Come cambia la Chiesa cattolica dopo la morte di Benedetto XVI e alla luce delle rivelazioni di padre Georg Ganswein nel volume Nient’altro che la verità? Ne parliamo con Gianluigi Nuzzi, giornalista d’inchiesta autore di importanti scoop e libri-rivelazione sul Vaticano e da poco finito nella polemica sollevata dalla reazione di Fedez sul caso di Emanuela Orlandi. “La risata di Fedez era inopportuna, infatti io ero in imbarazzo come risulta palese dalle mie espressioni come dalle frasi che ho detto” ha precisato il giornalista ospite a The Breakfast Club su Radio Capital. Nella puntata di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez e Luis Sal, si parlava della serie Vatican girl (Netflix) che ha trattato la storia di Emanuela Orlandi e, a un certo punto, il rapper è scoppiato a ridere dopo aver fatto due battute sul mancato ritrovamento della giovane. “A me non piace il black humor, poi ognuno ha i suoi gusti, faccio fatica a capirlo. Ma per un’ora e dieci abbiamo parlato di Emanuela Orlandi a un pubblico di giovanissimi che non erano neanche nati quando Emanuela è scomparsa. Fedez sappiamo com’è come persona” ha sottolineato Nuzzi che, chiuso un capitolo spiacevole, con MOW si è concentrato sulle sue inchieste legate al Vaticano, che hanno portato alla luce una guerra interna alla Chiesa che sta vivendo in questi giorni, dopo la morte di Benedetto XVI un’altra fase critica.
La morte di Benedetto XVI ha aperto un tutti contro tutti in Vaticano. Padre Georg Ganswein nel suo ultimo libro cita anche la pubblicazione della sua inchiesta nel 2012 come fonte di grande scalpore. Come spiega l'attuale situazione?
C'è una parte della Chiesa che mal sopporta Papa Francesco. Certo, sono settori tradizionalisti, conservatori ma non solo. Ci sono ambienti che respingono sia le scelte "politiche" del pontefice, il ridimensionamento dell'italianità nei posti di potere in curia, la decentralizzazione dell'Europa, i passi di dialogo con la Cina, sia quelle teologiche come l'apertura al sacerdozio femminile, l'abbraccio ai divorziati con la comunione, la modernizzazione dei riti e dei simboli, l'umanizzazione della figura del santo padre. Queste diversità creano faglie, smottamenti di progressiva intensità con effetti diversi: dal fiaccamento del pontificato alle grandi manovre per il prossimo conclave.
Quanto c'entra la crisi strutturale del Vaticano e delle sue finanze nella turbolenta spinta alle dimissioni di Ratzinger dieci anni fa?
È un elemento centrale insieme alla crisi della vocazione e la diminuzione dei fedeli. Gli ultimi report degli analisti finanziari finiti sulla scrivania di monsignor Ganswein e quindi, immagino e spero, anche del papa parlavano chiaramente di conti fuori controllo. Gli esperti di Bergoglio trovarono oltre 600 milioni di dollari non contabilizzati. Francesco ha cercato di ristrutturare la curia vedendo le sue riforme frenate, sabotate, impallinate.
Perché il Vaticano ha aperto una nuova inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi proprio ora, in questa fase di crisi?
Il rilancio della Fede e della Chiesa per Francesco passa attraverso la trasparenza ma al tempo stesso la questione reputazionale induce alla prudenza. Ecco, in questo equilibro Bergoglio si muove a fatica.
Monsignor Georg Ganswein ha ripreso a parlare della vicenda Orlandi quando ancora il corpo del Papa emerito doveva essere sepolto. Sarà una spina nel fianco per Francesco?
La cifra di Ganswein non preoccupa Bergoglio, l'inopportunità delle sue mosse ha suscitato critiche anche da settori tradizionalmente conservatori delle diocesi americane.
Com'è lo stato dell'arte di Ior e altri apparati in passato in crisi dopo dieci anni dalle sue prime rivelazioni?
La bonifica è ormai conclusa ma prima di goderne degli effetti ci vorrà ancora tempo...anche perché la gestione parcellizzata e apicale ipotizza una guida giovane e salda mentre Bergoglio ha comunque la sua età.
Chi si muove dietro Ganswein?
Chi spera di conquistare il prossimo conclave in chiave revisionista rispetto all'attuale pontificato. Chi conta di ridimensionare i risultati di Bergoglio per orientare il voto verso un candidato italiano o europeo che garantista una Chiesa centrale ricca oggi superata dai fatti.
Che prospettive ha la Chiesa e quali il Pontificato di Bergoglio? Si prospettano le dimissioni?
Bergoglio scherza sulla sua rinuncia rispetto a chi la rilancia come ipotesi sui media per normalizzare una scelta che, al contrario, rimane un evento eccezionale nella storia della Chiesa.