È morta Assunta Almirante, vedova di Giorgio, leader storico del Movimento Sociale Italiano. Aveva 100 anni. Tra i tanti che l’hanno omaggiata c’è Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia e volto odierno della destra italiana: “Da poche ore Assunta Almirante ha raggiunto suo marito Giorgio. Una donna straordinaria, schietta, intelligente. Un pilastro della memoria storica della destra italiana. A nome mio e di Fratelli d’Italia esprimo il più profondo cordoglio per questa scomparsa, insieme al rispetto e alla gratitudine per ciò che Donna Assunta ha rappresentato per tutti noi. Addio, Donna Assunta”.
Ma cosa aveva detto non molto tempo fa riguardo alla Meloni e a Fratelli d’Italia la figlia di Assunta e Giorgio, Giuliana De’ Medici Almirante, nell’intervista che ci aveva rilasciato?
“Ci sono – le sue parole riguardo agli attuali esponenti della destra italiana – tante persone di buona volontà, questo non è messo in discussione. Gente che si dà da fare ed è piuttosto attiva come quella di Fratelli d’Italia, che a quanto pare ora avrebbe un buon riconoscimento da parte dell’elettorato. Quello che io critico un po’ a quelli di Fdi, come avevo già fatto con Alleanza Nazionale, è il fatto che prendano poco in considerazione le radici dalle quali provengono. I nuovi partiti non vogliono ricordare da dove arrivano, anzi, per loro è una sorta di peccato originale che vogliono nascondere anziché esserne orgogliosi. Sono proiettati in avanti, e questo è giusto perché viviamo in tempi assolutamente diversi rispetto a quelli di una volta, ma il passato non va accantonato né rinnegato, soprattutto quando offre molti spunti ancora attuali: per esempio Almirante e il gruppo Msi negli anni Settanta avevano presentato delle proposte di legge che si potrebbero tranquillamente approvare oggi, come quella sul sistema presidenziale, quella sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali, quella dell’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di Regione. Idee che all’epoca erano considerate troppo avanti”.
E ancora: “Senza l’Msi non ci sarebbero stati per esempio né Fini né la Meloni, che hanno beneficiato del lavoro incessante del Movimento Sociale Italiano, che ha preparato il terreno e ha cresciuto questi giovani. L’Msi è stato un padre per molti dei politici odierni, e anche per moltissimi giornalisti che hanno mosso i primi passi all’interno del Secolo d’Italia”.
E sul fatto che la leader della destra sia donna: “A me non fa nessun effetto. Io non credo nel femminismo, non credo nelle quote rosa. È giusto che le donne, che ormai hanno raggiunto una buona dose di autonomia rispetto agli uomini, abbiano quello che riescono a meritarsi. Se una donna dimostra di avere più capacità degli altri, è giusto che sia lei la leader, ma non deve valere al contrario: non si possono imporre figure di donne solo per questioni di rivendicazione di genere. Uomini e donne sono sullo stesso piano e hanno le stesse possibilità: chi ha più capacità emerge, gli altri rimangono indietro. In questo caso la Meloni ha avuto l’intuizione di fondare il partito e ha avuto più capacità rispetto agli uomini del partito: si è guadagnata il ruolo sul campo ed è giusto che sia così”.