Il piano di marketing dell'accettazione e della lotta al "body shaming" della cantante americana Lizzo è funestato da una notizia shock: Arianna Davis, Crystal Williams e Noelle Rodriguez, tre sue ex ballerine, la accusano di: sessismo, molestie sessuali, discriminazione e mortificazione, nonché di aver creato un "ambiente di lavoro ostile" durante i tour europei che l'hanno resa un'icona globale. Da notare l'esclusività di genere: le accuse arrivano da donne, tutte e tre afro-americane e anch'esse sovrappeso come la cantante. L’accusata è Melissa Viviane Jefferson, alias Lizzo, la corpulenta cantante statunitense che, con un sapiente piano di marketing, ha reso la propria condizione personale, nonché l'obesità in generale, un plus per incrementare il proprio reddito economico. Nel giro di appena cinque anni, Lizzo è diventata un'icona globale e oversize della cultura pop. Dall'altra parte dell'Atlantico il successo online è arrivato sui social network nel periodo pre-pandemico, per l'accettazione (e l'esibizione) del proprio corpo nonché per l'influenza che Lizzo ha avuto sugli altri utenti circa la lotta al "body shaming", al razzismo e l'accettazione di sé stessi. Anche quando il proprio corpo non rispecchia gli standard della società, come nel caso di persone oggettivamente ammalate, al pari della condizione che è propria della cantante.
Il fenomeno Lizzo non è solo la storia di una cantante di musica pop di successo, è anche un'icona, lifestyle e globale, delle più recenti generazioni, dai Millenians in poi. Tant'è che la corpulenta statunitense ha pure una parte attoriale in un episodio della terza stagione della serie Star Wars “Mandalorian”, distribuita dall'importante piattaforma on demand Disney Plus. Ma Lizzo è anche emblema degli strumenti contemporanei che il marketing studia per posizionare i prodotti di consumo in aree di mercato totalmente scoperte. Quale mai sarebbe mai stato in passato il brand manager di biancheria intima, prima dell'assiduo marketing di Lizzo per la lotta al "body shaming" sui social, che avrebbe orientato la propria forza vendita a puntare sui tanga e i perizomi dalle paracadutistiche misure XXL, così da conquistare nuove e inedite consumatrici? Oggi è norma e consuetudine. Il fatturato dell'accettazione.
La causa contro Lizzo è stata depositata nei giorni scorsi in tribunale a Los Angeles da parte delle tre sue ex ballerine, anch'elle donne, afro-americane e visibilmente con vari chili in più, affermando che la rapper la sua compagnia di produzione Big Grrrl Big Touring Inc., nonché la donna a capo del corpo di ballo, Shirlene Quigley, le avrebbero discriminate e molestate sessualmente, forzate a interagire fisicamente con alcune spogliarelliste in un club per adulti di Amsterdam. Inoltre una di loro sarebbe stata insultata e mortificata per l’aumento del proprio peso e ciò sarebbe accaduto poco prima di essere licenziata dal corpo di ballo. La triste ironia della vicenda sta nel fatto che la Lizzo è nota nel mondo proprio per la cosiddetta body positivity contro il body shaming, che è per l’appunto la discriminazione di cui è accusata da Arianna Davis, Crystal Williams e Noelle Rodriguez.