Niente trame alla “Succession” per la famiglia Berlusconi. Nessuna faida, nessun trabocchetto, nessuna contesa interna ed esterna. Come si dice, Silvio Berlusconi ha lasciato i conti in ordine e dopo una vita da scavezzacollo riesce nell’impresa forse più difficile per un padre di famiglia: non fare litigare i figli per l’eredità. È stato infatti reso noto che Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi hanno accettato “l’eredità del loro padre, interpretandone le ultime volontà in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità”. Niente lungaggini alla Caprotti-Esselunga o alla Del Vecchio-Luxottica. Nessun dramma familiare alla Elkann-Agnelli, dove Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo, è in causa contro i tre figli, John, Ginevra e Lapo, avuti da Alain Elkann, spalleggiata – parrebbe – dai cinque figli avuti dal conte francese e secondo marito Serge de Palhen.
È anche sì vero che nella tradizione italiana le questioni patrimoniali delle famiglie più ricche riempiono più le pagine economiche che quelle dedicate al gossip (un peccato, dato l’apprezzamento generale che ha avuto la serie televisiva “Succession”, citata in apertura); ma è anche vero che di solito, le grandi famiglie italiane, possiedono anche i giornali, per cui è difficilotto sparlottare sui proprietari. Evvabbe’, dobbiamo accontentarci delle liti sulla successione nobiliare dei Savoia o sui titoli veri o presunti del compagno di Daniela Santanché. La maggioranza delle aziende berlusconiane, come previsto e risaputo da tempo, va a Marina e Pier Silvio. Ed è stato anche raggiunto un accordo sull’immenso patrimonio immobiliare, sulle barche, sulle opere d’arte. Accettati anche i legati al fratello Paolo (cento milioni), alla moglie morganatica Marta Fascina (cento milioni) e a Marcello Dell’Utri (trenta milioni). Il nuovo corso no-trash di Mediaset inizia dal reality dell’eredità.