Nel corso di un question time nell’Aula del Senato, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha aperto un nuovo fronte con il colosso che ha inghiottito anche i principali marchi italiani: Fiat, Alfa, Lancia e Maserati. “I risultati di questi mesi ci dicono che gli incentivi finiscono in misura significativa alla grande azienda Stellantis per circa il 40%. Ma in gran parte per auto realizzate fuori dall’Italia”. Mentre “quelli sulle auto elettriche sono poco richiesti”, perché questo tipo di auto “continua a costare troppo caro in Italia”.
Che fare? Intervenendo a un convegno di Federmanager sull’Automotive, ha fatto sapere che si sta valutando “come, da subito, modificare il meccanismo degli incentivi. In modo che, di fatto, in qualche misura, favoriscano la produzione nazionale di autovetture”. Comunque la UE resta nel mirino del nostro governo, e nella fattispecie per la transizione dell’automotive. Urso sostiene che “non possiamo soggiacere alle visioni imperiali che si manifestano anche attraverso la tecnologia attraverso l’accaparramento di materie prime. A quel punto l’Italia e altri Paesi con cui condividiamo strategie potranno usare la clausola di revisione prevista, già ora, per il 2026”. Nel mentre la Lega scende in piazza con una raccolta firme contro il divieto di produzione di auto benzina e diesel dal 2035.