Quindici persone portate in salvo, un morto e ancora sei dispersi. Questo, al momento, è il bollettino della tragedia. Il naufragio della barca a vela nella rada di Porticello, nei pressi di Bagheria, in provincia di Palermo, ha i contorni assurdi della fatalità. A bordo tra occupanti ed equipaggio c’erano 22 persone, tutte di nazionalità straniera e provenienti da ogni parte del mondo: Inghilterra, Sri Lanka, Irlanda e Nuova Zelanda. Erano a bordo del Bayesian, una barca a vela di lusso lunga 56 metri, che è affondata nel mare di Sicilia in seguito a una tromba d’aria intorno alle 5 di mattina del 19 agosto. L’imbarcazione si trova a mezzo miglio dalla costa, a una profondità di 57 metri, e i sommozzatori dei vigili del fuoco sono al lavoro in immersione per cercare traccia dei dispersi. A quanto racconta la stampa locale, la barca a vela sarebbe stata ancorata per la notte davanti alla costa di Porticello, non lontano dal promontorio di Capo Zafferano, e la violenza del nubifragio avrebbe spezzato l’albero. A quel punto il Bayesian si sarebbe ribaltato e inabissato, cogliendo di sorpresa i passeggeri che erano a bordo.
Tra le persone portate in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera anche un bambino di pochi mesi con la madre. Il piccolo ha riportato un lieve trauma cranico ma è in buone condizioni, così come la mamma. Per 8 dei quindici superstiti è stato necessario il trasporto in ospedale. Lo choc è ovviamente grande ma le condizioni fisiche non sembrano preoccupanti. La barca, che batte bandiera inglese, era arrivata a Porticello percorrendo la costa settentrionale della Sicilia, dopo una sosta a Milazzo e un passaggio da Cefalù, non molto distante dal luogo della tragedia.
Il Bayesian era una barca a vela di 56 metri con stazza lorda di 473 tonnellate, costruita dal cantiere Perini navi Viareggio nel febbraio 2008 e ristrutturata di recente, nel 2020. 436 metri quadrati di ponte e 6 cabine in grado di ospitare un totale di 22 persone: 11 ospiti e 10 membri dell’equipaggio. Il natante, a quanto riporta il produttore, ha il secondo albero più grande al mondo e il più alto albero in alluminio, ben 75 metri di altezza. Secondo il racconto di Pietro Asciutto, un pescatore che dichiara di aver visto da casa la nave che affondava, il forte temporale avrebbe spezzato proprio l’albero a vela, il cui peso avrebbe trascinato l’imbarcazione sul fondo. Al momento gli elicotteri e i sommozzatori stanno continuando le operazioni di ricerca, ma per avere conferme dell’esatta dinamica bisognerà aspettare eventuali dichiarazioni dei superstiti. Si ipotizza anche il cosiddetto downbusrst, una cascata d'aria verticale che avrebbe potuto abbattersi proprio sul malcapitato natante.
Come riportato dall'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima, le trombe d'aria richiedono un elevato contenuto di umidità, un forte gradiente verticale di temperatura, ovvero la presenza di instabilità atmosferica, e una forte variazione della direzione e dell’intensità del vento. In Italia, come riporta l'ISAC, si verificano in media trentasette trombe d'aria all'anno, motivo per cui sarebbe preferibile sviluppare un sistema di allerta, ma la cui implementazione rislta difficile proprio in virtù della sporadicità degli eventi.