Papa Francesco, archiviata l'ultima crisi del broncospasmo, continua ad essere ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. Un piccolo miglioramento, anche se il quadro generale resta complesso e la prognosi riservata. Per la terza volta il pontefice non ha pronunciato l'Angelus, ed è stato diffuso un testo da lui scritto: "Sorelle e fratelli, vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la “benedizione” che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore; allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti". Un messaggio che Pietro Orlandi, fratello di Emanuela la quindicenne cittadina vaticana scomparsa nel 1983 non ha mancato di commentare: “Papa Francesco ha scritto il testo dell'Angelus ed è andato anche a messa. lo gli auguro di guarire quanto prima nonostante la gravità del quadro clinico ma, se così non fosse, spero possa trovare anche la forza, oltre a scrivere il testo dell'Angelus, di scrivere una lettera, se non a me a mia madre, con quella verità che tutti aspettiamo. Un gesto che farebbe la storia del suo pontificato, differenziandosi dalle scelte di chi l'ha preceduto”.
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Su cosa realmente sia accaduto a Emanuela, purtroppo, è stato detto tutto e il contrario di tutto. E dopo quarantadue lunghissimi anni, la verità continua ad apparire lontana, e la sua scomparsa uno dei casi irrisolti che più tiene incollata l’opinione pubblica su tutte le evoluzioni. Emanuela è stata portata a Londra? In Austria? È coinvolta la Banda della Magliana? Centra la sepoltura del boss Enrico De Pedis nella Basilica di Sant’Apollinare dove frequentava le lezioni di musica? Tra piste e continui depistaggi attualmente sono tre le inchieste aperte che indagano sulla sua scomparsa, per comprendere realmente cosa le sia accaduto quel 22 giugno 1983: Vaticano, Procura di Roma e Commissione d’inchiesta. Sono questi i fronti che, contemporaneamente e almeno all’apparenza, stanno lavorando per risolvere il caso. Pietro Orlandi nei giorni scorsi, qui su MOW, ha fatto un primo appello al pontefice affinché raccontasse la verità su Emanuela: “Gli auguro altri 10 anni di vita, e spero che non segua l’esempio dei suoi predecessori che si sono portati la verità̀ nella tomba. Volendo potrebbe fare la storia del suo papato se prima di morire raccontasse a tutti la sua verità”. La sapremo mai?
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