastata, dai vicini mafiosi moralmente irreprensibili che trovavano la presenza di due ragazze lesbiche assolutamente inaccettabile per la “loro” idea di pubblica decenza. A proposito: leggo che una volta flaggata la casella, gli annunci si riducono a dismisura. Senza il “filtro omosessualità”, le stanze libere disponibili a Milano sono 2228; con il filtro le possibilità calano a 279. A Roma si passa da 3.688 a 92 annunci.

Parafrasando Primo Levi, se questo è un affittuario…

More

Bombini (attivista Lgbt): “Il Pride come l’adunata degli alpini? No, lì chi molesta viene espulso o rieducato”. E su Mahmood e Blanco: “Non si sono mai dichiarati: interessante…”

di Redazione MOW Redazione MOW

Pene delle penne nere

Bombini (attivista Lgbt): “Il Pride come l’adunata degli alpini? No, lì chi molesta viene espulso o rieducato”. E su Mahmood e Blanco: “Non si sono mai dichiarati: interessante…”

Irene Saderini: “Il Ddl Zan non andrebbe neanche commentato. Gay in MotoGP? I titoli vinti non valgono meno”

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

DDL ZAN

Irene Saderini: “Il Ddl Zan non andrebbe neanche commentato. Gay in MotoGP? I titoli vinti non valgono meno”

Vladimir Luxuria: “Dire froc*o non è libera espressione di idee. E c’è pure un’omofobia in giacca e cravatta contro il Ddl Zan, non solo quella volgare di strada”

di Redazione MOW Redazione MOW

Portabandiera arcobaleno

Vladimir Luxuria: “Dire froc*o non è libera espressione di idee. E c’è pure un’omofobia in giacca e cravatta contro il Ddl Zan, non solo quella volgare di strada”

Tag

  • Attualità

Top Stories

  • Delitto di Garlasco, ma allora Chiara è stata uccisa da Sempio? A Quarto Grado su Rete 4 i genitori di Andrea intercettati mentre parlano delle mazzette da dare al pm? E sull’omicidio Paganelli e Resinovich…

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, ma allora Chiara è stata uccisa da Sempio? A Quarto Grado su Rete 4 i genitori di Andrea intercettati mentre parlano delle mazzette da dare al pm? E sull’omicidio Paganelli e Resinovich…
  • Delitto di Garlasco, la foto di Marco Poggi in Trentino è un fake? E se nell’originale accanto al padre ci fosse stata un’altra persona? L’ipotesi dell’esperta in fotografia…

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, la foto di Marco Poggi in Trentino è un fake? E se nell’originale accanto al padre ci fosse stata un’altra persona? L’ipotesi dell’esperta in fotografia…
  • Delitto di Garlasco: ma l'avete capito perché la verità non si saprà mai? L’unico che può metterci le mani si chiama Leone XIV (e forse ci sta provando)

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: ma l'avete capito perché la verità non si saprà mai? L’unico che può metterci le mani si chiama Leone XIV (e forse ci sta provando)
  • Delitto di Garlasco: cosa (non) voleva dire l’avvocato Lovati? “Alla Bozzola guarivano pure le ragazze anoressiche”. Intanto a casa di Andrea Sempio…

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: cosa (non) voleva dire l’avvocato Lovati? “Alla Bozzola guarivano pure le ragazze anoressiche”. Intanto a casa di Andrea Sempio…
  • Quanto è bella l'intervista di Cazzullo a Sgarbi: non teme la morte, vuole dimenticare il dolore. Per questo se lo tiene stretto, anche se tutti lo hanno tradito (da Meloni a Forza Italia). Tutti tranne le donne della sua vita

    di Riccardo Canaletti

    Quanto è bella l'intervista di Cazzullo a Sgarbi: non teme la morte, vuole dimenticare il dolore. Per questo se lo tiene stretto, anche se tutti lo hanno tradito (da Meloni a Forza Italia). Tutti tranne le donne della sua vita
  • Delitto di Garlasco, Massimo Giletti e lo scaz*o con Lovati a Lo Stato delle Cose: “Non mi venite a raccontare che 20 o 30 euro sono le carte da bollo. Li ha presi tutti lei i soldi?”. A cosa è servita la generosità delle zie di Sempio?

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, Massimo Giletti e lo scaz*o con Lovati a Lo Stato delle Cose: “Non mi venite a raccontare che 20 o 30 euro sono le carte da bollo. Li ha presi tutti lei i soldi?”. A cosa è servita la generosità delle zie di Sempio?

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Paolo Rossi: “Il politically correct è peggio della censura”. La politica? “Non esiste”. La musica? “Un genere di conforto”. E ci racconta il suo Rino Gaetano

di Giulia Ciriaci

Paolo Rossi: “Il politically correct è peggio della censura”. La politica? “Non esiste”. La musica? “Un genere di conforto”. E ci racconta il suo Rino Gaetano
Next Next

Paolo Rossi: “Il politically correct è peggio della censura”....

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy