Finalmente scopriamo a cosa serve la narrazione estremista sul cambiamento climatico causato dall’uomo: a dare ai verdi e ai socialdemocratici tedeschi un motivo per ritrattare completamente la loro politica sulla guerra in Ucraina, ma senza dover ammettere di aver sbagliato. Il giornale digitale La Gaceta de la Iberosfera ha infatti avuto accesso a un documento diplomatico redatto da Martin Nissen (diplomatico del Ministero federale degli affari esteri presso l'ambasciata tedesca a Mosca e consigliere agricolo) che racconta alcune manovre fatte nell’ombra che meritano di essere conosciute e che sembrano contraddire completamente l’atteggiamento pubblico del governo tedesco in questi anni. Se infatti il governo del cancelliere Olaf Scholz - sfiduciato dal Bundestag, la Germania andrà al voto il 23 febbraio - è stato sempre in prima linea nel sostegno all’Ucraina, e quindi nella guerra contro la Russia, anche per le pressioni filoatlantiste di Verdi e Fdp, ora in questo documento si cerca di fare un tuffo carpiato per cambiare completamente rotta, senza però ammettere di avere sbagliato totalmente l’analisi. Il governo di Scholz è stato infatti insieme alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti il principale fornitore di armi all’Ucraina.
Questa sua posizione così fortemente antirussa ha fatto saltare in pochi mesi il lavoro di relazione che per anni i governi di Angela Merkel avevano costruito nei confronti della Russia. E la Germania sta pagando sulla sua pelle la rottura di quell’equilibrio. Sono oramai in molti a vedere che l’attuale crisi economica della Germania ha fra le cause anche gli effetti delle sanzioni antirusse. Soprattutto quelle energetiche. Vedendo dunque il paese avviarsi verso una situazione insostenibile, e vedendo crescere i partiti della destra, cosa potevano fare Scholz e il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock? Ecco trovata la soluzione: bisogna far terminare la guerra in Ucraina, sì, ma con la motivazione che il cambiamento climatico sta creando un dramma agli agricoltori e alle forniture agricole di tutto il mondo. Insomma, il governo tedesco vuole trovare un ruolo nella fine del conflitto non perché la Germania è stata la principale vittima delle sanzioni alla Russia, fatto che sarebbe una assunzione di responsabilità, ma perché il cambiamento climatico ci sta portando alla fame. Quindi da un lato la Germania continua a finanziare le armi in Ucraina – solo pochi giorni fa un nuovo pacchetto da 685 milioni di dollari – ma nello stesso tempo lavora nell’ombra per trovare una motivazione per far finire il conflitto. Questo documento, noto a diplomatici di almeno 70 paesi, ha coinvolto anche in Brasile il Partito dei Lavoratori di Lula. E questo non dovrebbe meravigliare.