Wagner Ne abbiamo parlato con Gian Micalessin, inviato di guerra e firma del quotidiano Il Giornale. in Russia, lo scorso fine settimana, ha sollevato una serie di dubbi sul futuro politico della Federazione e del suo presidente, Vladimir Putin. La mediazione del presidente bielorusso Alexandrr Lukashenko ha convinto il leader della compagnia privata, Yevgeny Prigozhin, a interrompere a 200 km da Mosca la sua marcia, anche se ora il futuro dell’ex cuoco di Putin rimane più che mai incerto, così come è da tutto decifrare il futuro della Federazione stessa, scossa dalle faide tra fazioni opposte tra le quali il presidente russo è costretto a mediare. La ribellione armata della
Innanzitutto, da dove nasce questa rivolta di Prigozhin e quali sono le origini di questa crisi che ha investito la Russia?
Nasce dalla funzione stessa della Wagner, che era un po’ la “succedanea” di un esercito che non funzionava. La Wagner, creata su modello delle compagnia private Usa, nasce nel 2014 ed è formata da ex del Gru, dei servizi segreti, delle forze speciali, che hanno combattuto in Cecenia e nel Donbass. La prima vera missione è in Siria, dove la Wagner svolge le funzioni che l’esercito non fa, ovvero combattere in prima linea, morire e strappare territori alle milizie fondamentaliste. Soprattutto, svolge la funzione di non causare imbarazzi dal punto di vista dell’opinione pubblica perché le perdite - trattandosi di una compagnia privata - non sono quantificate. Succede in Libia, Siria, in Mali, ma questo fenomeno diventa particolarmente rilevante sul fronte ucraino, dove la Wagner è l’unica a raggiungere risultati effettivi sul campo, come a Severodonetsk e a Bakhmut. Le uniche vittorie che i russi possono vantare in questo conflitto spettano tutte alla Wagner.
Quindi?
l’intero esercito venne riformato dopo la performance non proprio brillante in Georgia. In questo gioco perverso delle parti, Prizoghin continua ad assumere potere, Shoigu a perderlo, ma Putin non si decide. quando gli garantisce qualche vittoria mentre Shoigu no, ma di quest’ultimo Putin non può liberarsi.È un suo fedelissimo, al suo fianco dal 2012, ministro sin dai tempi Elstin e uno dei fondatori del partito Russia Unita. Liberarsi di Shoigu significherebbe ammettere di aver commesso un colossale un errore che non riguarda solo la guerra in Ucraina ma risale al 2012, Wagner Questo ovviamente mette Prigozhin in una posizione di essere quello che vince, che sacrifica i propri uomini sul terreno, ma al tempo stesso è quello a cui vengono meno riconosciuti i meriti per un perverso gioco delle parti. Putin usa la Wagner per incolpare Shoigu dei suoi insuccessi, anche perché la
E così arriviamo alla ribellione armata della Wagner.
A quel punto, chi decide e si pronuncia è Prigozhin. Questo perché viene messo con le spalle al muro poiché la costituzione russa non prevede l’esistenza di compagnie private: essendo i territori ucraini in cui combatte la Wagner dichiarati ‘russi’ dalla Federazione, la compagnia dovrebbe essere integrata nelle forze del ministero della difesa. Dinanzi a questo, Prigozhin protesta e lancia numerosi avvertimenti e, alla fine, facendo il passo più lungo della gamba, inebriato dai propri successi e confuso dagli eventi della guerra, lancia quest’offensiva che, però, lo lascia solo e isolato.
Pare che Putin non abbia risposto alle richieste di mediazione di Prigozhin e si sia affidato al presidente bielorusso Lukashenko, qual è il motivo?
È un altro segnale di debolezza un po’ di tutti. Innanzitutto di Prigozhin, che non si sa come potesse pensare di arrivare a Mosca con 25 mila uomini dovendo gestire una logistica che da Rostov partiva e arrivava fino a Mosca, per un totale di 2 mila chilometri di logistica. Non si comprende come avrebbe potuto combattere nella capitale, anche contro le forze esigue capaci di difendere Putin. Ma è un segno di debolezza anche di Putin, che la mattina stessa aveva detto che Prigozhin era un traditore: alla fine tutti e due hanno dovuto trattare perché l’immagine della Russia era quella che rischiava di uscirne completamente distrutta.
Non ci sono vincitori, in questa storia.
venisse messo da parte per rifar posto a Gerasimov. Dal punto di vista militare vedo un grosso problema mancando la Wagner. Dal punto di vista politico vedo un Putin sempre più solo, soprattutto se la prossima mossa è la messa fuori gioco di Shoigu e Gerasimov. Alla fine le carte verranno scoperte e se questo avverrà, vorrà dire che anche Putin avrà dovuto fare un passo indietro. La situazione è molto problematica. Surovikin, che era molto vicino alla Wagner. Linee difensive decise lo scorso ottobre, prima che, a gennaio, SurovikinVedo una grande incognita per il futuro delle operazioni belliche, oltre che per la tenuta politica della Russia. Prigozhin garantiva un assetto tattico-strategico sul terreno che al momento la Russia ha dimostrato di non avere. Tutte le operazioni offensive sono state portate a termine dalla Wagner: al momento non si vede sul terreno una forza militare in grado di prenderne il posto. Almeno per capacità offensiva e determinazione. Certo, dal punto di vista difensivo i russi stanno tenendo, ma non certo grazie alle linee difensive scelte da Shoigu e da Gerasimov, ma bensì grazie a quelle pianificate dal generale
Che fine farà ora Prigozhin?
Questo è un altro grande mistero. Non dimentichiamoci che Prigozhin, come dicevano uomini a lui vicini, era da tempo stufo di questo conflitto ucraino che gli costava tanti uomini, tanta fatica, pochi successi, e dal punto di vista remunerativo era sicuramente meno conveniente delle operazioni in Libia, in Mali, nella Repubblica Centrafricana, dove la Wagner aveva accesso alle risorse locali. Da tempo si diceva, sin dalla vittoria di Bakhmut, che molti comandanti della Wagner premevano per tornare in Africa. Può darsi dunque che Prigozhin torni a sbrigare gli affari africani, non lo vedo a fare l’esiliato politico in Bielorussia. Anche perché gli affari africani, tolta la Wagner, a chi verranno delegati? Può darsi che Prigozhin si ritagli quel ruolo cui aveva rinunciato per combattere in Ucraina.
Nel frattempo, il ministero della difesa ha voluto segnalare la presenza del ministro Shoigu in Ucraina (anche se molti hanno ipotizzato si tratti di un vecchio filmato): Mosca ha voluto dare un segnale, in qualche modo?
È un video diffuso dal ministero della Difesa, quindi probabilmente un tentativo di Shoigu. Dobbiamo capire cosa accadrà nelle prossime 48/72 ore. Ora è troppo presto: certo, c’è questa previsione secondo cui Shoigu sarà una delle vittime sacrificali dell’accordo mediato da Lukashenko. Ma al momento brancoliamo nel dubbio e non abbiamo alcuna certezza in merito.