La consigliera comunale di Milano, Monica Romano, è la prima donna transgender nel parlamento del capoluogo meneghino, nonché è stata appena eletta nell'Assemblea nazionale del Pd nella squadra di cervelli voluta dalla neosegretaria, Elly Schlein. Ma pochi giorni fa, l'ha fatta fuori dal vaso di Facebook e la sinistra ZTL del centro di Milano cerca di porvi rimendio. La politica 43enne ha lanciato un'invettiva contro le delazioni online da parte della pagina Instagram "Milanobelladadio", che pubblica i video dei reati delle borseggiatrici attive sui mezzi pubblici ATM, che sono ripresi dai cittadini di Milano coi propri cellulari. «È violenza» , ha tuonato la consigliera che è anche la vicepresidentessa della Commissioni Pari Opportunità e Diritti civili del Comune di Milano dall'autorevolezza del proprio profilo su Facebook. L'invettiva di Monica Romano contro queste azioni "violente" di un manipolo di manigoldi citadini e di una squadraccia di utenti dei mezzi pubblici di Milano che documentano dei reati, non è "senso civico", come ha voluto insegnare ai propri cittadini la politica del Comune. Ma di sicuro è l'attività ventennale del noto Valerio Staffelli, l'inviato della trasmissione Striscia La Notizia dell'emittente Mediaset. Come egli stesso dichiara in un'intervista al Corriere della Sera, non si sente affatto un violento, anzi il contrario: «Finora chi è stato aggredito è il sottoscritto con il suo team. Siamo stati percossi, insultati, minacciati, abbiamo ricevuto sputi solo perché cercavamo di mettere in guardia i cittadini - nonché specifica facendo riferimento alla violenza subita da una delle attiviste "antiscippo" - Una delle ragazze che lavora con me è stata spinta sui binari. Un rischio enorme. È finita in ospedale». Come sottolinea Staffelli fin dal titolo del quotidiano di via Solferino: «Le prendono e le rilasciano dopo tre ore, il Tapiro va a tutti noi»
Monica Romani, non paga di aver preso le difese di criminali che sfruttano i buchi delle leggi italiane per delinquere ai danni dei "city-users" e dei contribuenti della stessa città per cui anche lei lavora, sta adesso valutando di denunciare i cittadini che hanno commentato in maniera offensiva il proprio post contro l'azione di "Milanobelladadio". Come ha dichiarato, sempre al Corriere della Sera, la rappresentate dell'amministrazione arcobaleniera capitanata dal sindaco Beppe Sala: «Questa vicenda mi ha fatto capire che ancora nel 2023 quando è una donna a esprimere una opinione che apre una discussione pubblica gli insulti sono ancora più forti. E sono solitamente sul suo aspetto fisico, quindi siamo ancora vittime di body shaming, e in particolare, nel mio caso, visto che sono una donna transgender, sono anche insulti frutto di omotransfobia». Per cui, dopo un'arrampicata sugli specchi per l'infelicissima uscita che denota un classismo economico e sociale, la consigliera ha ben pensato di rifugiarsi dietro la canonica carta degli haters online e della discriminazione di genere, togliendo il focus dal vero obiettivo delle rimostranze pubbliche: l'errata opinione in difesa dei diritti delle autrici di un crimine, a discapito di quelli dei cittadini che lei stessa rappresenta nel Comune di Milano. La Morra Cinese nella versione deresponsabilizzante di Muzio Scevola, ma nella città dei "diritti smart" voluta dal sindaco Beppe Sala: Sasso, carta, forbice. Trans, donna, Comune di Milano. L'astio della sinistra meneghina, verso la suddetta pagina Instagram deve essere però ripulito dai paroloni come "diritti" e "violenza" che sono utili solo alla distrazione di massa, al fine di confondere i cittadini di Milano. Infatti, sempre nell'intervista sul quotidiano meneghino, la stessa Monica Romano, conferma la finalità sinistra delle proprie indicazioni al popolo, via Facebook e accusando Instagram: «Credo che quella pagina abbia un preciso scopo politico e che racconti una Milano che fa comodo a una certa area politica raccontare.»
Finalmente è chiaro: nudi alla Meta.
Al contrario di altri tipi di denuncia, più in linea con le mode attuali e le politiche locali volute dal sindaco Beppe Sala, quelle pubblicate da tale pagina non vanno bene perché "Milanobelladadio" è uno dei megafoni in Rete più vicino alla destra del territorio comunale milanese. L'astio del governo sotto l'ombra della Madonnina per tale pagina online è covato da almeno un biennio. Anche due anni fa a Milano si trovavano in opposizione: la prova documentale di un fatto accaduto, ovvero un video, e un'opinione immotivata in difesa dei diritti di una minoranza ideologicamente ritenuta degna di tutela.
Il gestore della pagina Instagram ha anche rifiutato un'offerta da parte di Fratelli d'Italia, avvenuta in occasione delle recenti elezioni Lombarde. Lui si chiama Giovanni Santarelli, ha 26 anni ed è il fondatore, nonché colui che decide le pubblicazioni di quali video di denuncia che riceve da parte di liberi cittadini. E ha sottolineato, sempre sul Corriere della Sera: “Mi dissocio da chi usa la violenza. Mentre mi associo a chi segnala le borseggiatrici.”
La consigliera Monica Romano rappresenta i cittadini di Milano e dimentica però che fu proprio tale pagina "destrorsa" a postare per prima le immagini scioccanti delle molestie sessuali pubbliche in piazza del Duomo il 31 dicembre 2021, ad opera di gruppi di uomini magrebini per una serata all'insegna della "taharrush" collettiva contro le donne. Modalità di molestia sessuale pubblica e collettiva, mutuata dall'Egitto e che, non a caso, proprio a Milano era già avvenuta esattamente 13 anni prima, sempre durante i festeggiamenti di Capodanno, ma nella poco distante piazza del cannone del Castello Sforzesco di Milano. Vittime delle molestie pubbliche di gruppo: una madre e una figlia. Per chi a Milano ha la memoria corta, almeno quanto la prima consigliera transgender della città meneghina, occorre dunque segnalare che senza la pubblicazione del video di denuncia da parte di "Milanobelladadio", non si sarebbe saputo nulla dell'accaduto. Mailand wie Koln, dicevano i media tedeschi. Ma la "narrazione" che due anni fa era stata scritta dall'amministrazione comunale di cui Monica Romano è una rappresentante, fu quella espressa dall'assessore alla sicurezza, Granelli, che nemmeno si dimise dopo i fatti ed è tutt'ora in carica a Milano. L'assessore Marco Granelli all'1.27 del primo gennaio 2022, molte ore dopo le avvenute molestie sessuali pubbliche di gruppo in piazza del Duomo, scriveva entusiasta: "In piazza Duomo tanta gente, tanti botti, ma nessun problema anche grazie ai tanti agenti di polizia e carabinieri che hanno fatto un gran lavoro". E solo dopo parecchi giorni, dopo l'Epifania e a "Vacanze di Natale" concluse, il sindaco Beppe Sala fu costretto a chiedere pubblicamente scusa da parte della città alle numerose donne vittime di quella notte di violenze collettive per strada. Senso civico a Milano? Pare davvero fuori dal Comune.