L’auto elettrica gioie e dolori per l’Europa. Da un lato sembra uno dei vari modi per ridurre le emissioni inquinanti nei prossimi anni, dall’altro a livello industriale preoccupa per alcune criticità che ancora non sembrano essere state chiarite. Ma il tempo stringe, nonostante la frenata sul blocco dei motori termici entro il 2035. E oggi, a mettere in guardia sui possibili rischi, ci ha pensato anche l’ex ministro Giulio Tremonti. Al quotidiano Libero ha dichiarato: “Finora lo Stato non disciplinava il tipo di automobile prodotta e dal lato della produzione si occupava solo della tutela dei lavoratori. Da ultimo sono venute leggi sulla sicurezza dei veicoli. Qui siamo nel campo del dirigismo ambientale sostenuto da grandi quantità di ideologia. Poi non ci sono solo le automobili verdi, la Ue ci vuole imporre anche le case verdi. L’impressione è che sia un po’ eccessivo” ha spiegato l’attuale presidente della commissione Affari Esteri della Camera ed ex ministro dell’economia.
Nel frattempo, il rinvio dello stop alla vendita di auto a benzina o diesel dal 2035 in poi, deciso dall’Europa (e l’Italia che si è schierata in questo senso) sembra lasciare ancora un po’ di respiro al sistema industriale per riorganizzare la transizione all’elettrico. C’è però un altro aspetto da non sottovalutare: sia le aziende che i sindacati chiedono che sia chiaro il percorso, altrimenti sono a rischio gli investimenti di tutto il settore automotive: “Il rinvio è il segnale di una maggiore consapevolezza del problema da parte alcuni Stati, tra cui l’Italia, che credo però difficilmente metteranno in discussione le decisioni già prese” ha spiegato Federico Visentin, presidente di Federmeccanica. Ma sempre l’ex ministro Tremonti è stato molto più drastico nell’immaginare le ricadute sul prossimo futuro: “La spinta verso un mondo ideale, ammesso che sia ideale, non è sostenibile. C’è un eccesso di dirigismo ideologico che rischia di travolgere le nostre strutture sociali, dal lavoro ai risparmi. La cosa giusta fatta nel momento sbagliato è sbagliata, e qui lo è anche perché forzata sui tempi. Senza considerare gli effetti indotti. È tutto da dimostrare che con la nuova ideologia automobilistica si risolvano i problemi dell’inquinamento. Basti pensare allo smaltimento di batterie. Spiazzi la produzione Ue e trasferisci il potere alla Cina. Il capolavoro è spostare l’asse geopolitico dall’energia russa alle batterie cinesi”.