La Donna delle Caverne Oscure (nome scientifico: mulier concordibus coloris; sottogenere: magnapuerum; famiglia: supercazzulorum) è forse il più misterioso tra i ritrovamenti archeoantropologici della nostra epoca. Non si capisce chi era, cosa voleva, dove andava e perché lo faceva. Il suono fonetico per indicarla era “Schlein”, preceduta dal pronome femminile “Elly”. Altri indicano il significato del fonema “Elly” come avverbio di luogo, grazie una metrica accentata: “Ellý Schlein?”, “No, Ellý!”, “Ma indove?”, “Boh! Me pareva Ellý, poi sai com’è, è movimentista, se move”. Pare essa fosse infatti l’inventrice di una innovativa tecnica di mimetizzazione (paragonabile alla scoperta del fuoco) chiamata “armocromia” che la rendeva invisibile ai nemici, ma pure agli amici. Gli elettori non riuscivano a trovarla neanche sulla scheda elettorale. Su consiglio della sua sacerdotessa ai colori, che aveva avuto una visione durante un sacrificio al dio Arcobaleno, in cui erano stati sgozzati molti pantoni, la Schlein voleva cambiare i colori del simbolo del suo partito di appartenenza, il Partito Democratico: “Deve comunicare inclusione, accoglienza, non deve essere divisivo, deve abbattere le barriere…”, “insomma come te lo dovemo fa’ ‘sto simbolo?”, “bianco su sfondo bianco”, “ma nun se vede”, “c’hai l’armocromista tu? No. Fatte servi’”.
Essa Schlein proveniva dall’Elvetia, la patria dei buchi del formaggio di cui era ghiotta. Il nome “Donna delle Caverne Oscure” le venne conferito dopo il ritrovamento di alcuni pittogrammi rupestri. Essi rappresentavano una mano chiusa a carciofo, un uomo seduto pensoso su una rupe, una bottega di un artigiano illuminata da una candela, un uomo che scruta l’orizzonte e infine un uomo con gli occhi chiusi. Gli studiosi traducono così: “Ma che so’ ste caverne oscure?”, “Boh, e chi lo sa?”, “Io conosco le botteghe oscure, qui di caverne non ne vedo fin dove si allarga il mio sguardo”, “Dice che le caverne oscure. a noi uomini, non ce le fanno vedere”. La Donna delle Caverne Oscure assunse il potere grazie all’appoggio di Nicola Zingaretti, Andrea Orlando, Dario Franceschini, Francesco Boccia (i pittogrammisti dell’epoca solevano pittogrammare molti nomi, lo facevano per devozione a una divinità dell’epoca chiamata il dio SEO). Questi potenti della tribù dei magnapuerum, dopo l’acclamazione di “ Ellý Schlein?”, si riunirono poi in un sottogruppo, gli “homines tafazzis” che esprimevano la loro gioia per la vittoria prendendosi ripetutamente e ritmicamente a colpi di ciotola sui genitali nelle notti di luna piena, davanti ai falò. La Schlein aveva anche dei nemici all’interno della sua tribù, Stefano Bonaccini (homo risvoltinus) e Vincenzo De Luca (homo sceriffus), che nei mesi precedenti la battaglia sulla piana di Bruocsella, volevano destituirla.
Al momento gli archeologi sono impegnati negli scavi nel sito, odierno Belgio, dove si svolse il conflitto per eleggere i rappresentanti al gran consiglio dei sacerdoti europei, al fine di comprendere come erano disposte le truppe. Dalle iscrizioni dell’epoca pare che la Donna delle Caverne Oscure solesse incitare i propri soldati alla imminente battaglia con frasi misteriche e/o esoteriche, apparentemente senza alcun senso logico, che parlavano direttamente all’anima del guerriero, il quale ne ascoltava il suono cadendo in preda a una sorta di rincoglionimen… di trance: “Diciamo… che porti l’economia alla circolarità… fuori dall’economia lineare… avete presente la circolarità? Riuscite a fare la “o” col bicchiere? Pensate ai dervisci danzanti! Ecco, danzate in circolo, giro giro tondo, quanto è bello il mondo…”. Un pittogrammista dell’epoca riassunse così la strategia in guerra della tribù della Donna della Caverna Oscura: due donne con il cappotto e il colbacco di pelliccia di mammut, immersi nella fitta nebbia elvetica, che dialogano con un sacerdote addetto alla viabilità. Gli studiosi traducono il pittogramma attribuendogli il seguente significato: “Noios vulevam savuar, dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?”.