Ecco che torna la mini naja, il sogno nel cassetto di Ignazio La Russa, Presidente del Senato, ex ministro della Difesa, parlamentare di lungo corso, esponente di Alleanza Nazionale e ancora prima del Movimento Sociale Italiano. Non è la prima volta che la proposta viene tirata fuori. La Russa la propose già nel 2008, in modo più chiaro nel 2009, quando era responsabile del dicastero preposto alla Difesa. Anni d’oro per la verve propagandistica di La Russa, infatuato dall’idea della guerra e di una Patria da difendere e innervare di cadetti. Nel 2019 una legge verrà approvata e riguarderà il servizio militare volontario tra i 18 e i 25 anni. Un disastro che non verrà più finanziato ulteriormente. Già nel 2014 il giornalista di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, la definì utile solo a «fornire nuovi iscritti alle associazioni d’arma e mano d’opera a costo zero (perché paga pantalone) alle associazioni attive nel sociale». Che poi tra questi volontari, nel corso degli anni, non vi siano stati i suoi figli non vuol dire nulla, è naturale.
Le motivazioni di La Russa sono chiare: «Se riuscissimo a fare in modo che i giovani dai 16 ai 25 anni possano, se lo vogliono, passare un periodo di 40 giorni a imparare cosa è l’amore per l’Italia e il senso civico avremo fatto un grande servizio all’Italia». Perché fare un gran servizio civico al Paese significa chiaramente incentivare i giovani a farsi 40 giorni non retribuiti di impegno in contesti militari, anche guadagnandoci punteggi per la maturità o per i concorsi pubblici, piuttosto che stimolare la passione verso lo studio. A parte questo, sono proprio quei "40 giorni" che fanno sorridere. Poco più di un mese passato con gli Alpini basterà affinché si possa imparare davvero qualcosa? I “Vipponi” del Grande Fratello restano sei volte il tempo della mini naja nella casa. Ci vuole più tempo per imparare il trash che non le regole e l’importanza del servizio verso il proprio Paese? Chiaramente la proposta del Presidente del Senato non può che sembrare simbolica. Ma cosa simboleggi è, in effetti, da capire.
Con ben poca diplomazia, il console americano a Milano Daniel Weygandt, in un documento confidenziale del 23 aprile del 2008 pubblicato da WikiLeaks ai tempi del Cablegate, menziona la proposta di La Russa di promuovere dei campi militari estivi in cui siano previste attività per ben 30 giorni di internato e sembra aver fornito una prima chiave intepretativa per il progetto. Weygandt, anche se concludendo con un giudizio complessivamente positivo sulla disponibilità del futuro ministro della Difesa a collaborare con gli USA, dirà: «Il suo passato e la proposta di campi estivi militari per i giovani odorano un po’ di fascismo». Senza voler aggiungere altro, è chiaro che il materiale retorico usato trasudi nazionalismo e rigidità che fanno riemergere il passato politico del Presidente tra i giovani movimenti neofascisti italiani. Ma non finisce qui.
Potremmo azzardare una lettura ironico-psicanalitica dei 40 giorni. Sarà mica che Ignazio propone quanto è stato sufficiente a lui per capire che il servizio militare non faceva al caso suo? Oltre ad aver millantato una formazione all’interno del reparto dei paracadutisti italiani della Folgore (come si può leggere nel rapporto di Weygandt già citato), L’Espresso riportava nel 2011 alcune notizie riguardanti il suo stato di servizio, non reperibile online dopo che venne ritirato. Sembrerebbe infatti che il più strenuo sostenitore della militarizzazione della formazione giovanile in Italia, abbia accorciato i tempi del suo servizio militare, intercalati tra l’altro da continui permessi e congedi, soprattutto nella caserma di Montelungo (dopo l’esperienza a Genova e prima ancora ad Ascoli). Anche un suo ex amico e missino delle origini, Tommaso Staiti di Cuddia: «Quando l'ho visto in televisione parlare dei Tornado mi è venuto in mente del suo congedo anticipato, ho chiesto a un amico e me lo ha confermato». Della serie: predicare bene e razzolare male.