Dopo quella di scrittore di grande successo con Il Mondo al contrario, per il Generale Roberto Vannacci inizia oggi una nuova avventura. Come ha precisato ieri lo Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale di Divisione ha iniziato stamani un periodo di affiancamento a Roma, al fine di poter assumere l'incarico di "Capo dello Stato Maggiore del Comando Forze Operative Terrestri". Comando delle Forze terrestri che ha già un suo comandante, il Generale Camporeale e un vice comandante, il Generale Ristuccia, Comandante delle Forze Operative. L’incarico, secondo quanto si legge in una nota dell'Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, è in linea con il grado rivestito dal Generale di Divisione Roberto Vannacci. È dunque tecnicamente sbagliato parlare di “promozione” come fa l’opposizione. Come ha spiegato anche il Ministro alla Difesa, Guido Crosetto, in merito alle “pretestuose polemiche che oggi alcuni stanno provando a sollevare, sentendosi esperti di questioni e tematiche militari”, Vannacci “non è stato né promosso né retrocesso”. Lo Stato Maggiore dell'Esercito italiano, ha osservato il Ministro, “ha deciso di affidargli uno dei ruoli che gli competevano per grado, esperienza e diritto, in attesa che siano esperiti gli accertamenti previsti”. Lo scorso agosto, Crosetto aveva definito senza mezze termini quelle di Vannacci "farneticazioni personali” quelle contenute contro le minoranze nel suo libro.
Cosa c’è dietro: l’ipotesi della manovra politica
Oltre all’aspetto strettamente militare, c’è anche quello politico da tenere in considerazione. Una lettura interessante di quello che potrebbe essere uno dei possibili motivi alla base di questa decisione la fornisce Lorenzo Castellani, brillante saggista e docente della Luiss, oltre che editorialista del quotidiano Domani. “Vannacci - scrive su X - è stato spostato da un ministro di FdI ad un ruolo di pari grado ma più prestigioso e operativo per evitare che si candidasse con la Lega o con qualche altra piccola lista di destra radicale fuori dalla maggioranza attuale. Stop”. In buona sostanza: niente elezioni europee per il Generale nel 2024, né altre ipotesi di candidature in liste improbabili come Forza Nuova di Roberto Fiore (che si era proposta di candidare il Generale dopo la pubblicazione del discusso libro, anche se non sembra che Vannacci abbia mai preso in considerazione tale ipotesi). In ruolo così operativo, inoltre, il Generale-scrittore dovrà rinunciare alle sue ospitate in tv e ad eventi culturali e mondani per promuovere il suo best-seller, prima autoprodotte e poi pubblicato dalla casa editrice Il Cerchio.
Vannacci relegato alle scartoffie? La battaglia del Generale sull’Uranio impoverito
La scorsa estate, Vannacci, a seguito delle furiose polemiche sorte dopo la pubblicazione del suo saggio, era stato è stato sollevato dal comando e rimosso da capo dell'istituto geografico militare di Firenze. Quanto all’indagine interna sul Generale, Crosetto ha spiegato che “le garanzie costituzionali a tutela della persone valgono anche per i militari e nessuno può emettere giudizi sommari, sostituendosi alle norme e alle procedure previste a tutela di uno Stato di diritto che, in una democrazia, riguarda tutti - ha aggiunto il ministro Crosetto -. In questi mesi si è svolta l'inchiesta sommaria i cui esiti sono ancora in via di valutazione. In attesa di quest'ultima, evitando di attribuirgli incarichi di comando o con visibilità e/o proiezione esterna, è stato affidato al Generale Vannacci un incarico di staff, all'interno di una catena di comando ben delineata ed in linea con la sua esperienza” ha sottolineato il Ministro. C’è però un altro aspetto di cui tenere conto. Perché un Generale giovane e capace era stato messo a capo dell'istituto geografico militare di Firenze?
Come spiega Gian Micalessin su Il Giornale, dietro le polemiche, più o meno strumentali, suscitate dal suo libro, “vi era un colossale errore di fondo. Prendere un generale che dall’Afghanistan all’Iraq ha guidato le operazioni belliche più delicate del dopo-guerra e relegarlo, a soli 54 anni, tra le cartine dell’Istituto geografico militare non era una gran pensata”. Era semplicemente, osserva Micalessin, grande esperto di questioni militari. “una pretestuosa punizione per l’irruenze con cui un ufficiale aveva chiesto chiarezza sulla sindrome dell’uranio impoverito”. Molti lo dimenticano ma è il motivo - vero - per cui Vannacci, al di là delle sue discutibilissime e strampalate idee sulle minoranze, rappresenta un elemento scomodo è il suo esposto alla Procura militare e alla Procura della Repubblica sull’uso dell’uranio impoverito in Iraq sin dal 1991 circa gli oltre 7 mila militari italiani che si sarebbero ammalati di cancro a causa dei proiettili all'uranio impoverito utilizzati dalla Nato. Ancora oggi, infatti, nonostante siano stati condotti numerosi studi sulla questione, resta la polemica sugli effetti dell'esposizione all'uranio impoverito, con il ministero della Difesa italiano che nega ogni responsabilità e non riconosce la malattia come causa di servizio. Anche se fanno più presa sull’opinione pubblica le sparate del Generale sui gay e sulle minoranze, è una battaglia di cui Vannacci ha il grande merito di essersi fatto carico.