Chi dice di non averlo mai visto scorrere su feed o bacheche dei propri social sta mentendo o è passato talmente rapidamente che vi dev’essere sfuggito. Per tanti altri, invece, è ormai un punto di riferimento, sia per farsi una risata che per le sfide da provare a emulare che lancia ogni giorno puntando sulla velocità dei propri gesti. Nascosto dietro al nickname Ken Lee (la fusione di Ken Shiro e Bruce Lee), c’è però un 46enne di Venezia con la passione per le arti marziali e gli anime che sta raccogliendo numeri enormi su varie piattaforme. Si chiama Stefano Nobile, a volte è affiancato dalla sua compagna Giulia che è una brava cantante, ed è seguito su TikTok da quasi 3 milioni di follower e su Instagram da oltre 350mila, dati in continua crescita. Ma chi è davvero questo strano personaggio che con accendini, mollette e una velocità oltre la norma, tiene incollate allo smartphone orde di “fighters” (così chiama il suo pubblico)? Lo abbiamo incontrato e ci ha spiegato perché ha iniziato a pubblicare quei video, quanto allenamento e lavoro c’è dietro per arrivare a certi livelli, che sogna di girare un film sulle arti marziali (d’altronde la controfigura non gli servirebbe) e che a furia di trascurarlo, salvo rare e fugaci eccezioni in tv, rischiamo di vedercelo soffiare dagli Usa come Khaby Lame: “Howie Mandel ha fatto dei duetti con me e avrebbe voluto che partecipassi a America's Got Talent…”.
Chi si nasconde dietro Ken Lee?
Mi chiamo Stefano Nobile, ho 46 anni, vivo e lavoro a Venezia.
Quando hai iniziato e perché questa attività così curiosa sui social?
Poco più di due anni fa. Mi ispiro ai cartoni animati, in particolare agli anime. In passato ho praticato le arti marziali, da quando avevo 20 anni, in particolare il kung fu, e ho una passione fortissima per Bruce Lee. Un giorno davanti allo specchio mi sono ripreso con il cellulare e ho notato che ero molto veloce. Da lì è iniziato tutto, unendo Bruce Lee a Ken Shiro.
E alla fine sei diventato una challenge vivente.
Praticamente sì. Ormai "Ken Lee Speed" è un hashtag mondiale. Non mi seguono solo in Italia. La mia passione è per la velocità in generale. Ho un pubblico enorme e molto trasversale, che va dai 10 anni in su. Su TikTok i miei contenuti diventano virali, con i ragazzini che prendono vari oggetti in casa e provano a sfidarmi o a superarmi.
È un lavoro vero e proprio o hai un’altra attività?
Ho anche un altro lavoro, sono venditore. Ma preferisco non specificare di cosa. Ti posso dire che non è facile conciliare le due attività, anche se è part-time. Faccio diversi video al giorno, poi mi alleno nei ritagli di tempo e pubblico costantemente per coprire tutti i giorni.
Sul posto di lavoro cosa ti dicono?
Sono contenti per me, non mi hanno mai criticato né creato problemi. I clienti mi riconoscono quando sono in giro e mi chiedono foto e video. Anzi, non solo al lavoro, anche per strada ricevo tanto affetto da chi mi segue.
E in famiglia?
La mia ragazza, Giulia, all’inizio pensava fosse una perdita di tempo. Ma io sono testardo e ora ha capito che la mia espansione è così grande che ha iniziato a crederci. Adesso partecipa a qualche video ed è bravissima nel canto, ha una voce bellissima, come Cristina D’Avena.
Si vede che dietro a ogni video c’è grande impegno, ma ti prendi anche in giro. In fondo hai fuso le tue due passioni: arti marziali e anime.
Sì, perché prima di tutto lo faccio per divertimento e per strappare un sorriso. La vita è spesso dura, e anch’io non ho avuto un passato facile. Quando torni a casa stanco dal lavoro e vedi i miei video ti fanno sorridere. Non avrei mai pensato di avere questi riscontri internazionali.
A cosa ti riferisci quando dici di non aver avuto una vita facile?
Che è sempre una lotta. Per questo chiamo i miei follower “fighters”. Siamo tutti combattenti nella vita. Già alzarsi alle 6 del mattino per andare a lavorare è una sfida continua. La vita è più cruda di un ring: sul ring ci stai per qualche ora, nella vita ci stai per mesi o anni.
Ti senti un esempio per i tuoi “fighters”?
Dico sempre: lottiamo ogni giorno e cerchiamo di essere vincenti. Incito chi mi segue, soprattutto i più giovani, a non mollare se non riescono a emularmi. Quando sbaglio nei video o nelle live, mostro tutto proprio perché voglio far vedere che con impegno alla fine ci si può riuscire. E uso sempre oggetti comuni che tutti possono avere in casa, dagli accendini alle mollette, per far comprendere che non servono cose costose o complesse.
Ma non è facile essere così veloci, vero?
No, mi alleno tantissimo. Qualcuno potrebbe pensare che faccio cose stupide, ma dietro c’è un lavoro di tante ore. Gli errori li mostro apposta, anche per non creare ansia ai ragazzi.
Quali sono i tuoi colpi migliori?
Quando eseguo mosse di arti marziali. Non ho una tecnica eccezionale, ma tutti restano impressionati dalla mia velocità. Mi paragonano a Bruce Lee, ma io non sono neanche una sua unghia. Un colpo molto apprezzato è quello del doppio pugno prima che cada la matita. Ci vuole una velocità supersonica. Anche perché di solito, con un solo pugno, la matita cade. Oppure quando uso l’accendino frontalmente, nel video si vede solo l’ombra della mia mano. Questi colpi richiedono tanto allenamento e un dispendio enorme di energia.
Alcuni commentano che i tuoi video sono editati, quindi non reali.
Tengo tantissimo all’autenticità, per questo invito i miei “fighters” a esserlo a loro volta. Nei video uso sempre un cronometro e se non basta vado in live. E lì non ci sono trucchi. Ricevo tanti video di persone in cui dicono di avercela fatta, ma se non li vedo in live non ci credo, perché con l’editing oggi si può fare qualsiasi cosa. Io non sono esperto di editing, al massimo so inserire una scritta in sovrimpressione. Uso un semplice iPhone 11.
Hai mai usato le tue abilità dal vivo per difenderti?
Fortunatamente no, perché sono una persona molto pacifica. Odio le ingiustizie e la violenza. Se fossi stato un lottatore, avrei fatto quel tipo di attività. Solo a 25 anni mi capitò di essere coinvolto in una rissa per futili motivi, ma è stato un episodio isolato dove le ho prese e date.
Con gli haters che rapporto hai?
Una delle mie soddisfazioni più grandi è avere pochissimi haters e tantissimi lovers. Mi fa piacere se gli altri fanno ironia su di me, ma se sanno che dietro c’è tanto lavoro. Questo allenamento che ho studiato crea una rapidità notevole. E spero di aiutare gli altri a migliorarsi. Ricevo anche video dalle scuole, con i ragazzi che usano penne e astucci.
Anche perché le tue sfide sono alla portata di tutti.
Esatto! Ci sono alcuni ragazzi molto veloci, ma non c’è spirito competitivo negativo tra noi. Vogliamo solamente giocare insieme. La vita è bella perché, per alcuni momenti, si può trasformare in un gioco e farti dimenticare tutti i tuoi problemi.
Nel frattempo le tue challenge stanno uscendo dai social. Venerdì scorso a Propaganda Live su La7 hanno mandato in onda diversi tuoi video, ma hai partecipato anche ad altre trasmissioni e podcast.
Ho partecipato a Tu Si Que Vales e ho fatto alcune ospitate su emittenti private di Venezia, oltre che al Cerbero Podcast.
Ma il tuo sogno quale sarebbe?
Di girare un film. Tante pellicole vengono velocizzate, mentre io sono già veloce di mio. Mi piacerebbe un film, anche comico, sulle arti marziali. Oppure il Grande Fratello non mi dispiacerebbe, perché potrei portare le mie challenge con leggerezza. Howie Mandel ha fatto duetti con me e avrebbe voluto che partecipassi a "America's Got Talent", ma non abbiamo definito. Mentre Steve Archer, attore di "Otto sotto un tetto", ha condiviso un mio video.
C’è una sfida che non sei ancora riuscito a realizzare?
Per ora no. Una delle sfide più difficili è stata prendere una trentina di mollette in velocità. Basta un millimetro per sbagliare e farle cadere tutte, ma sono riuscito a prenderle una per una. Al momento è la sfida più impegnativa. Ma sto già lavorando per superarmi.
Potresti diventare il nuovo Khaby Lame, che ora collabora con molti brand.
Mi piacerebbe tantissimo. Con la velocità, si potrebbero presentare tanti prodotti. Qualcosa ho già fatto, come con Leone, che produce accessori per la boxe. Ma non è facile, c’è tutto un discorso da valutare. Se qualche brand fosse interessato si potrebbero creare video virali. Uso spesso accendini, come Bic o Clipper, nei miei video, con loro sarebbe perfetto collaborare.
Eri preoccupato, ma alla fine ci abbiamo messo poco per questa intervista.
Scusami se parlo troppo velocemente, ma in fondo sono l’uomo più veloce del mondo…