Esistono le notizie vere e quelle supposte. Se quelle vere le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo? (Cit.) Le supposte, in questo caso, riguardano Arianna Meloni. Alessandro Sallusti, in prima pagina su Il Giornale, spara una fantanotizia: “Vogliono indagare Arianna Meloni”. Nessun avviso di garanzia, nessuna notizia di reato, niente di niente. Eppure, in questo scampolo ferragostano, mentre ancora il premier e la sorella sguazzavano nella piscina di Ceglie Messapica, con Andrea Giambruno che pedalava con ardore nelle vicinanze, con Matteo Salvini e compagna che andavano in masseria per giocare a Burraco o con i tamburelli, Alessandro Sallusti ne è convinto: c’è un manipolo di complottari in toga bermudata (sopra il ginocchio), coi braccioli, che nonostante il caldo, indaga di soppiatto sulla sorella di Giorgia. Riproposizione dei volumi scritti dal giornalisti con Luca Palamara. Anche Mario Sechi si accoda dalle pagine di Libero, parlando di “mandarinato” in grado di condizionare ogni maggioranza e che, in questo caso, si sta concentrando sul reato di “sorellanza”. Resta il dubbio che il “mandarinato” sia la versione al mandarino della cedrata. Eppure, questa fantanotizia, ipotetica, supposta ferragostana, viene commentata dal premier in persona e pareo: “Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto oggi da Alessandro Sallusti su Il Giornale. D’altronde è uno schema visto e rivisto contro Silvio Berlusconi…”. Adesso, l’unico che ha usato lo “schema Berlusconi” nei confronti di Arianna Meloni, al momento, ci pare essere il bravo e simpatico Natangelo che spesso e volentieri, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, ha infilato la matita tra le lenzuola della coppia Arianna-Lollobrigida, quindi, a meno che Alessandro Sallusti e Giorgia Meloni non si riferissero a “Nat”, si sta parlando di qualcos’altro: nello specifico di una supposta attività di traffico di influenze illecite. Il mandante? Matteo Renzi. E qui allora le notizie supposte hanno, forse, una loro specifica mission.
Senza dubbio, come fatto notare da molti, ricompattare la maggioranza: pare che Antonio Tajani sia rimasto molto male per non essere stato invitato a mangiare i panzerotti in masseria insieme a Salvini e al presidente della Camera Lorenzo Fontana: gita di piacere, per carità, anche se, notano i commentatori, difficilmente non si è parlato di nomine Rai e in Europa e della manovra. Ed è in questo quadro alla Salvador Dalì (col caldo che squaglia le notizie vere e soprattutto squaglia le supposte) che la figura di Matteo Renzi, al quale si imputa e cedrata e mandarinato e complottone, ricopre un ruolo chiave. Renzi si difende. Intervistato da Repubblica dice: “L’idea che io promuova complotti insieme a magistrati e giornalisti è una barzelletta che non a ridere. Laggiù in masseria deve essersi rotta l’aria condizionata oppure alla premier deve essere andato di traverso il panzerotto”. Leggendo questa dichiarazione viene innanzitutto da chiedersi come faceva Renzi a sapere che il Meloni (nel senso di premier) era rimasto senza aria condizionata? È saltata la corrente elettrica in masseria e hanno risolto con un gruppo elettrogeno. Sallusti e Sechi non hanno nulla da titolare su questa inquietante circostanza? Ma tirare in ballo Matteo Renzi come supposta pedina cospiratrice ha forse un altro e più intrusivo significato: la posizione di Forza Italia all’interno della maggioranza con l’arrivo dell’autunno. Se è vero, come è vero, che Matteo Renzi si è riavvicinato al Pd è anche vero che – noi di MOW lo abbiamo scritto per primi – c’è nell’aria e nei corridoi una vocina che circola e che vorrebbe Matteo Renzi traghettatore di Forza Italia in una alleanza con il Partito Democratico.
Ipotesi lanciata, con un’intervista esclusiva a Mow, da Francesca Pascale che – non dimentichiamolo - a marzo era alla Leopolda a rilasciare la seguente dichiarazione: “Se Matteo Renzi sarà l’erede di Berlusconi lo dirà il tempo ma credo che lui sia l’unico leader in campo a portare avanti quel progetto fatto partire da Silvio Berlusconi”. Ed ecco che la notizia supposta, lanciata come un missile da Sallusti, sembra avere un obiettivo ben preciso: tenere appiccicate tre chiappe di una maggioranza che al momento pare averne soltanto due.