Durante l’ultima puntata de Lo Stato delle Cose, trasmissione di approfondimento dei casi di cronaca condotta da Massimo Giletti, si è tornati a parlare del delitto di Garlasco. La storia di un omicidio che sta monopolizzando la comunicazione da mesi, da quando la possibilità che Alberto Stasi non sia l’assassino di Chiara non è più solo un’ipotesi irrealistica. Una nuova inchiesta, con stavolta al centro Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso. Ma con chi? E perché proprio lui? Le prove nei suoi confronti sono così solide da poter reggere un eventuale processo? L’incidente probatorio ancora non si è concluso, e ogni giorno viene ipotizzato tutto e il contrario di tutto. Un’inchiesta che a tratti si mischia con un’altra, quella sulla corruzione del sistema giudiziario di Pavia, che vedrebbe coinvolta proprio la famiglia Sempio. Tanto che sul padre di Andrea graverebbe l’accusa di corruzione, ovvero avrebbe pagato una mazzetta per far archiviare la posizione del figlio nel 2017. Cosa che fu fatta in tutta fretta. Insomma, i lati oscuri nell’omicidio di Chiara Poggi non mancano, e diciotto anni dopo sembra ancora di essere al punto di partenza. Nel corso della trasmissione Giulia Pezzino, ex pm che al tempo aveva partecipato all’interrogatorio di Andrea Sempio, e che poi ha scelto di dimettersi, ha criticato il modo in cui i giornalisti stanno trattando il caso di Garlasco: “Trovo francamente invasivo il vostro modo di venire sotto casa mia e di presentarvi qua, chiamare, chiedere, cercare, domandare. Questo lavoro va fatto con correttezza. Vi invito ad avere un comportamento eticamente corretto. Voi state facendo, a mio avviso, un’operazione di sciacallaggio vergognoso sulla morte di una ragazza".
Ci domandiamo, è un caso che abbia abbandonato la magistratura proprio alla vigilia della nuova indagine su Sempio e quella sul “Sistema Pavia”? Ma il punto è un altro. Infatti Massimo Giletti ha scelto di rivolgersi direttamente all’ex pm Giulia Pezzino, pronunciando un discorso che condividiamo anche noi: "Io capisco che avere dei giornalisti che fanno domande non è facile, e non sei nemmeno tenuto a rispondere, per carità, però la parola ‘sciacallaggio’ non credo se la meriti una classe giornalistica che ha trovato, scovato anche Elisa Claps. Federica Sciarelli veniva accusata di insistere troppo, di dare fastidio alla Chiesa e poi ha scoperto la verità proprio insistendo. Io penso che la verità debba essere il nostro obiettivo, poi si può fare bene o male il lavoro, ma fare delle domande anche a un Magistrato è importante perché quel pm ha preso una decisione". Ma cosa c’entra il caso di Elisa Claps? C’entra nel contesto e nel modo in cui in Italia vengono condotte le indagini, e che molte volte sono proprio i giornalisti con il loro “tartassare” a tenere alta l’attenzione su un caso di omicidio o di scomparsa. Elisa è stata uccisa a soli sedici anni, e il suo corpo è rimasto nascosto nel sottotetto della Basilica della Santissima Trinità di Potenza. L’ultimo posto in cui era stata viva, e allo stesso tempo il luogo in cui mai era stata cercata. Viviamo in un sistema che protegge e che nasconde, talvolta favorendo proprio gli assassini, mentre le vittime vengono lasciate da parte, come il corpo di una ragazzina esposto per anni alle intemperie. Ma si può?