Ma Giorgia Meloni ha mai detto che voleva tagliare le accise sulla benzina? È la domanda che sta girando in queste ore, tra video diffusi in auto, davanti al benzinaio, e smentite sulla pagine Twitter ufficiale della premier. Chi sta mentendo? Il prezzo al litro della benzina dipende per il 58% da un’imposta fissa, con relativa Iva, che si aggiunge al prezzo di mercato deciso dai fornitori. Ora che il taglio deciso da Mario Draghi a marzo 2022 non è stato rinnovato, i prezzi tornano a salire e la colpa sta ricadendo sul governo? Ma è vero? Sì e no. Da un lato l’aumento dei prezzi della benzina non è altro che l’effetto del mancato rinnovamento del taglio alle accise della scorsa primavera. Il prezzo sarebbe tornato a prima di marzo e non sarebbe realmente aumentato, se non rispetto agli ultimi mesi, in cui il prezzo è stato però più contenuto per scelte contingenti ed eccezionali.
Dall’altro lato, la scelta di non rinnovare la decisione di Draghi è una decisione di questo governo e il cortocircuito nell’argomentazione di Giorgia Meloni, che sostiene che si doveva scegliere tra aumento degli investimenti in sanità e questo, sembra non poter mascherare il tradimento di una promessa. Come notato da Peter Gomez, la Meloni mente quando sostiene di non aver mai promesso una riduzione delle accise durante la campagna elettorale. Nel programma elettorale pubblicato da Fratelli d’Italia, infatti, al punto 17, si parla di «automatica riduzione di Iva e accise». Impossibile negarlo. Ma non finisce qui. Senza contare il video, del 2019 stando a quanto afferma la Meloni, in cui la leader di Fratelli d’Italia dice di voler ridurre Iva e accise. Un leitmotiv, insomma, su cui è impossibile sviare.
Anche volendo ammettere che il governo Meloni abbia optato per il male minore, e perdonandogli la promessa mancata della riduzione delle accise, non si può tuttavia non notare che lo sconto sull’imposta sul carburante abbia subito un leggero cambiamento (leggero, si fa per dire…) anche prima della fine dell’anno. La riduzione prevista dal governo Draghi era infatti di 25 centesimi e Giorgia Meloni, come ricorda Pagelle Politiche, aveva confermato il 10 novembre che il taglio sarebbe stato mantenuto fino al 31 dicembre. Tuttavia, undici giorni dopo il governo fa marcia indietro e sceglie di ridimensionare la decisione, portando lo sconto da 25 centesimi a 15. Quindi il presidente non solo avrebbe detto una bugia, ma avrebbe anche fatto il contrario. La promessa elettorale arrivava infatti nel periodo in cui ancora vigeva il taglio proposto dal governo Draghi, e il nuovo governo, una volta insediato, avrebbe quantomeno potuto lasciare tutto invariato, pur sapendo che a gennaio non avrebbe rinnovato la riduzione. Nel video si sentivano i rumori dei graffi sugli specchi, ma il “dolo” sembra essere, oltre alla plateale presa in giro, l’omissione di questo piccolo particolare. Vedremo come Giorgia deciderà di recuperare.