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La vera fortuna di Giorgia Meloni non è la sinistra: sono i giornalisti politici italiani. Ma avete sentito che domande le hanno fatto in conferenza stampa? Se questi sono i cani da guardia del potere...

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

5 gennaio 2024

La vera fortuna di Giorgia Meloni non è la sinistra: sono i giornalisti politici italiani. Ma avete sentito che domande le hanno fatto in conferenza stampa? Se questi sono i cani da guardia del potere...
Se l’opposizione non fa l’opposizione dovranno pensarci i giornalisti. Vero? Sì, ma vale anche per l’Italia? La conferenza stampa di Giorgia Meloni non è stata molto entusiasmante e non ha fatto onore alla categoria. Tra domande inutili e supercazzole anche una proposta di “matrimonio televisivo”: quella tra il/la premier e Elly Schelin…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

D’accordo le risposte. Ma vogliamo parlare delle domande poste a Giorgia Meloni? Parte con alcuni banchi vuoti, la conferenza stampa dell’uomo dell’anno, Giorgia Meloni (lo ha detto Mario Sechi, giornalista che stimo ma, gli faccio presente, fa un po’ Ddr: vi ricordate le pesiste con i clitoridi esageratissimi e i baffi?). Sono i banchi vuoti della Federazione nazionale della stampa che disertano l’happening per protesta, il che fa già vacillare la mente: giornalisti che per protesta non fanno domande. Ma comunque, Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine, lo fa presente, si lamenta con l’uomo dell’anno per la “legge bavaglio” ai giornalisti, si lamenta dell’intelligenza artificiale, chiede che in qualche maniera siano riconoscibili gli articoli scritti dagli umani (ci sarebbero 1) la firma 2) scrivere meglio di ChatGpt, il che non è difficilissimo) e alla fine l’applauso dei giornalisti presenti è un po’ moscio. Più moscio di Giorgio sicuro. Abbiamo cominciato bene insomma. Quindi Giorgione si dice d’accordo con il tema dell’intelligenza artificiale, che spaventa moltissimo i giornalisti scarsi, dice due parole (che già si conoscevano) sulla “legge bavaglio” e la pratica “assenza di alcuni giornalisti” è chiusa: giornalisti che non fanno domande e rassicurazione ai giornalisti scarsi, ma che vvoi de più? E il meglio è ancora tutto da venire. Parte Claudia Fusani, de Il Riformista (area Emirati Arabi), che chiede, in buona sostanza: “Dove prenderà i soldi per la prossima manovra?”, al posto di chiedere: “Ma i soldi della prossima manovra li prenderà al solito? In cu*o ai poveri? Diminuendo la spesa per la sanità e privatizzandola? (E facendo un favore all’ex barelliere in inquietanti occhiali da sole e supercar Angelucci?). E infatti la Meloni, grata della domanda, risponde: “Taglio la spesa pubblica”. Alberto Ferrarese per Askanews le toglie le castagne del fuoco chiedendole: “Si presenterà alle europee (e certo) e che farà in caso di maggioranza Ursula?” al posto di chiedere “Che c’azzecca Lei in Europa?”. Ed ecco la Meloni dare il meglio della supercazzola (sta battendo la Schlein su tutti i fronti): “Voto la maggioranza Ursula ma resto all’opposizione”. Ed ecco quello de La Stampa, Ilario Lombardo, La Stampa, si sa, è attendibile, affidabile, ha tradizione (è un po’ degli Agnelli, ma non stiamo a sottilizzare). Gli (“gli”, non “le”) chiedono: “Come supercazzolerebbe il Mes nella ratifica del debito? Con lo scappellamento a Destra?”. E il Meloni che non vedeva l’ora di dare la colpa a Giuseppe Conte dà la colpa a Giuseppe Conte. Che le colpe le ha, altro che no. Ma chiedere, tipo: “Ma sul Mes, dentro o fuori?”, perché il Meloni fa così, dice “comando io” ma poi quando si incarta “è il parlamento che si è incartato”. Per forza domande a minuetto dovete fare? Ma dove siamo? Nell’ancient regime? (Ve piacerebbe…). Ed ecco Andrea Carrugati per Il Manifesto. Fatemi controllare i pop corn nel camino. Sono scoppiati? Sì, ma non quanto la domanda: “Presidente, la legge sulla tassazione delle banche non ha dato gettito, però le banche italiane hanno registrato quest’anno un successo superiore a quello di tutto il mondo”. Aspé, lascia stare i popcorn… torna indietro... non può essere Il Manifesto, ma chi se l’è comprato? Angelucci anche il Manifesto? Dai no, non è possibile. Sì…è possibile. 

Giorgia Meloni in conferenza stampa
Giorgia Meloni in conferenza stampa

Ci stavamo per riprendere che, TAAAAAAC, ecco Massimo Leoni, SkyTg24: “Presidente, come Lei sa, noi di SkyTg24 siamo la casa del confronto…”. Chiedo: “Che sono?”. “La casa del confronto”. “All’americana?”. “Shhhh…”. Leoni: “È donna Lei (non lo dite a Mario Sechi), è donna la Elly Schlein (non lo dite alla Schlein), si impegnerebbe per un confronto fra voi due? (Non lo dite a Bruno Vespa che ‘sto Leoni se l’inchiapet*a a crudo). Mi viene voglia di spegnere. Ma almeno Francesco Maesano del Tg1 fatemelo sentire. Si sa che il Tg1 è governativo però sono loro che fanno le domande quelle serie, quelle importanti per il Paese, le domande che tutte le famiglie vorrebbero fare al presidente del consiglio: “Presidente, vorrei che ci parlasse della questione degli ambulanti…”. “Le bancarelle?”. “Shhhh”. Tg1: “E dei balneari…”. “La spiaggia, il materassino, la pasta al forno?”. “Mmmm… mi sa di sì. Li vuoi questi pop corn?”. “Aspetta, solo l’ultimo, Marco Galluzzo del Corriere della Sera. Dai, il Corsera, fammi sentire, sarà una domanda di quelle toste…”. Marco Galluzzo, Corsera: “Presidente, tra i paesi del G7 noi siamo quelli con minore attrattiva per gli investimenti economici”. “Hai visto? Adesso arriva la domandona del giornalista di razza che scrive sul Corriere della Sera!”. Galluzzo, Corsera: “Ovviamente non è colpa sua…”. Mi cadono le balle nei popcorn e mentre incendio il televisore penso che l’aggettivo per questa conferenza stampa l’hanno inventata i millennial: cringe.

P.s. Mi dicono che poi siano anche arrivate le domande toste. Dalle risposte che leggo non dovevano essere tostissime.

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