È la politica ad avere un problema etico, o è l’etica ad avere un problema politico? Mi spiego. L’inchiesta “Pandora”, che sta terremotando i vertici della politica siciliana, e sta facendo dibattere e discutere – soprattutto data la vicinanza delle elezioni europee – è uno dei perfetti esempi del delirio siculo-italiano. Il Gip ha sospeso per un anno Luca Sammartino, esponente di spicco della Lega in Sicilia, che si è dimesso da vicepresidente della regione Sicilia e da assessore all’Agricoltura, restando comunque deputato regionale. Di altre misure cautelari sono stati oggetto il sindaco di Tremestieri Etneo (in provincia di Catania) Santi Rando, arrestato; Pietro Alfio Cosentino, arrestato poiché ritenuto dagli inquirenti un intermediario del clan Santapaola-Ercolano. Più un’altra decina tra politici e imprenditori raggiunti da misure cautelari. L’inchiesta "Pandora", e qui comincia il giramento di testa, risale ai tempi in cui Sammartino – questa è l’accusa – si mise d’accordo con il farmacista Mario Ronsisvalle, promettendogli di non dare il permesso all’apertura di altre farmacie nel comune di Tremestieri, chiedendo in cambio l’appoggio elettorale, alle europee del 2020, Caterina Chinnici (estranea all’indagine), magistrato, figlia del magistrato ucciso dalla mafia Rocco Chinnici, eletta poi nelle file del Pd e infine passata a Forza Italia. Al Partito Democratico apparteneva Luca Sammartino prima di passare a Italia Viva di Matteo Renzi e successivamente con la Lega, di cui adesso è uno dei maggiori apportatori di voti e uno dei massimi rappresentanti con la sua (ormai ex) vicepresidenza della Regione accanto a Renato Schifani (una maggioranza, quella siciliana, bisogna dirlo, assai litigiosa al suo interno). Ecco, solo a riassumere i passaggi dell’inchiesta "Pandora" non solo si crea nella mente un – salutare – vortice di sigle, partiti, collusioni, mafia, antimafia (un delirio, appunto, ma reale, realissimo) ma ci fa anche porre una domanda: è la politica ad avere una questione etica o è l’etica ad avere una questione politica?
Luca Sammartino, con il suo carico di voti, è sempre stato corteggiatissimo (per quanto, bisogna dirlo, chiacchieratissimo) da tutte le forze politiche. Questa potenza elettorale gli ha permesso di transitare dove ha voluto, sempre accolto a braccia aperte, nonostante i mormorìi di chi si era dato anima e corpo a un partito e si vedeva all’improvviso scavalcato dal nuovo venuto: ma la democrazia e fatta di voti. Adesso, la questione è: dando per scontato che in democrazia si deve essere liberissimi di cambiare idea e voti, è possibile che i voti di Luca Sammartino siano sempre transitati insieme a lui dall’Udc, al Pd, a Italia Viva, alla Lega? Perché le cose sono due: o Sammartino è più bravo di Giucas Casella a ipnotizzare il suo elettorale (un paio di decina di migliaia di voti), oppure a nessuno gliene importa nulla e dei programmi elettorali e delle idee politiche e quindi l’etica non solo ha un problema politico, ma ce l’ha anche bello grosso. Quando i quotidiani di punta si indignano per i voti di scambio (ossia favori in cambio di voti) non sono forse gli stessi quotidiani che raccontano serenamente gli scambi di posti di sottogoverno tra i partiti come fosse una cosa normale? Quel partito si prende due membri della vigilanza Rai in cambio quell’altro si prende la direzione di un museo e un paio di teatri. Io non riesco a capire la differenza. Adesso se l’etica ha questo problema politico e tutta la politica è un grande immenso mellifluo e ipocrita scambio di favori e potere, in un’isola come la Sicilia è possibile fare politica restando al di fuori – consapevolmente o inconsapevolmente - di scambi con persone vicine alla mafia? I mafiosi, a quanto mi risulta, votano. Diciamo che più di una questione morale è una questione statistica: governa chi prende più voti. Insomma, la morale che c’entra? E allora come si fa? Restanda indubbia la fiducia nella magistratura, di una cosa sono sicuro: la democrazia non ha un problema con la morale, è la morale che ha un problema con la democrazia.