Era conosciuta come “Lady Provincia” - per i suoi dieci anni alla presidenza della provincia di Vicenza -, ma nel corso di un quarto di secolo nella Lega ha ricoperto svariati ruoli di responsabilità: dalla deputata a traghettatrice del dopo-Bossi nel triumvirato composto anche da Maroni e Calderoli. Ma più di ogni poltrona, Manuela Dal Lago ha sempre rappresentato in via Bellerio l’anima più tradizionalista della Lega Nord, espressione delle origini del movimento. Per questo già nel 2016, non riconoscendosi più nel partito, decise di non rinnovare la tessera. Oggi, dopo il risultato elettorale più che deludente, è tornata a parlare auspicando un cambio di leadership: “Matteo Salvini non può restare segretario”. E lo ha fatto pochi giorni dopo che il Senatur ha lanciato il “Comitato del Nord”, una corrente che ha lo scopo di tornare a dialogare con i territori trascurati dalla Lega “Nazionale”, così come di mettere in discussione l’attuale segreteria. Anche perché, ci ha spiegato, “ha fatto troppi errori e si è dimenticato che la Lega è la sua gente, non gli eletti”. C’è poi un punto ideologico che Dal Lago, in linea con Bossi, non ha mai digerito e secondo lei ha contribuito ad allontanare molte persone. E cioè l’aver portato la Lega verso posizioni di estrema destra: “Siamo sempre stati antifascisti, ma nella Lega ultimamente sono stati candidati troppi fascisti. I nostri stessi elettori ce lo hanno dimostrato: se devono votare estrema destra votano Fratelli d’Italia. Noi invece dobbiamo tornare a lavorare per le autonomie”.
Manuela Dal Lago, intanto come ha reagito alla formazione del “Comitato del Nord” da parte di Umberto Bossi?
Molto positivamente. Mi spiace ma Salvini, ma ne ha fatta una peggio dell’altra. Avevo detto che sarebbe finita così tempo fa. Troppi cambi di strategia, troppe posizioni assurde, troppa mancanza di coerenza. È furbo e capace di tante cose, ma non della progettualità che aveva Umberto Bossi.
Si aspettava una parabola così da parte di Salvini? Dal 40% a poco meno del 9%.
Lui ci sa fare tra la gente, ma quando ha preso in mano la segreteria ha lavorato bene sul come vendersi personalmente. Ha portato al Lega a livelli altissimi, che avrebbe potuto mantenere, ma solo se avesse avuto una progettualità che evidentemente ha dimostrato di non avere. Oltre ad aver commesso errori politici molto gravi.
Mi faccia qualche esempio.
Il primo mi tocca nel vivo, infatti non ho rinnovato la tessera, perché non è più il partito della base. Lo ha trasformato nel partito degli eletti, dimenticando che la forza della Lega è sempre stata la sua gente. Ma purtroppo negli ultimi anni la politica della Lega sul territorio era inesistente. Il secondo è di aver dimenticato da per cosa siamo nati. Non per “uccidere” nessuno, ma per arrivare alla piena autonomia e libertà. Il discorso dell’Italia unita va bene, purché ci siano le autonomie, che però lui non ha perseguito correttamente. Terzo, il governo con il M5s. Perché sono due partiti troppo diversi. Anzi, all’opposto. Ma lui voleva a tutti i costi andare al governo.
Eppure, quel governo era riuscito a realizzare diversi progetti.
Infatti aveva avuto un grande risultato alle Europee, ma invece dire “o fate quello per cui la Lega ha formato il governo o ce ne andiamo a casa” è rimasto a traccheggiare finché alla fine non è stato costretto ad andarsene. È lì che è iniziata la sua discesa. Avrebbe dovuto ascoltare un po’ di più le persone capaci che sono nel movimento, invece lui le ha considerate dei nemici.
A chi si riferisce?
A Maroni, Giorgetti e Zaia. Se li avesse coinvolti e ascoltati le cose sarebbero andate diversamente. Purtroppo Matteo si è chiuso tra i suoi amici e i suoi eletti e non ha voluto sentire nessun altro. Anche per questo adesso non condivido che gli abbiano concesso di rimanere a fare il segretario. Parecchia gente già prima delle elezioni mi diceva “finché c’è Salvini alla segreteria non voto Lega”. Si è visto alle urne.
Quindi nella Lega auspica un cambio di segreteria, ma chi potrebbe sostituirlo?
Credo ci sia bisogno di un cambio radicale. Ci sono persone come Umberto Bossi, che è ancora lucidissimo, oppure Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. C’è bisogno di ripartire dalla Lega con persone che abbiano idee e tornare, come dice Bossi, a ripartire dalla gente che Salvini ha dimenticato.
Sembra un po’ la stessa parabola di Matteo Renzi con il Pd.
Proprio così, ha perso la testa. Quei risultati arrivati troppo velocemente gli hanno fatto più male che bene. Ho trovato giusto che entrasse nel governo Draghi, non si poteva lasciarlo in mano solo alle sinistre, ma non puoi stare nel governo e nello stesso tempo con Giorgia Meloni, che ha giocato dall’opposizione aumentando i propri voti.
Un altro aspetto che la Lega storica non ha mai digerito è lo scivolamento a destra.
E neanch’io, che sono contro l’estrema destra. Vengo dal Partito liberale e la Lega è sempre stata antifascista. Infatti non vedo di buon occhio amo molti dei candidati proposti alle ultime elezioni perché alcuni sono proprio dei fascisti. Non perché c’è un rischio del ritorno del fascismo, ma per il modo che hanno di fare. Come in buona parte di Fratelli d’Italia c’è gente troppo di destra per i miei personali principi. Anche Bossi lo ha ricordato più volte. Invece in questo Salvini è scivolato. Ma la gente se deve votare estrema destra vota la Meloni, perché deve votare la Lega?
La Meloni intanto sarà la prima donna premier.
È una donna molto furba, ma vediamo cosa farà in futuro. Per ora sta facendo tutto tranne che la destra, ma non mi fido fino in fondo. Abbiamo bisogno di qualcuno che faccia funzionare l’Italia, siamo messi malissimo e non possiamo lasciare un paese così ai nostri giovani.