La “Palermo bene”, dei vip e delle feste, e un’indagine che fa luce su una situazione che sta esplodendo e di cui non sempre si è parlato apertamente. Il gip Antonella Consiglio sta guidando un’operazione nel capoluogo siciliano e sono già state disposte misure cautelari per sei persone, tra cui Mario Di Ferro, un noto ristoratore della zona. Attualmente ai domiciliari, Di ferro è il gestore di Villa Zito ed è attualmente accusato per aver reperito e consegnato della cocaina a molti suoi clienti. L’inchiesta su Di Ferro aveva portato al licenziamenti di alcuni componenti dello staff di Gaetano Galvagno, il presidente dell’Ars, già ad aprile, ma la storia è tutt’altro che conclusa. L’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, si è detto dispiaciuto per l’accaduto e per l’arresto di Mario Di Ferro, suo caro amico. Ma la questione potrebbe riguardarlo molto più da vicino.
Infatti, proprio stando a quanto raccolto durante le indagini e le intercettazioni dagli inquirenti, Miccichè avrebbe ricevuto da Di Ferro la cocaina. La rete di spaccio a Villa Zito avrebbe coinvolto vari nomi, tra cui quelli di Gioacchino e Salvatore Salamone, legati ai traffici gestiti dai clan mafiosi di Palermo. Sarebbero stati proprio loro a procurare la droga a Di Ferro, che la passava poi a chi ne aveva fatto richiesta. Nel caso di Miccichè, gli scambi sarebbero avvenuti, se confermati, quando il viceministro e sottosegretario alla presidenza di Forza Italia si recava sul posto a bordo della sua auto blu. Miccichè nega ogni coinvolgimento: “Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro. È un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alle sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga”.