Il 4 maggio scorso è sparita dai radar. Gli scrivono dove sia finita, i genitori sono preoccupati. Ilaria De Rosa ha solo 23 anni, è hostess di linea per la Avion Express. È sempre in viaggio, l’ultimo verso l’Arabia Saudita, a Jeddah. Non è di certo la sua prima volta. Però non risponde ai messaggi: “Come stai?”, “Che fine hai fatto?”, “Tutto ok? Cosa ti è successo?”. Non un cenno, un fischio. Nulla. Così i genitori hanno deciso di denunciare la scomparsa della figlia ai carabinieri di Castelfranco Veneto. Hanno lanciato l’allarme, sconvolti dalla paura di saperla scomparsa nell’enorme città da 4milioni di abitanti. Un rapimento? L’ultima ripresa disponibile la mostra mentre sale in un’auto nei pressi dell’hotel Spectrum Residence Sultan, insieme a tre uomini. Poi nient’altro.
Che l’abbiano rapita? Ilaria è bella, giovane, straniera, che fine ha fatto? Ma la verità è diversa, seppur non meno drammatica. Ilaria De Rosa, secondo gli accertamenti dell’Arma dei carabinieri, sarebbe in carcere. Il primo allarme arriva al padre, che vive nei Paesi Bassi, da un superiore di Ilaria. La Farnesina è intervenuta per prendere visioni dei capi di accusa e capire cosa sia possibile fare. Per ora i tentativi si sono concentrati sulla possibilità di una visita consolare in carcere, ma le autorità arabe non hanno ancora risposto.
Ilaria parla 4 lingue e ha un curriculum impeccabile. Gli amici ne parlano come di una “bravissima ragazza”, a modo, composta, lontana da eccessi e dalle droghe. Tuttavia sembrerebbe proprio questa l’ipotesi più accreditata al momento. Il possesso e il traffico internazionale di stupefacenti. Un’accusa grave, che può comportare pene severe in Arabia Saudita. Ma come stanno davvero le cose? Le riprese video la mostrano entrare in auto volontariamente, non è ancora chiaro chi siano i tre uomini. C’è che ha ipotizzato si trattasse di tre agenti in borghese e che dunque la ripresa testimoni il momento dell’arresto. Tuttavia, nel caso in cui venissero confermate le voci sul tipo di accusa, si potrebbe aprire anche la pista dell’equivoco, dovuto a condizioni particolarmente sfortunate per Ilaria. Insomma, essere al posto sbagliato nel momento sbagliato.
A parlare è anche la madre, Marisa Boin, intervistata da La Stampa nel numero del 22 maggio. «Lei non usa droghe» dice. E aggiunge: «Ho paura per mia figlia arrestata». Sempre la madre spiega quanto ha appreso dalla Farnesina. I tre ragazzi in auto non sembrano essere infatti degli agenti. Probabilmente uno dei tre aveva una canna per uso personale e le autorità, individuato il veicolo, avrebbero provveduto a portare tutti in carcere. Quale che sia la verità, i tempi per venirne a capo non saranno molto brevi, soprattutto per via della necessità di creare una rete di comunicazione internazionale tra l’Italia e il Paese in cui Ilaria è Detenuta, e la cosa potrebbe prevedere più di un inciampo. In ogni caso molti politici si sono attivati per sostenere la famiglia e anche il Consolato italiano si è subito messo in comunicazione con i genitori di Ilaria.