Ma che paese siamo? Ieri sul Tempo è stata pubblicata una mail mandata da un magistrato per fermare Giorgia Meloni e Giorgia Meloni l'ha pubblicata su X. A scrivere è il sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello. Sentite cosa scrive: "Meloni non ha inchieste a suo carico, non si muove per interessi personali ma per visione politica e questa la rende molto più forte e molto più pericolosa la sua azione, anche di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio". Ma vi rendete conto? Questo giudice è di Magistratura democratica, la corrente più a sinistra della Magistratura. E nella stessa mail precisa che non "devono fare opposizione". Ok. Ma al netto di essere d'accordo o no con il governo di Giorgia Meloni (e io spesso sono molto critico): che paese è quello dove un giudice ai suoi colleghi scrive "questa va fermata". Esiste la democrazia. Questo tono ed episodio fa capire molto di come funziona il presente e ha funzionato il passato. Di come l'Italia sia bloccata da gruppi e gruppetti di potere, di amichetti, lobby, ognuno ha il suo, ognuno ha il suo interesse. A discapito della crescita e del merito. E sapete cosa? Quello che nessuno dice è che questo metodo fa comodo a tutti, quando a quel gruppo quando a un altro.
Ma poi le frasi più inquietanti: "Meloni non ha inchieste a suo carico". Ergo, non è ricattabile. E poi: "Si muove per visione politica quindi è molto più pericolosa". Questo significa che invece gli altri politici a cui erano abituati non lo facevano per visione politica ma per interessi personali? Questo è il livello? La scoperta dell'acqua calda vero? Da ieri e chissà per quanto si è scatenato e si scatenerà il teatrino delle parti: la destra griderà all'eversione, l'associazione nazionale magistrati di mail fuori contesto, la sinistra cercherà di palleggiare. Ma di fatto questo dimostra che siamo in un paese malato vittima di centri di potere. L'Italia è il paese dove i salari non crescono, anzi si diminuiscono, i poveri crescono nonostante cresca l'occupazione e come al solito, la cosa giusta viene detta da un certo Sergio Mattarella: "La collaborazione e la ricerca di punti comuni sono essenziali per il funzionamento delle istituzioni e per il servizio da dare alla comunità". Sembrano parole di circostanza ma il Presidente dice che i vari poteri, quello politico e quello giuridico, devono fare ognuno il proprio lavoro senza ingerenze per rendere un servizio a tutti noi, la comunità, invece l'Italia come dicevamo è in mano a gruppetti di potere che si scambiano piaceri e poltrone a discapito di chi? A discapito nostro.