Pensavate voi che la parola “positivity” fosse associata a qualunque cosa possibile sulla Terra, eh? Ma no, il web e le pseudo-attiviste continuano a regalarci gioie. Per esempio in un post della pagina instagram “The Wom”, che ci parla di “body hair positivity”, allegando dieci foto per “normalizzare i peli corporei”. Qui si aprirebbe un file da cento terabyte, perché ci sono tutta una serie di parole da analizzare che fanno venire come minimo uno scompenso cardiaco. La prima è “normalizzare”: oramai bisogna farlo con tutto, è l’epoca dell’accettazione, della libertà, dei figli dei fiori, dei radical chic, del “faccio del mio corpo quello che mi va”. Come se qualcuno stesse lì a controllare con chi si vada a letto. Una subcultura che fa credere che il “positivity” sia sano a prescindere, che fa sentire potenti ma in realtà altro non si fa che uniformarci alla massa, dicendo sempre e solo le stesse cose. Siamo forse nel momento più alto dell’appiattimento culturale, perché oramai se dici a una persona in sovrappeso di 100 kg che le fa male, stai facendo “bodyshaming”: no, sto facendo informazione.
E se vedi una persona con sei chili di peli sulle gambe da sembrare un orso, ti viene da comprare il kit della Veet per depilarla a tue spese. E invece no, siamo liberi di portare i peli come ci pare. D’accordo, ma fanno schifo, e fanno schifo soprattutto su una donna. Personale opinione? Sì. Mancanza di rispetto per qualcuno? Assolutamente no, perché non siamo nei primi del ‘900 quando le donne andavano in giro coperte, siamo nell’era del nudo è bello, in cui la gente va in giro in reggiseno e oltre a mostrarci le proprie grazie ci fa vedere anche gli incolti ciuffi che ha sotto le ascelle, degni dei meravigliosi cespugli della Reggia di Caserta. E allora non potiamo le piante, non trucchiamoci, non andiamo a fare shopping, non usiamo i soldi come metodo di pagamento ma torniamo al Medioevo o ancora prima, e utilizziamo gli animali o altri beni come merci di scambio. Ma no, non va bene nemmeno questo, perché vogliamo fare quelli all’avanguardia, i progressisti, che però si indignano per una parolina di troppo, si offendono, ti accusano di razzismo anche se non ne esistono le basi. I peli puzzano, a meno che non ci si lavi venti volte al giorno, trattengono l’odore, a maggior ragione in questa stagione, e non si vede perché ci dobbiamo sorbire pure questa croce - ah sì, perché è tutto normale.
I peli sono una forma protettiva, si dice. Lo sono per alcune aree del nostro corpo, come per esempio la vagina, ma non c’è necessariamente bisogno di avere una prateria, e per non incappare in infezioni basta avere una corretta igiene quotidiana, cosa che invece non basta per evitare di infestare la stanza. Detto ciò, siete liberi di fare quello che volete, ma cortesemente non intasate i social di frasi che inneggiano a questo atroce desiderio di tenersi i peli addosso, non coniate nuove mode e termini inglesi per dirci che non vi depilate (certo c’è un gran risparmio, quello sì), e smettetela di mettere foto per fare le finte alternative, quando poi magari ve ne andate un mese a Ibiza in un hotel a 5 stelle. Siate coerenti, se non è chiedere troppo. Ah: sarebbe interessante sentire il parere di un uomo. Accarezzare una donna-orso è davvero così piacevole?