Libero, il quotidiano, si sarà accorto di aver pubblicato qualcosa di terribilmente antigovernativo? No, non siamo impazziti. Noi no. Magari pensavano di fare un favore pre-elettorale al Governo, facendo uscire un'intervista del 1992 a Gianfranco Miglio, il padre nobile della Lega. Tuttavia, il risultato è stato nettamente contrario. Cosa dice Gianfranco Miglio nei discorsi pubblicati da Libero?
Il primo punto di disaccordo totale ruota intorno al presidenzialismo, un cavallo di battaglia delle ultime campagne elettorali di Giorgia Meloni. È significativo ricordare, a questo proposito, che nel 2018 fu proprio l'attuale Premier a firmare un ddl per introdurre l'elezione diretta del Presidente della Repubblica in Italia, scrivendo che era "una storica proposta di Fratelli d'Italia e della destra italiana". Ultimamente questa battaglia ha cambiato obiettivo, è vero, spostandosi sul premierato, cioè l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Un rimodulamento abissale, certo, ma per quello che ci interessa poco cambia. Torniamo infatti al discorso di Miglio riportato dalle colonne di Libero, il quale recita testuali parole: "ho sempre rifiutato il decisionismo alla Carl Schmitt, in virtù del quale il decisore fonda la comunità politica, creando la norma. Per questo non sono mai stato presidenzialista, anzi oggi lo sono ancora meno o, meglio, sono ancora più avverso al presidenzialismo puro". Tutto il contrario della Meloni e di Salvini, ma le argomentazioni aggiunte da Miglio sono ancora più critiche: "Lo sono perché sento che stiamo entrando in una età pericolosamente filoautoritaria". Parole che oggi suonano quantomeno sinistre, per noi che abbiamo visto cose che Miglio non poteva immaginare, come la deriva autoritaria intrapresa proprio dal suo stesso partito, con Salvini che chiedeva pieni poteri, col mojito in mano, e che ora candida un generale incursore, che è il decisionismo allo stato puro. Ma non è finita qui.
No, perché Libero riporta anche una sorta di profezia, dal sapore distopico, fatta da Giancarlo Miglio negli anni sessanta, e ricordata con preoccupazione nel discorso del 1992: "Forse avrò la sfortuna di vedere confermata una previsione fatta nel 1964, allorquando dissi che, probabilmente, secondo certi miei calcoli storici, la fine del secolo avrebbe visto regimi autoritari. Serpeggiano tra la gente frasi del tipo: «Ma facciamola finita! Che qualcuno venga a mettere a posto tutto! Che qualcuno metta ordine! Ho paura che questo autoritarismo provenga dall’est, sia il contraccolpo degli effetti negativi dei modelli parlamentari esportati all’est". La voglia di ordine non ricorda un qualsiasi proclama fatto da Salvini o dalla Meloni? E il fatto che l'autoritarismo italiano segua un modello dell'est Europa non vi fa pensare alla tanto sbandierata ammirazione di Giorgia e Matteo per Viktor Orban? Colui che ha inventato la Lega fa opposizione al Governo molto meglio del Partito Democratico. Strano che Libero non ci abbia fatto caso, perché le parole di Miglio sono un boomerang contro i proclami elettorali della Lega di oggi e dei suoi alleati.
Certo, si può obiettare che la Lega di oggi non sia più quella di Miglio. All'epoca si chiamava ancora Lega Lombarda, ed era il partito di quelli che ce l'avevano duro, di Roma Ladrona e dei riti pagani con le ampolle di acqua del Po. La Lega che odiava i terun e tutto ciò che stava a sud della Pianura Padana. Un partito che la Sicilia l'avrebbe spinta verso la Tunisia, altroché la propaganda del ponte sullo Stretto di Messina. Gianfranco Miglio, che è mancato nel 2001, era la mente di quel braccio verde. Laureato in giurisprudenza, fu anche costituzionalista e scienziato della politica. Perché Libero ha tirato fuori oggi questo discorso di Miglio? Il motivo è semplice, una conferenza a Montecitorio, dal titolo "Il federalismo in Italia e la lezione di Gianfranco Miglio", per presentare una raccolta dei discorsi del politologo. Ciò che non è semplice sono le affermazioni di Miglio, distanti anni luce dalla linea politica della Lega e del Governo. Considerando che le elezioni si avvicinano, e che Libero non è certo un giornale di opposizione, tutta la questione ha l'aria di un autogol pazzesco.