A due mesi esatti dall'inizio della guerra in Ucraina, continua l'offensiva russa nell'est e nel sud del Paese, così come i bombardamenti su Mariupol, dove si delinea uno scenario ormai drammatico. Ma il protrarsi del conflitto, con l'avvallo degli aiuti occidentali, ha ridimensionato, giocoforza, anche le aspettative di Putin, e fatto vacillare l'esito finale, non affatto delineato. Così, per meglio addentrarci nello scenario bellico attuale, abbiamo fatto il punto con il Generale Vincenzo Camporini. L'ex capo di Stato Maggiore si è concentrato innanzitutto sulle millantate forze russe, definite, anche da Quirico, di gran lunga superiori a quelle utilizzate: "Mi fa pensare agli otto milioni di baionette di Mussolini", ha ironizzato. Addentrandosi poi sul mancato invio tedesco di armi pesanti a Kiev, questione maldigerita da Zelensky, in aggiunta a una definizione per Biden, che accusa Mosca di genocidio. "Putin sta compiendo un crimine inaccettabile, ma non si può parlarne in questi termini", fa sapere. Senza perdere di vista le recenti minacce di Mosca indirizzate a Svezia e Finlandia per il possibile ingresso nella Nato. "Ingerenza inaccettabile...". E una chiusa su quel "fenomeno televisivo" di Alessandro Orsini.
Generale, come vede l'evolversi della guerra? L'Ucraina potrebbe davvero vincere, con gli aiuti occidentali?
Prima di tutto bisogna definire il significato di "vincere". Perché ha un valore diverso per la Russia e per l'Ucraina. Per la prima significa sbaragliare l'esercito avversario, occupare il Donbass, e poi prendersi carico della possibile resistenza esterna. L'Ucraina invece non ha necessità di sconfiggere il nemico, le basta resistere finché Putin avrà esaurito le sue risorse. E sono note le perdite subite dalla Russia: parliamo di oltre tredici mila morti, oltre sette mila dispersi, ossia ventimila unità, il 12% della forza impiegata nell'offensiva. Perdite insostenibili a lungo termine. Quindi sostengo che la partita non sia affatto definita, in nessuno dei due sensi. Per cui, chi immagina che l'Ucraina ha già perso, rimarcando l'inutile invio di armi, dice una grande fregnaccia.
Domenico Quirico sostiene però che la Russia stia usando solo un millesimo della sua forza reale. Non condivide la tesi?
Secondo analisti esperti di guerra terrestre, i russi dispongono in realtà di 240 Battlegroups, un'unità di combattimento che è formata da un migliaio di uomini con mezzi che variano a seconda della specialità. Di questi, 160 sarebbero stati impiegati nell'operazione in Ucraina, il che significa che gliene rimangono una 70ina ancora in riserva. Quindi dissento completamente da Quirico, perché sostenere che la Russia ha 900mila militari, mentre l'Ucraina ne ha soltanto 200mila, mi fa pensare agli otto milioni di baionette di Mussolini (che erano solo di propaganda).
Intanto la Germania rifiuta l'invio di armi pesanti in Ucraina, una decisione mal tollerata da Zelensky. Perché questa scelta?
La giustificazione adottata dai tedeschi è che non ne hanno abbastanza, e non possono privarsene.
È vero?
Il fatto corrisponde alle mie valutazioni sulle capacità militari della Germania odierna. Non all'altezza delle sue capacità economiche e politiche. Qualche anno fa un servizio rilevò un'immagine molto preoccupante delle capacità operative, citando la flotta dei sommergibili U212, che sono battelli di altissimo livello tecnologico, un ottimo prodotto dei cantieri tedeschi. Ebbene, sei di questi erano ormeggiati senza poter prendere il largo per problemi di manutenzione, ma anche fossero stati in grado, non c'erano equipaggi allenati per portarli in mare. Una situazione che vale anche per le altre forze armate.
Spiegazioni?
Bè, nella Germania postbellica, giustamente, fare il militare non è il massimo dell'ambizione per un giovane.
Nel frattempo Mosca ha minacciato Svezia e Finlandia sulle possibili conseguenze di un loro ingresso nella Nato. È accettabile?
Assolutamente no, anzi chiedo perché chi sostiene le buone ragioni della Russia in Ucraina non ha protestato per quest'ingerenza di un Paese negli affari di un altro Paese. Come se fosse normale la minaccia. È assolutamente scandaloso. Questi signori dovrebbero farsi un esame di coscienza, anche in Italia.
Una posizione contraddittoria...
Assolutamente, anche irrispettosa. Insomma, si sostiene che la popolazione russofona del Donbass ha diritto all'autoderminazione, e i finlandesi no? Detto ciò, Putin è partito per non rischiare un ulteriore allargamento della Nato ai confini con la Russia, e adesso si ritrova ad averne altri ancora.
Ha citato il Donbass. È lì che si gioca la partita: perché interessa tanto alla Russia?
Prima di tutto per motivi di carattere ideologico, etnico, e poi per aspetti d'altro interesse, in quanto il Donbass è una regione di grandi ricchezze minerarie, grosse capacità industriali, almeno prima delle recenti distruzioni, come la famosa acciaieria di Mariupol, che era la più grande d'Europa. A questo si aggiunge il problema dell'annessione della Crimea, un lembo di terra legato all'Ucraina, collegata invece alla Russia da un ponte costruito solamente nel 2014. Quindi risponde all'interesse strategico avere il controllo di quel territorio.
Biden accusa Putin di genocidio. Un escamotage per rifornire di armi pesanti l'Ucraina senza l'interferenza del Congresso?
Non conosco i dettagli delle istituzioni americane fino a questo punto, ma rimane il fatto che per Biden non è complicato ottenere l'appoggio del congresso per una questione simile. Anzi, semmai deve frenarlo.
Ma condivide l'espressione del presidente americano?
Le parole hanno un peso specifico. Putin sta compiendo un crimine inaccettabile, ma non corrisponde a quello che s’intende per genocidio, ossia lo sterminio di una popolazione e l'annichilimento di una cultura.
Quindi strumentalizza il senso delle parole a suo piacimento?
Certo. Ognuno usa le parole come gli pare, i politici non sono inclini a misurarle né in un senso né nell'altro.
A proposito di parole, le cito qualcuno che di parole se ne intende. Che ne pensa di Orsini e delle sue tesi?
Orsini argomenta in maniera totalmente priva di logica che non riesco a formulare un giudizio. Lo conoscevo da prima, è uno specialista di terrorismo, improvvisamente si è scoperto stratega, ma non ha le basi.
E se il suo scopo fosse racchiuso nel diventare famoso?
Non lo escludo. Sa, quando ti ritrovi sotto i riflettori, scappa "l'emozione", capita anche a me. Pensi, mi stavo godendo felicemente la pensione, ma adesso mi chiamate tutti, e io che sono particolarmente vanitoso...