Corrado Augias torna in prima serata su La7 con una puntata speciale di La Torre di Babele che promette scintille. Al centro del dibattito: il nuovo ordine economico mondiale scaturito dalla rielezione di Donald Trump e l’Anno I della sua nuova rivoluzione capitalista. Ma c’è di più: il documentario Il Capitalista di Jacques Charmelot, con protagonista Carlo De Benedetti, che svela un rimpianto da miliardi di dollari. In studio, insieme ad Augias, due nomi di peso per analizzare il presente: l’ex governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il giornalista Massimo Giannini. Il focus? Le possibili conseguenze della svolta economica americana e le implicazioni per l’Europa, tra inflazione, guerre commerciali e disuguaglianze sempre più marcate. Ma il vero pezzo forte della serata è Il Capitalista, un viaggio dentro le contraddizioni di De Benedetti, l’imprenditore che ha sempre criticato il sistema da dentro. Girato a Dogliani e ispirato al suo libro Radicalità, il documentario offre un ritratto intimo dell’Ingegnere, tra archivi inediti e confessioni personali.
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E proprio da una di queste confessioni arriva la rivelazione che lascia tutti a bocca aperta. Steve Jobs gli fece un’offerta che oggi fa venire il mal di pancia solo a pensarci: "Mi chiede chi ero, gli spiego che ero chairman della Olivetti, e lui mi dice: stiamo facendo un nuovo round di finanziamento (della sua azienda che si chiamava Apple), se lei mette 20 milioni diventa socio al 10%. Io la presi come una sfida dell’impossibile, per noi era una sfida incompatibile con i bilanci della Olivetti. Però è stato il più grande errore della mia vita. I tempi della Fiat non potevano tornare". E poii, ancora, un aneddoto da manuale del cinismo aziendale, quando Gianni Agnelli gli chiese con la sua solita ironia dove fossero i 60mila dipendenti in esubero che De Benedetti voleva tagliare: "Il problema sostanziale è che avevamo un costo del lavoro troppo elevato rispetto ai nostri concorrenti. Andai a dirlo ad Agnelli: Avvocato, bisogna mandare via 60mila persone. Ma scusi, De Benedetti, dove sono? Sdraiati nei corridoio? (disse l'Avvocato, nda). No, sono nei conti. Che purtroppo lei non sa leggere”. Parole che pesano, numeri che bruciano. E un rimpianto che vale un impero.
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