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Il micropene non è (solo) una questione maschile. Ma anche femminile

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

5 settembre 2022

Il micropene non è (solo) una questione maschile. Ma anche femminile
La quinta stagione di Skam, su Netflix dal 1° settembre, ha come protagonista Elia, giovane alle prese con la problematica dell'ipoplasia peniena. Da qui, tra qualche sghignazzata social, l'hashtag #micropene è schizzato in cima ai trend topic Twitter e varie testate hanno iniziato a raccogliere testimonianze di uomini nella stessa condizione clinica del personaggio. È bene sottolineare, per una migliore visione d'insieme, come e perché la questione impatti anche sulle donne. Sia dal punto di vista fisico che psicologico. Perché?

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

#Micropene. È stato quantomeno bizzarro vedere in cinema ai trend topic Twitter questo hashtag negli ultimi giorni. La motivazione è presto detta: la serie teen Skam, la cui quinta stagione è approdata su Netflix il primo settembre, avrà proprio tale tematica al centro della narrazione: vediamo, infatti, il protagonista Elia alle prese con il tabù di cui nessun maschio, finora, avrebbe mai voluto parlare pubblicamente. L'ipoplasia peniena è una condizione clinica che non ha nulla a che fare con la percezione personale di averlo "piccolo". "Micro" significa letteralmente "micro" ed equivale a ritrovarsi in mezzo alle gambe un membro 2.5 volte inferiore alla media sia a riposo che in erezione. Ogni anno vengono eseguite circa 10mila falloplastiche, ma solo l'80 % degli uomini che vi ricorrono ne necessiterebbe davvero. Gli altri, per cliché, comprano SUV per compensare. Battute a parte, anche perché l'argomento è, tra percepito e realtà fattuale, molto serio, ci spingiamo a fare un'ulteriore considerazione: il micropene non è una questione solo ed escliusivamente maschile. Ma anche femminile. 

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Posto che non possiamo non rallegrarci del fatto che una fragilità maschile, forse quella principale, venga finalmente affrontata e discussa in una serie, specie se a target teen, ci piacerebbe evitare che l'ipoplasia peniena si limitasse a essere un trend settembrino, qualcosa da hashtaggare per mostrarsi sensibili alla tematica del mese, raccimolare follower e dimenticare. Se molte testate stanno cominciando a raccogliere testimonianze anonime di uomini che soffrono di tale problematica o che sono stati trattati, magari pure rifiutati da possibili partener sessuali, come se l'avessero, diciamo subito che questa narrazione è corretta, certo, ma tiene conto solo del 50 % della visione d'insieme. 

Per un uomo è difficile accettare di non essere, per natura, particolarmente dotato. Esistono studi scientifici, ma anche mere osservazioni fattuali che dimostrano come le dimensioni di ciò che risiede laggiù possano influenzare anche pesantamente la personalità e le interazioni con gli altri di chi non si sente all'altezza. Ora non staremo qui a fare la lista di tutte le criticità fisiche che una donna percepisce di rischiare di avere quando si ritrova nuda, esposta al cinico sguardo maschile. Anzi, invece sì, ma in breve: seno, cellulite, depilazione (ogni maschio la pensa diversamente, c'è solo da farsi il segno della croce e sperare di aver azzeccato i gusti del partner tramite telepatia o guardando le stelle nelle notti di plenilunio), polpaccioni, il sottilissimo confine tra godersi il momento dell'amplesso e essere bollata come la peggio meretrice di cui farsi beffe con gli amici. 

Se il corpo di un uomo ha un solo punto di vulnerabilità, per quanto importante, quello femminile è una battaglia navale dove l'avversario sbircia ogni mossa e sa dove colpire. Detto in altre parole: gli stronzi ci sono sempre, da entrambe le metà del cielo. Per ogni maschio che si è sentito "devirilizzato" da un rifiuto tranchant a causa delle dimensioni del suo pene, esiste almeno una fanciulla che si guarda allo specchio e pensa che forse nessuno la vorrà mai: le è stato detto che quel seno minuscolo è ripugnante. Pari e patta. 

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Un rifiuto fa male, sempre. Soprattutto se collegato a un'ipotetica "mancanza" fisica, percepita dall'altro o effettiva. Mettersi a nudo davanti a un estraneo è pur sempre un rischio, ma ce lo accolliamo tutti volentieri perché ciò che potrebbe scaturirne poi è molto, molto divertente e ripaga l'angoscia. In questo senso, dunque, siamo tutti ludopatici che non vedono l'ora della prossima scommessa. 

La questione micropenia, però, riguarda entrambi i coinvolti. Se è vero che un pene di dimensioni inferiori alla media non è necessariamente garanzia di sesso insoddisfacente (anzi, molto spesso chi "manca" in centimetri mette l'anima e soprattutto molte altre parti del corpo a compensare il disguido regalando orgasmi onirici alla controparte), un micropene è qualcosa che, per natura, difficilmente potrà essere impiegato durante un rapporto sessuale di qualunque tipo. La (o il) partner non può sapere a scatola chiusa in cosa si imbatterà e questo, al momento dello svelamento, può provocare grande imbarazzo e soprattutto non tutti hanno, hic et nunc, la prontezza di gestire questa situazione inaspettata. Da lì, nascono reazioni infelici e commenti tranchant, rifiuti e magari pure porte sbattute in faccia. Se i "difetti" femminili sono più o meno evidenti anche coi vestiti addosso, il micropene coglie di sorpresa, alla sprovvista. 

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Che fare, a quel punto? Prestarsi comunque a un tentativo di amplesso deludente per non ferire l'altro, oppure dire le cose come stanno con il maggior tatto possibile dandosela poi elegantemente a gambe? Attenzione, questo non significa che chi sia colpito da ipoplasia peniena non possa avere una vita sessuale soddisfacente: nel mondo etero, per esempio, esistono migliaia di donne che preferiscono i preliminari alla penetrazione, quindi c'è chi si è industriato da artigiano manuale della qualità selezionando anche una serie di giochini utili allo scopo del piacere femminile. Si narra che ciò funzioni fino al pieno appagamento. Di entrambi. Pero, ovvio, non con tutte. 

Come è altrettanto ovvio, però, che ognuno di noi abbia le proprie esigenze e priorità, anche dal punto di vista sessuale. È impensabile immaginare di poter ottenere rapporti soddisfacenti con chiunque, non tutti siamo fatti per tutti e l'incastro perfetto esiste, ne abbiamo le prove, in così tante varianti da non lasciare a secco potenzialmente nessuno. Uno o più niet femmminili, come anche qualche rude "manco morto" maschile non impedirà a nessuno di potersi gustare una serena vita sessuale. Alla fine, è solo una questione di "cup of tea": c'è da trovare la persona che ben si adatta ai nostri limiti (come alle nostra qualità) e che ci ami - o ci voglia - anche, se non soprattutto per quelli. È una faticaccia? Totalmente. Ma, almeno, è democraticamente distribuita. 

I più ottimisti, poi, sotengono che, alla fine, ne valga la pena. Wanna try? Tanto, per un motivo e per l'altro, molto spesso ben lungi dall'aspetto e dalla prestanza fisica, finirà comunque a schifo. Come ogni relazione che si possa considerare tale. Ma, nel frattempo, dove si balla, fottitene e balla. 

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