Letizia Moratti sta terremotando il panorama politico lombardo e in parte nazionale: se sarà un sisma potente o solo una scossa di scarsa magnitudo si vedrà solo col tempo, ma intanto la Moratti si è dimessa da vice di Attilio Fontana e da assessore regionale alla sanità e attacca l’amministrazione di centrodestra lombarda, contro la quale è intenzionata a candidarsi come presidente godendo del sostegno perlomeno di Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi, ma a quanto pare anche con l’ambizione di diventare papabile anche per il centrosinistra. Si è infatti rivolta esplicitamente ai dem: “Agli amici del Pd dico solo questo: è cambiato lo scenario. Non c'è più il centrodestra, c'è una destra-destra al governo del Paese e questo obbliga tutti noi - me stessa in primis ma anche loro - a una 'revisione' del nostro posizionamento. Ci vuole un approccio nuovo, più laico, una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo. Quale posto migliore dove sperimentarlo se non in Lombardia?”
E di revisioni ce ne vorrebbero parecchie (tant’è che il segretario del Pd Letta almeno per ora ha chiuso la porta, anche se dal terzo polo chiedono un ripensamento), perché per anni e anni la Moratti – reputata fortemente conservatrice – è stata una dei bersagli principali e una delle figure meno apprezzate dalla controparte politica. Nell’era Berlusconi è stata presidente della Rai, ministro dell’istruzione e poi sindaco di Milano, e il centrodestra aveva pensato di proporla come presidente della Repubblica. Poi, in pieno periodo Covid, il ritorno alla politica come figura di punta della Giunta lombarda di centrodestra. Non proprio un gran biglietto da visita per chi vorrebbe far breccia nel cuore dei (cosiddetti) progressisti. Ma come “controindicazione” c’è anche un episodio specifico che in pochi ricordano: in campagna elettorale per la corsa a sindaco aveva lanciato una bomba pesantissima contro l’esponente del centrosinistra (poi eletto primo cittadino) Giuliano Pisapia, parlando di condanna per furto d’auto.
“La Corte d'Assise – le parole di Letizia Moratti negli ultimi secondi del dibattito con l’avversario su Sky Tg24 – ha giudicato Pisapia responsabile del furto di un veicolo che sarebbe stato usato per sequestro e pestaggio. Poi il reato è stato amnistiato”. Pisapia si è imbizzarrito parlando di calunnia e di “cosa vergognosa”. Successivamente il centrosinistra aveva contestato gli addebiti: “Letizia Moratti ha accusato Giuliano Pisapia di essere responsabile di un furto, citando una sentenza della Corte d'Assise, che dichiarava il reato estinto per amnistia. Nonostante l'amnistia, Giuliano Pisapia presentò appello, accolto. La III Corte d'Assise d'Appello di Milano presieduta dal dott. Luigi Maria Guicciardi nel procedimento n.76 del 1985 ha assolto Giuliano Pisapia per non aver commesso il fatto”. Una delle tante ferite che sarebbero da sanare tra centrosinistra (lombardo, ma non solo) e Letizia Moratti se mai si volesse arrivare a un accordo politico.