Chi è che non ha mai sognato di viaggiare indietro nel tempo? Beh, a quanto pare basta solamente fare una visita a Richard Hammond guidando per le difficili stradine e autostrade inglesi che costeggiano il Galles. Un viaggio intrapreso da Jeremy Clarkson a bordo di una “Mercedes costosa e molto elegante”, coma ha scritto in un suo articolo per il The Sun, in cui il giornalista sembra essersi “fatto un’idea abbastanza precisa di quanto la Gran Bretagna stia cadendo a pezzi”. Così, Jezza comincia con il racconto preciso della sua piccola, ma infinita, traversata: “Prima di tutto – afferma – ho dovuto passare venti minuti a capire come disattivare tutti i segnali acustici che si sentono nelle auto moderne quando si supera il limite di velocità, quando non si sta seduti con la schiena dritta o quando si taglia una curva”. Insomma, l’insofferenza di Jeremy per le moderne tecnologie delle auto di ultima generazione è ormai cosa nota. “Poi – continua – ho dovuto trovare del nastro adesivo per coprire anche gli avvertimenti visivi. Quindi questa volta ero in ritardo, e poi sono arrivato ancora più tardi, perché nel primo villaggio che ho incontrato, la Thames Water aveva chiuso la strada, presumibilmente per poter convogliare più efficacemente gli escrementi della città nel fiume più vicino”. Ma questo è soltanto il primo ostacolo affrontato da Clarkson, e poi quella Range Rover rosa…
Quindi, Jezza ha dovuto percorrere “strade piene di briganti e streghe, e sono arrivato a Stow-on-the-Wold, che era intasata perché qualcuno aveva installato dei semafori temporanei mentre gli operai lavoravano da casa. E questo – si legge sul The Sun – significava un’altra deviazione attraverso il quattordicesimo secolo finché non ho raggiunto altri lavori sulla strada al confine con il Galles”. A questo punto “per cercare di calmarmi – racconta Jeremy –, mi sono sintonizzato su Times Radio, dove si discuteva sul nome del ragazzo accusato di aver ucciso tre bambine. Poi ci sono state altre notizie di rivolte in varie città della Gran Bretagna, seguite da episodi di pedofilia alla Bbc”. Ma se le trasmissioni radiofoniche non portano alcun sollievo, ci pensa la strada e la sua “assoluta orribilità”; tant’è che il giornalista dice di aver “guidato su molte strade dissestate”, ma quella, ha commentato, “è il Madagascar. Solo tre dei miei denti sono sopravvissuti”. Ma il viaggio di Jezza continua tra “campi rimasti vuoi a causa di alcune strane politiche governative e di una primavera molto umida”, e poi finalmente ecco l’officina di Hammond, dove Jeremy afferma di “aver spostato avanti di duecento anni il mio orologio, sono tornato in Inghilterra”. Ma poi c’è stato il ritorno, niente streghe questa volta, “per cercare di evitare le chiusure stradali e le buche piene di dinosauri, ho scelto un percorso diverso […] sono arrivato a Cheltenham, dove, indovinate un po’, una delle strade era chiusa”. Confusione, i cartelli stradali sono spariti, e non poteva certo usare il telefono alla guida, altrimenti rischiava una multa. La soluzione? “Ho risolto il problema imprecando molto”. Insomma, una sorta di viaggio della speranza, che ha portato Clarkson a pensare soltanto una cosa: “Quanto tempo ancora dovremo sopportare il crollo del Paese prima che si faccia qualcosa?”. Ah, “a quanto pare Katie Price – continua Jeremy sul The Sun – sta vendendo la sua intera collezione di auto. Bene, ho fatto un rapido calcolo e, dopo aver dato un’occhiata alla sua Ranger Rover rosa e alla Bmw incidentata, direi che potrebbe raccogliere 8,75 sterline (circa dieci euro, ndr)”.