Sentito nel podcast BlackList da Domenico Arruzzolo e Emanuele Landucci, il generale Vincenzo Camporini, come aveva già fatto con MOW, torna a parlare della guerra Russia-Ucraina.
“Le prestazioni delle forze armate russe sono state largamente al di sotto delle sue aspettative [di Putin] e dei nostri timori”, esordisce seccamente.
Sulla Transnistria: “Non c’è stato un avanzamento perché le forze russe che sono stazionate in transnistria, che sono lì dal 1991, dalla fine dell’Unione Sovietica, sono in realtà delle forze che hanno un compito presidiario e non hanno una capacità operativa tale da poter essere impiegate in campo aperto. Costituiscono comunque un problema, nel senso che i pianificatori ucraini non possono ignorarle e per cui devono tenere immobilizzate delle truppe in modo tale da scongiurare anche qualche colpo di testa. Quindi si sottraggono queste forze allo sforzo principale, che è quello di contrastare l’azione russa nel Donbass”.
Sulle ripercussioni della domanda di entrare nella Nato da parte della Finlandia (e della possibilità che la Svezia faccia altrettanto): “L’ipotesi di un attacco alla Finlandia, o all’Unione Europea o a qualche Paese della Nato è assolutamente campata per aria. Era estramente improbabile prima, viste le residue capacità militari della Russia oggi è assolutamente improponibile. Quindi si tratta dell’abbaiare di Putin che vede che si sta realizzando il contrario di quello che lui auspicava”.
Sul pericolo nucleare: “Io non ho mai ritenuto possibile o probabile un qualsiasi uso dell’arma nucleare, né ovviamente di quella strategica (che di fatto solo un deterrente) né di quella tattica, che su un territorio come quello l’Ucraina avrebbe controindicazioni tali da renderla assolutamente non praticabile: è ovvio che Putin ambisce ad acquisire parti del territorio ucraino. […] Avrebbe senso buttare delle armi nucleari su un territorio di cui poi mi impossesserò? Voglio impossessarmi di una landa desolata inabitabile per decenni? Mi sembra una follia tale che neanche la mente più perversa può pensare”.
Sull’interesse per Azovstal e su cosa c’è sotto: “È un ridotto che resiste e chi resista sa che se esce è morto comunque. […] E allora io che sono lì dentro combatto fino alla morte e ne ammazzo il più possibile. […] Che volete nascondere di segreto lì sotto? Piantiamola con queste bufale”
Sulle bombe al fosforo sull’acciaieria: “Ci sono delle immagini che hanno pubblicato, […] è molto verosimile che quello che è successo è un lancio di ordigni al fosforo. Questo è quello che si può capire guardando i filmatini. Gli effetti corrispondono a quello”.
Sul perché di questa potenza di attacco contro l’acciaieria: “Politicamente non possono lasciare un nucleo di resistenza all’interno di Mariupol. È un qualche cosa che politicamente è inaccettabile per i russi. È la stessa cosa di Masada per l’impero romano. Masada dal punto di vista strategico non contava un cazzo, era assolutamente rilevante per il dominio romano della Palestina, però Roma non poteva tollerare che ci fossero mille uomini che resistevano all’autorità di Roma, è hanno fatto un assedio di 23 anni”.
Su Toni Capuozzo che ha detto che sotto Azovstal ci sia un laboratorio chimico (o resti) e decine di uomini che non sono ucraini e che non sono neanche russi, ma occidentali: “Toni Capuozzo lo conosco e conosco la sua battaglia per i due nostri fucilieri in India, meritoria, però ha preso una cantonata che non finisce più. Cosa ci farebbero? Non ha nessun senso. In realtà – conclude il generale – non c’è nulla”.
Qui sotto la puntata completa di BlackList. Camporini interviene dal minuto 26.