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INCREDIBILE! FEDEZ la pensa come MOW: "Le ribellioni al Potere si fanno con il fuoco, non con i fiorellini in bocca". Certo, poi lui ci mette il carico su Cuore Nero ("Gli Davo Fuoco") e la destra lo attacca. Ma sul resto...

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

  • Foto Ansa

1 ottobre 2025

INCREDIBILE! FEDEZ la pensa come MOW: "Le ribellioni al Potere si fanno con il fuoco, non con i fiorellini in bocca". Certo, poi lui ci mette il carico su Cuore Nero  ("Gli Davo Fuoco") e la destra lo attacca. Ma sul resto...
“Un movimento, per cambiare, deve essere violento”, risponde così Fedez, durante l’ultima puntata del suo podcast “Pulp”, a un attivista di “Ultima Generazione”, il movimento pacifista. E ricorda di quando con i suoi compagni incendiarono “Cuore Nero”, un centro sociale di destra. Su instagram lo attaccano ma il concetto non fa na piega. Tant'è che già da giorni siamo gli unici a dirlo: mai esistita una ribellione tutta fuori e danze...

Foto Ansa

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Minchia! Fedez  fa il rapper, si scopre che la pensa come noi, e nonostante sia stato recentemente ospite su una barca insieme a Ignazio La Russa se ne fotte e butta sul tavolo e nel microfono come la pensa, fuori dai denti come se la rappasse. E’ successo nell’ultima puntata del suo podcast, "Pulp", in cui un attivista del movimento “Ultima Generazione” ha pronunciato quelle paroline che a molti stanno iniziando a sembrare fuffa: “Siamo un movimento non violento”. Al che Fedez è esploso: “Vedi, anche lì sbagliate, cazzo! Ma un movimento per cambiare le cose… violenti dovete essere… le bombe! Io quando andavo nei centri sociali gli davamo fuoco! Apriva un centro sociale di destra? Gli davamo fuoco. Quando ha aperto Cuore Nero siamo andati a dargli fuoco. Risultato ottenuto? Abbiamo chiuso Cuone Nero. Almeno quello”. E lo ha detto con quella cadenza ritmata e milanese che gli veniva dal cuore e sfociava in un sorriso beffardo da vero rapper. Lo stesso sorriso provocatorio che abbiamo avuto noi quando abbiamo pubblicato un pezzo in cui si sostenva che “sono i non violenti a rubare la scena ai facinorosi, non il contrario”, e con il "lucidismo" di Moreno Pisto nel Pistoriale di oggi perché, a memoria d’uomo, non ricordiamo una sola ribellione che abbia avuto successo sdraiandosi per strada o agitando le bandierine contro i carri armati, anzi, di solito, si ottiene solo che il Potere si incazzi ancora di più e che aumenti le ingiustizie. Invece possiamo con certezza affermare che la situazione è cambiata (in meglio, in peggio, bisogna vedere caso per caso) quando ci sono state ghigliottine, sangue e sì, anche bambini morti: nella Rivoluzione Russa fu sterminata la famiglia Romanov, compresi i figli dello Zar, il piccolo aveva 13 anni (definisci bambino). Oggi, invece, si sta facendo strada l’ipotesi che si possa rivoluzionare qualcosa con il politicamente corretto, con i “fiori nei cannoni”: la Beat Generation (uno degli autori di riferimento era William S. Burroughs, che collezionava armi e fece saltare la testa alla moglie perché strafatto, volle giocare a Gugliemo Tell con una pistola mettendo una mela in testa alla consorte) a cosa portò? A liquami umani in preda a visioni acide, qualche poesiola, e della buona letteratura confinata tra le pagine dei libri. Certo, figliò in qualche maniera il movimento Hippie, che diede come risultato buona musica, i capelli lunghi lisci e biondi, i capezzoli che corrono al ralenti nei campi di grano e qualche altra ottima ispirazione sulla quale il capitalismo fece ottimi affari: la minigonna è un esempio di scuola, si usava meno tessuto e si faceva pagare di più, e questa la chiamavano “controcultura”, così come il naturismo o la promiscuità che oggi è fonte di ottimi affari nel megacomplesso turistico di Cap D’Adge, dove esiste, giuro, una catena di negozi per nudisti chiamata “Libertines”, esatto, vi vendono i vestiti per nudisti, con i buchi nei posti quelli. Certo, ogni movimento pacifista è ottimo per chi vuole apparire anima bella, per chi vuole contestare senza assumersi nessun rischio. 
 

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Hippie all'AfricaGrow Festival Ansa

A proposito: mentre scrivo la Global Sumud Flotilla ha superato la soglia di centoventi miglia nautiche, la marina militare li ha abbandonati, stanno per scontrarsi con le imbarcazioni israeliane. Ecco: quella, ragazzi, non è una protesta “pacifica”. Certo, forse non avranno cannoni a bordo (a parte gli spinelli), ma il superamento di quel confine è, di fatto, un atto “violento”, illegale non nel senso che si tratta di un reato di tipo amministrativo o con una pena leggera, come imbrattare una statua con vernice lavabile, lì si tratta del rischio di imbrattare di sangue una nave o una divisa militare. E se si prospetta l’evenienza di usare il proprio sangue il campo nemico, bé, il “pacifico” non è più previsto, da nessuna parte. Sì, ci è piaciuto Fedez, e molto, è tornato a essere un rapper nel senso che il rap, da lì viene, dalle strade americane e dalla violenza, da Coolio che canta Gangsta’ Paradise, non dalle storie d’amore con l’autotune due palle ascoltata dalla borghesia ricca e tatuata per la quale i tirapugni sono un gioiello da esibire e non uno strumento d’uso quotidiano. Sì, il nostro ragionamento è satirico, provocatorio, ma veritiero. Personalmente ho pubblicato un video, qualche giorno fa, in cui facevo un endorsement per l’ascetismo, l’astensione da qualsiasi vicenda riguardi la Storia, alla quale – è un mio consiglio, ovviamente inascoltato – bisogna destinare il nostro totale disprezzo e la nostra più profonda riprovazione. Ma non si tratta di “pacifismo”. Io non sono per niente “pacifico”. Al contrario: io so, assolutamente, che ogni atto “storico” o “politico” deve essere violento. Mi spingerei a dire che anche un atto caritatevole è un atto “violento”: non vedete violenza “conservatrice” anche voi nella mano che infila una moneta in un cappello al posto del santo sdegno che potrebbe spingere il mendicante alla rivolta? Il non-agire che consigliavo era la consapevolezza della “bontà” della violenza (in natura – questa vergogna della Creazione - si uccide per sfamare i piccoli). Insomma, se alcune “canzoni” sono “nelle” cose, nel “movimento” (c’è molto movimento ma è un movimento di vermi, diceva Hegel), se parlano di ‘politica’ (con la monovirgoletta, come la scriveva Carl Schmitt, che della violenza “costituzionale” sapeva tutto) e non di fottutine, allora esse hanno da essere violente. Bentornato tra di noi, Fedez.

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Fedez ospite a Belve Ansa
https://mowmag.com/?nl=1

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