Si chiama Federico Palmaroli, è un impiegato ma anche il padre de “Le più belle frasi di Osho”, il fenomeno del web capace di racimolare, nel giro di pochissimo tempo, oltre un milione di seguaci su Facebook. Il successo della pagina, sbarcata con fortuna anche su Instagram e Twitter, gli ha aperto, di riflesso, anche le porte degli ambienti istituzionali e della televisione. Abbandonati i panni del santone indiano, per via di un contenzioso legale sull'uso del nome, l'autore ha virato sull'attualità, calcando la mano sulla politica, e inventando dal nulla un nuovo modo di fare satira. Ad oggi Palmaroli spopola con una vignetta quotidiana sulla prima pagina del Tempo e un paio per Porta a Porta, dove ogni sera diverte migliaia di spettatori con le sue freddure sui fatti del giorno.
Il vignettista, romano de Roma e laziale nel core, “i romani sono simpatici, i laziali meno”, anticipo, prendendolo in contropiede (“Partiamo male!”, rilancia ridendo), si confessa nella nostra intervista, strappandoci una riflessione e una risata.
Federico Palmaroli, romano de Roma, cresciuto a Roma Nord, praticamente in Vietnam, per dirla alla Castellitto (figlio)…
(ride) Io non sono nato a Roma Nord, ma a Monteverde, ho girato anche abbastanza per quartieri, anche se buona parte della mia vita l'ho vissuta sicuramente a Roma Nord, in quel quadrante. Ci vivo, ma non sono un tipico esemplare della zona.
Quindi la rivalità tra Roma Nord e Roma Sud non la senti?
Non la sento perché ho girato, come dicevo, e ho amicizie un po' ovunque, anche se gran parte sono condensate a Roma Nord.
Da bambino avevi già questa vena comica?
Sì, ero pure vivace, anche se la vena comica non combacia sempre con la vivacità. Da ragazzetto ero un po’ il giullare, ma non esattamente il tipo da villaggio vacanze, ecco.
Per via della tua esuberanza eri simpatico o no ai professori?
Devo dire che i professori non hanno mai avuto una particolare simpatia per me, non so se per questo motivo, anche se fare qualche battuta glaciale può aver contribuito eh. Di sicuro non sono mai stato il cocchetto dei prof.
La tua pagina social si chiama “Le più belle frasi di Osho”, ma Osho è sparito dai radar…
È sparito dai radar perché non posso più usarlo, è rimasto solo come soprannome. Al momento non sarebbe nemmeno più attuale come caricatura, anche se mi piacerebbe riutilizzarlo, almeno ogni tanto. È anche vero che ormai il pubblico si è abituato ad altro. D'altra parte la satira politica, essendo legata all'attualità, non passa mai di moda.
Quindi l’ispirazione per le vignette viene dall’attualità?
Veramente no, guardo il tuo profilo social (ride)
Ecco perché ritrovo le mie battute paro paro su Osho!
Vabbè rispondo seriamente. Per forza, no? Sicuramente l’ispirazione prende a piene mani dall’attualità, sempre riciclata in chiave ironica, con un gioco di parole, un paradosso, e una battuta fulminante in romanesco.
Diciamolo, il romanesco ti ha aiutato molto.
Sicuramente. Un’espressione detta in romanesco diventa di fatto una battuta.
Amo molto il dialetto romano, anche se ne ho criticato l’abuso in Zerocalcare.
In realtà credo che l’incomprensione per Zerocalcare non sia data tanto dal dialetto, ma dal fatto che lui si mangi un po’ le parole, e questo può creare difficoltà nella comprensione. Onestamente io problemi non ne ho avuti.
E ci credo. Come direbbero dalle parti tue, sei de Roma oh.
Non c’entra. Siamo onesti, non credo che il romanesco sia uno slang criptico. Io provo comunque a renderlo il più comprensibile possibile.
Dimmi la verità, qualche politico si è risentito per le tue battute?
Finora nessuno. Forse sarebbe successo ai tempi della Prima Repubblica, adesso c’è una sorta di abitudine alla satira. Alla fine, tra tutto quello che gli scrivono contro, le mie battute, anche se hanno una cassa di risonanza più ampia, sono le cose più leggere che leggono.
Invece il politico che attualmente ti regala maggior soddisfazione?
Al momento non ce ne sono, più il Papa, che è sempre divertente da trattare.
Infatti scherzi molto anche sul credo religioso. Non ti poni limiti.
No, faccio battute su tutto, anche parodie sul presepe. Se il tema è sacrale, più lo banalizzi e più fa ridere. La politica si è già banalizzata da sola.
Via il dente, via il dolore. Con Scanzi, che ti ha dato del fascio, bloccandoti pure sui social, alla fine hai fatto pace?
No macché, figurati. Lui ha questa pagina, che non credo gestisca da solo, dove blocca praticamente tutte le voci contrarie alle sue uscite. Quando mi ha attaccato, quella volta, non mi ha dato neanche il tempo di rispondere. Scanzi pare avere una sindrome di megalomania e incensamento che ha del patologico, al posto suo mi farei vedere da uno bravo.
La simpatia per la Meloni però è vera.
Sì, al di là delle idee politiche, è sicuramente una delle persone più simpatiche che conosca.
Quindi è solo un feeling personale, non politico?
Le mie idee sono vicine alle sue, questo si sa, ma non avrei problemi a dire che mi sta "sui coglioni" come persona. Com’è anche vero che tanti deputati di sinistra, che conosco personalmente, sono persone squisite. Per tanti invece è difficile scindere la persona dal politico.
Il Fatto Quotidiano ha lanciato una petizione contro Berlusconi al Colle, lo sapevi?
Sì lo sapevo, la loro sottoscrizione è normale, è una vita che ce l'hanno con lui.
La sua corsa al Quirinale ti sembra una suggestione?
Alla fine credo che Berlusconi non verrà eletto, ma di fatto è il nome più naturale per il centrodestra. Questa candidatura, dal mio punto di vista, ossia della satira, è meravigliosa. Magari succedesse!
Renzi ti piace o no?
La verità... Renzi sul personale non l’ho mai inquadrato. Sicuramente, dal punto di vista politico, ti può far rosicare. Insomma, un po’ come quando Totti giocava nella Roma e la tifoseria avversaria lo detestava perché era quello capace. Renzi è un po’ così, politicamente è un fenomeno, uno dei pochi politici, nel vero senso del termine.
Parlando di Totti, da laziale rosicavi?
È normale, se c'è un giocatore forte in una squadra... Come De Rossi, che mi è anche più simpatico di Totti. Sono quei giocatori simbolo che fanno bene alle tifoserie.
Qual è invece la vignetta più fortunata di sempre?
Diciamo tutte quelle riguardanti la crisi del governo gialloverde, di fatto l’ultima stagione veramente politica. In fondo era come una storia d’amore che si chiudeva da due parti diverse. Una questione che ha appassionato un po’ tutti, anche per questo.
Come capisci se le tue battute funzioneranno?
Ormai ho intuito cosa funziona su un social piuttosto che un altro, non tutte possono andare allo stesso modo, ma direi che me la cavo.
Direi. Quanto tempo impieghi invece per ogni vignetta?
Alcune, centrate su un tema specifico e richiesto, prendono più tempo, se vado invece a ruota libera e a sensazione, le posso fare anche in un minuto. L’ispirazione la cerco per strada, non a tavolino.
Da poco è uscito anche il tuo nuovo libro, “Carcola che ve sfonno”, con Draghi che campeggia in copertina. Lui ti ha dato soddisfazione?
Pochissima, perché è un personaggio troppo sulle sue, compare poco e parla poco, non fa gaffe. La copertina è fantastica, ma per il resto...
Conte era meglio?
Eh sì, si prestava di più.
Draghi al Colle o meglio che resti al Governo?
Dal mio punto di vista, quello della comicità, spero in Draghi al Colle per andare al voto e tornare al governo politico, così da vederli litigare come e più di prima. In realtà credo che Draghi resterà a Palazzo Chigi, anche se tutto è aperto fino alla fine.
Tornando ai tuoi progetti, a breve uscirà anche una serie su Rai Play.
Sì, a febbraio dovrebbe uscire questa serie che porterà alla luce il personaggio che avevo creato all'epoca, quindi proprio Osho, un santone di periferia romana che improvvisamente diventa una guida spirituale per la città e poi per tutta la nazione.
Osho romano cosa direbbe dei Måneskin?
E che direbbe... In realtà è una cosa strana. Sono romani ma in loro c'è poca romanità. Li vedo più come una band internazionale. I musicisti romani sono tanti, ma hanno uno stile completamente diverso da loro.
Da Porta a Porta alla serie Rai, sei super corteggiato dalla TV, molleresti i social per la televisione?
Sono due cose che possono viaggiare di pari passo. I social non li mollo perché dai social sono partito, e quindi ho anche un debito di riconoscenza per quel mondo, e spesso, anche se sono libero da impegni televisivi o di giornali, penso di pubblicare comunque qualcosa, perché non mi piace pensare che la gente non trovi una mia battuta.
Non tergiversiamo... le fan ti hanno mai inviato messaggi spinti?
(ride) Sì, ma non lo dico. Diciamo che ci sono donne abbastanza spregiudicate, ma io non ho più trent’anni.
Quindi dopo i 40 è finita?
Non esageriamo, ma sono in un’altra fase della mia vita, questo sì.
Possiamo dire però che l'ironia è la tua arma vincente con le donne?
È la mia unica arma! (ride)
Invece una richiesta curiosa, sempre da parte dei fan?
Capita che mandino dei suggerimenti di vignette, con delle cavolate incredibili che mi stupiscono.
Tu invece di cosa ridi?
Poche cose mi fanno davvero ridere. Ad esempio le parodie, e poi che so... Nino Frassica: fantastico.
Mito assoluto, condivido. La satira è ormai il tuo secondo lavoro. Alla fine la tua famiglia ha capito Osho che mestiere fa?
Diciamo di sì, mia mamma mi segue dappertutto, guarda tutte le mie apparizioni. Sapeva già prima cosa facevo eh, ma adesso ancora di più. Si legge pure tutte le interviste, anche quelle di cui non do notizia.
Allora anche questa, grazie mamma di Palmaroli! Invece se Osho romano leggesse quest’intervista… direbbe?
Oh, e finalmente m’avete intervistato!