Colonialismo e peso dell’uomo bianco? Ora i Paesi “vittime” dell’imperialismo britannico vorrebbero risarcimenti e pubbliche scuse, è la rivolta del sud del mondo contro l’Occidente predatore. Il problema? Questa logica non ha senso, soprattutto se si costringono le persone, oggi, a pagare per i crimini di cento, duecento o trecento anni fa. A rigore, infatti, dovremmo pretendere tutti un risarcimento da qualcuno. A sostenerlo è Jeremy Clarkson sul The Sun, che risponde agli attivisti antibritannici rivendicando quanto perso per colpa dell’Italia: “Quindi, Barbados chiede al Regno Unito 5.700.000 trilioni di miliardi di sterline per tutti i danni e le sofferenze causati dal colonialismo britannico. Bene, allora rilanciamo la palla e chiediamo una somma simile agli italiani per averci invaso nel 43 d.C. e ai francesi per aver fatto più o meno la stessa cosa nel 1066. Oh, e prendiamoci anche un paio di trilioni dai norvegesi per tutte quelle assurdità sui saccheggi vichinghi. Nel frattempo, smetterò di andare in vacanza alle Barbados. Il che, a giudicare dal mio ultimo conto al bar, costerà loro più di quanto possano guadagnare”.
Sempre sul The Sun Clarkson parla anche di un nuovo studio condotto sulla Gen Z, a quanto pare ben più irascibile della generazione di Jezza, almeno in quanto a propensione a suonare alle altre macchine: “Una nuova ricerca dimostra che i conducenti della Generazione Z e dei Millennial sono di gran lunga i più propensi a suonare il clacson in un momento di rabbia. Ben il 63 per cento afferma di farlo, rispetto al 42 per cento delle persone di età pari o superiore a 70 anni”. Tutto regolare? Non proprio. “Io? Beh, posso tranquillamente dire che non ho mai usato il clacson per rabbia. Perché dovresti?” Non è, tra l’altro, fonte di distrazione? Forse sarebbe meglio concentrarsi su azioni più utili in situazioni difficili mentre si è alla guida: “In caso di emergenza, usare i freni o il volante sembra l'opzione migliore. A tutti andrebbe consigliato di ricordarlo. Il clacson non serve per segnalare il proprio disappunto. Serve per far sapere ai ciclisti che li si sta sorpassando”.