Manca ormai sempre meno all Q-Day, ovvero l’inizio delle votazioni per scegliere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Mentre tutti si sentono, pur non essendolo, kingmaker la data di lunedi 24 si avvicina sempre tra positività al Covid, polemiche sulla lettura dei nomi e i soliti giochi di palazzo. Le voci, come ad ogni votazione, corrono tra stanze romane e chat di messaggistica. E se i bookmakers sono costretti ogni giorno ad aggiornare le quotazioni, anche tra gli stessi attori protagonisti la rincorsa è a “bruciare” meglio il nome dell’altro.
Da venerdì, però, il nome su cui tutti discutono (ma solo di facciata) è uno e solo uno: Silvio Berlusconi. Il Covid è scomparso dai titoli dei giornali, nei pastoni quirinalizi dei tg le dichiarazioni sull’eventuale elezione del Cav tirano più di qualsiasi altra elucubrazione politica, “l’Operazione Scoiattolo” fa parlare e fa anche riunire movimenti di un passato che sembrava lontano. Come nel 2009, infatti, il Popolo Viola si è nuovamente mobilitato contro l’ipotesi Berlusconi al Quirinale. Nove anni dopo l’ultimo presidio dell’agosto 2013, fatto in concomitanza con sentenza riguardante il processo Mediaset, il movimento spontaneo è tornato. Lo scorso 4 gennaio in Piazza Santi Apostoli a Roma, Gianfranco Mascia e il Popolo Viola sono scesi in Piazza con lo slogan “Il Quirinale non è un Bunga Bunga”. Proprio per questo abbiamo intervistato Mascia, uno dei fondatori del movimento di viola colorato.
Dopo nove anni dall’ultima grande manifestazione, il Popolo Viola è tornato: ma chi siete e chi eravate?
L’ultimo dei miei pensieri era quello di ricontattare gli amici con il quale avevamo fatto il Popolo Viola. Il nostro era un movimento non movimento, capace di organizzarsi tramite Facebook quando questo social non era visto come qualcosa di buono. Usammo questa rete creando la pagina “Una manifestazione nazionale per le dimissioni di Berlusconi” che poi è cresciuta nei mesi tanto da far nascere i vari gruppi locali, ma senza alcun statuto. Adesso si direbbe una cosa liquida, parlavamo di l’intelligenza collettiva, trasversale, che si ribellava quando c’era necessità. È tipico dei movimenti, poi, c’è un momento di latenza e uno di presenza, noi siamo stati in latenza per 9 anni. Sono ecologista, prima di Berlusconi al Quirinale, la mia preoccupazione era il cambiamento climatico.
Ora però è tornata fuori la vena antiberlusconiana…
Non è una vena antiberlusconiana, è una vena pro-istituzioni. In difesa delle istituzioni siamo tornati in presenza, ci mancano però 3 o 4 zeri per tornare alle origini, ma ci sono tante espressioni della società civile che si presentano quando è necessario ed ora è questa la priorità.Mi ha chiamato la tv tedesca oggi, i giornali austriaci sono usciti con le foto del presidio “Bunga Bunga” perché non riescono a capire cosa stia succedendo e nemmeno noi. Come è possibile che si continui a ipotizzare la candidatura di uno come Berlusconi quando il Presidente della Repubblica dovrebbe rappresentare tutti gli italiani ed essere super partes. La Meloni parla di un patriota per quel ruolo, lui è tutto fuorché un patriota.
Nei giorni scorsi avete detto di voler portare in Procura Berlusconi per il metodo con cui sta convincendo i grandi elettori a votarlo…
È veramente deprimente, non riesco a spiegarlo neanche a mio figlio. In realtà adesso siamo concentrati nell’organizzare una iniziativa per domenica 23. Un presidio a Roma in Piazza dell’esquilino ed in altre città, con inizio alle 14 e fine alle 23 per ribadire che non ci meritiamo Berlusconi come Presidente della Repubblica.
E poi, cosa succederà nella settimana del voto?
Ci saranno iniziative in giro per l’Italia, ci organizzeremo in funzione del voto. Soprattutto se vediamo che dalla quarta votazione c’è la minima possibilità che Fico debba leggere Silvio Berlusconi. Tra l’altro proprio Fico ha detto parole importanti ovvero sarà super partes e non vorrà lasciarsi andare agli inghippi dei berlusconiani per capire da dove viene il voto. In più, ci sono più di trecento donne tra le grandi elettrici. Chiediamo un sussulto di orgoglio per non pensare neanche all’idea di votare Berlusconi per quanto ha svilito il ruolo della donna negli anni. E da uomo mi vergogno…
Chi vorrebbe come Presidente?
Mi piacerebbe una figura femminile, per la prima volta nella storia, è caratteristica delle donne quella di essere super partes e pensare al bene comune.
Con che auspicio ci lasciamo?
L’auspicio è che si riporti la discussione in termini alti e istituzionali, il Presidente della Repubblica deve rappresentare tutti e non interessi personali, di sue aziende, di suoi vicini o del suo partito. È il contrario di ciò che rappresenta Berlusconi e di ciò che ha rappresentato negli anni.