Fare chiarezza sulla questione del prezzo del carburante e sul problema delle accise, tema che sta intasando i canali informativi in questi ultimi giorni, è molto difficile, forse troppo. A questo proposito Emiliano Perruca ha scelto di parlarne con il giornalista esperto del settore automotive Gianluigi Giannetti. Il primo aspetto da chiarire, in modo molto sintetico, è spiegare come si arrivi al prezzo finale della benzina: «Il prezzo della benzina è fatto di tre elementi: il costo della materia prima, le tasse e poi il guadagno del venditore. Ma in realtà c’è un altro pezzo in questa catena viziosa in cui cadiamo tutti». Questo pezzo mancante riguarda quello che chiamiamo “speculazione”. «Ci sono degli operatori internazionali che comprano grandi quantità di benzina e gasolio, e poi lo tengono letteralmente fermo fino a che il prezzo aumenta. Ecco, questi grandi operatori intermedi sono quelli contro cui tutti i governi europei si sono scagliati molte volte. Perché? Perché non possiamo controllarli. Questi operatori sono gli stessi che tengono petroliere con decine e decine di migliaia di litri di benzina e gasolio già raffinati, letteralmente al porto, aspettando che il prezzo diventi conveniente per far sbarcare le petroliere». Questo mercato totalmente libero non ha eguali e risulta essere molto problematico: «Noi viviamo in un mondo in cui anche il trading che uno fa a casa viene disciplinato in maniera molto seria. Ecco, abituiamoci a pensare che la benzina e il gasolio non lo sono. È un vero Far West».
Anche le toppe del governo sembrano non bastare: «L’ultima misura prevista dal governo prevedente per esempio che il distributore non solo indichi quello che è il prezzo applicato, ma anche il prezzo nazionale. È una sfumatura, ma non tanto. Il problema è che il prezzo della benzina e del gasolio in Italia, e in generale nel sud dell’Europa, è incontrollabile». Ma allora non c’è soluzione? Per Giannetti il cambio di rotta deve essere radicale: «Il modo per gestire il mercato dei carburanti è quello di ripensare completamente il mercato. Chi si è occupato di questo argomento scopre una catena immensa di intermediari, che hanno spesso e volentieri sede in paradisi fiscali, che trattano immense quantità di carburanti sulla carta, e che non sono assolutamente neppure tassabili in Italia o in Unione Europea. Molto del carburante che noi compriamo è in realtà passato di mano a degli operatori intermedi, che non pagano le tasse. Noi paghiamo le tasse per loro. È un mercato nato così. Adesso che siamo più che mai in una crisi energetica, vediamo quali sono i risultati». Per iniziare sarà necessario un intervento dell’Europa: «Serve una borsa europea per l’energia, e una borsa europea dei carburanti. Che non c’è. Nessuno si è preoccupato di farlo. […] Sai cos’è il Pnrr? Secondo te c’ una riga di quel piano che parla di carburanti e gestione dei prezzi dei carburanti per i consumatori, cioè per noi? Meno di zero. Forse perché qualcuno ha deciso che il nostro futuro è necessariamente elettrico? Però dovrei anche dirti che quei programmi non solo non riguardano il prezzo dei carburanti benzina e diesel, ma neanche il prezzo dell’energia elettrica. Siamo completamente senza regole e senza tutela».