Dietrologia. Dice la Treccani: “Nel linguaggio politico e giornalistico indica, con intonazione polemica, la tendenza, propria dei cosiddetti dietrologi, ad assegnare ai fatti della vita pubblica cause diverse da quelle dichiarate o apparenti, ipotizzando spesso motivazioni segrete, con la pretesa di conoscere ciò che effettivamente «sta dietro» a ogni singolo evento”. Perché mai non dovremmo fidarci della Treccani? Avessero chiesto a me, a un me che non sapesse, Treccani o non Treccani, cosa si intendesse per dietrologia, magari, avrei fatto una qualche battuta sciocca sul didietro, il culo, perché spesso la dietrologia si ritrova, magari senza volerlo, a sgamare chi ha la faccia come il culo, ma dietrologia è ormai canonizzata come quella roba lì, tocca fidarsi. Ma prima di procedere nella lettura, sappiate che abbiamo già previsato qui quanto avvenuto.
Per dire, se io adesso volessi supporre che un post fatto sei giorni fa da Warner Music Italia, sui propri profili social, un post che recita, letterale, “Oggi abbiamo avuto il piacere di consegnare ad Amadeus un ricordo dei brani certificati FIMI dei nostri artisti che hanno partecipato alle ultime edizioni di Sanremo”, con tanto di ringraziamento e tag finale “Grazie Amadeus per aver condiviso con noi questi anni d’oro e di platino!”. Battutona, ecco, se volessi supporre che un post fatto sei giorni fa da Warner Music Italia, sui profili social, ci dica qualcosa di allarmante, verrei accusato di dietrologia. Perché se la cosa a mio modo di vedere allarmante fosse che sì, è vero, Amadeus negli anni ha dato lustro a tanti artisti Warner, ma mai come quest’anno, dodici artisti tra i trenta presenti nel cast del Festival della Canzone Italiana di Sanremo numero settantaquattro, meglio noto come l’Amadeus V, cinque dei quali, guarda il caso, in ordine Angelina Mango, Geolier, Annalisa, Irama e Ghali, piazzatisi ai primi cinque posti, un exploit pazzesco, tanto più se si tiene conto che fino a poco tempo fa, diciamo pure fino all’arrivo del nuovo presidentissimo Pico Cibelli, Pico Cibelli che si è portato dietro mezza Sony, a partire dal suo braccio destro Gianluca Guido, e a seguire parte del cast, Geolier caso eclatante, in tal senso, tanto più se si tiene conto, dicevo, che fino a poco tempo fa alla Warner non se la cagava praticamente nessuno, più piccola delle major, ma di quel piccolo che, che so?, volendo cercare un paragone non ti viene altro che citare il campionato di calcio scozzese, Universal e Sony a fare il Celtic e i Glasgow Rangers, la Warner a fare il Dundee United, ecco, dicevo, Amadeus ha sì dato negli anni lustro agli artisti della Warner Music Italia, ma mai come quest’anno, campione su tutti i fronti, e il fatto che di lì a qualche minuto da quel post, il post è di una settimana fa, ecco l’annuncio che Amadeus, scoop, lascia la Rai, Rai con la quale ha sbancato a Sanremo, certo, ma anche rilanciato in maniera violenta il preserale, Affari tuoi tornato ai fasti del passato, e ha lasciato la Rai, scoop, per andare proprio alla Nove, dieci milioni di euri l’anno, sui cento milioni invece l’investimento complessivo, beh, tutto questo sembra allarmante quanto sospetto. La Nove, infatti, è noto, ed è noto da che alla Nove è passato Fabio Fazio, pochi mesi fa, per altro portandosi via non solo il suo programma, Che tempo che fa, ma anche il suo pubblico, quello fidelizzato con Che tempo che fa, andando a fottere, letteralmente, la prima serata al servizio pubblico, la Nove è di proprietà della Warner, colosso che ha tra le sue divisioni, toh, proprio la Warner Musci Italia.
Volessi ora lasciarmi andare a dietrologie, magari abbandonando questo abuso di relative che vi ha accompagnato fin qui, potrei serenamente ipotizzare che l’ingaggio amadeusiano da parte della Warner è una sorta di "premio aziendale" per chi, negli anni, ha appunto riempito di dischi d’oro e di platino l’azienda, chiamando gli artisti al Festival, Festival che nel mentre, proprio per l’apporto di artisti da classifica, amati dai giovani, ha ripreso a pesare come non succedeva dai tempi in cui a vincere c’era gente come Domenico Modugno o Bobby Solo, come dire: tu ci fai fare cassa e noi ti ripaghiamo riempiendoti d’oro e dandoti ulteriore spazio, la notizia che a breve la Nove si papperà anche il brand X Factor, regalando quindi a Amadeus un nuovo giocherello con cui fare sfaceli in musica, X Factor, anche ora che è ancora in Sky è passata da una gestione decennale da parte di Sony proprio alla Warner, vedi a fare dietrologie.
Oppure, altra dietrologia possibile, il contrario, siccome Amadeus aveva deciso di volersene andare seguendo la scia di Fazio, certo, assai diverso da lui come caratteristiche e spessore, la scusa della politica impicciona e dittatoriale a uso e consumo di entrambi, bella maschera da indossare mentre si passa alla cassa, ecco che decide di dare ampio spazio a artisti Warner, costruendo un cast su misura per la major di Piazza Repubblica, e andando a consolidare in anticipo la sua prossima azienda. Che il tutto passi per Instagram, social il cui ingresso di Amadeus aveva avuto per palco proprio quello dell’Ariston, tutti ricorderete le polemiche per l’account aperto per lui direttamente dall’ormai impresentabile Chiara Ferragni, medesimo luogo scelto proprio da Amadeus per salutare Rai e spettatori, beh, rende il tutto ancora più saporito. Torniamo quindi al punto di partenza, a pensar male ci si azzecca sempre, diceva non certo uno con la coscienza pulitissima, e la dietrologia se può spesso costruire ex post architetture del tutto di fantasia, a volte indica una realtà evidente che solo una faccia come il culo può arrivare a architettare.