L’Europa torna nella morsa del terrorismo islamista? Ecco cosa sappiamo riguardo a quanto accaduto venerdì 23 agosto a Solingen, città del Nordreno-Vestfalia, in Germania. Un 26enne siriano, Issa AL H. ha confessato di essere l'autore della strage con coltello avvenuta durante le celebrazioni per il 650esimo anniversario della città, che ha causato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 8. L’uomo, nato nella città siriana di Deir al-Zor, secondo le informazioni dello Spiegel, era arrivato in Germania nel 2020 e aveva chiesto asilo a Bielefeld. Si è consegnato alla polizia poco più di 24 ore dopo quello che sembra essere un attentato di matrice islamista. L'attacco era già stato rivendicato dall'Isis, che in un comunicato ha dichiarato che l'attentatore, descritto come un "soldato dello Stato Islamico", ha agito per vendetta verso i musulmani in Palestina e altrove. Le forze dell’ordine stanno esaminando questa pista, anche se, in passato, rivendicazioni simili si sono rivelate infondate. È certo che, non più tardi di qualche mese fa, le autorità federali tedesche avevano avvertito della possibilità di nuovi attentati in Europa. "L'Europa, e con essa la Germania, sono nel mirino delle organizzazioni jihadiste, in particolare Isis e Isis-K", ha affermato all'epoca il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser, riferendosi all'affiliata afghana chiamata Isis-Khorasan, che ha rivendicato la responsabilità del massacro di marzo al Crocus City Hall di Mosca. “Uno scenario possibile è un attacco coordinato su larga scala, come quello che abbiamo visto di recente a Mosca”, ha detto Thomas Haldenwang, capo dell’agenzia di intelligence interna tedesca (BfV), aggiungendo che l’ISIS-K è “certamente il gruppo più pericoloso”.
In Germania c’è chi vuole chiudere le frontiere
Oltre al 26enne, che secondo i media tedeschi avrebbe dovuto essere espulso dal Paese, anche un 15enne è stato arrestato in relazione all’attacco di Solingen. Il pubblico ministero Markus Caspers ha rivelato che il quindicenne arrestato aveva avuto una conversazione con l'autore della strage "poco prima del crimine". Successivamente, un siriano di 36 anni è stato arrestato in un centro per richiedenti asilo vicino al luogo in cui si è consumata la tragedia. Nel frattempo, il presunto attentato ha scatenato un duro dibattito in Germania sull’accoglienza dei migranti: il vicepresidente della Cdu, Jens Spahn, si è espresso a favore della chiusura delle frontiere per fermare l'immigrazione irregolare. Ha dichiarato al Rheinische Post: “Da anni centinaia di giovani provenienti dalla Siria e dall'Afghanistan vengono in Germania e in Europa ogni giorno. Questa situazione deve finire finalmente”. Secondo una panoramica dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione, l'attacco di Solingen sarebbe stato il più grave attentato in Germania dopo l'attacco a un mercatino di Natale a Berlino nel dicembre 2016, che causò la morte di 13 persone e il ferimento di altre 64.
Attentato sventato pochi giorni fa in Svezia
Pochi giorni fa, i procuratori federali tedeschi hanno accusato due uomini di aver pianificato una sparatoria vicino al parlamento svedese, nel centro di Stoccolma. Si trattava di una violenta reazione agli episodi di roghi del Corano avvenuti l'anno precedente in Svezia e in altri paesi scandinavi. Secondo i procuratori, uno degli uomini sarebbe un membro del sedicente Stato Islamico, mentre l'altro ne sarebbe un sostenitore, ed entrambi sarebbero affiliati all’organizzazione jihadista almeno dal 2023. Gli uomini, cittadini afghani, sono accusati di aver inviato denaro tramite intermediari a una cellula dell'Isis operante principalmente in Afghanistan e Pakistan, nota come Provincia dello Stato Islamico di Khorasan (ISKP o ISIS-K).
Il ritorno del terrorismo (e dell’Isis)
A poche ore dalla strage di Solingen, in Germania, sabato in Francia la polizia ha arrestato una persona sospettata di aver tentato di incendiare una sinagoga nella città di La Grande-Motte, nel sud del Paese. La BFMTV ha riferito che due unità di polizia d'élite hanno arrestato il sospetto a seguito di un raid nella vicina città di Nîmes. Secondo il ministro degli Interni Gérald Darmanin, il sospettato ha aperto il fuoco contro la polizia. Si teme un ritorno del terrorismo in Europa, simile a quello di dieci anni fa. L'ondata di terrorismo della metà degli anni 2010 ha visto infatti quattro dei dieci peggiori attentati terroristici in Europa dal 1980 verificarsi tra il 2015 e il 2017. Il più grave di questi è stato l’attentato del novembre 2015 a Parigi, quello del Bataclan, in cui uomini armati diretti dall'ISIS uccisero 130 persone - tra cui l’italiana Valeria Solesin - in vari luoghi della capitale francese. Si trattò dell’attacco che causò più vittime tra tutti quelli avvenuti in Europa tra il 2010 e il 2014. Dopo Parigi, ci sono stati altri attacchi ispirati dall'ISIS in Europa, come a Nizza e Bruxelles nel 2016 e l'attentato alla Manchester Arena nel 2017. Negli ultimi anni, prima della guerra di Gaza, gli attentati islamisti sembravano in netto calo in Europa. L'Europol ha registrato quattordici “complotti” jihadisti nel 2020, undici nel 2021 e sei nel 2022. Dopo il 7 ottobre e l’avvio dell’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza, la situazione è drasticamente peggiorata. Negli ultimi mesi, infatti, ci sono stati sei attentati che hanno causato morti o feriti, come l'accoltellamento del 13 ottobre 2023 in una scuola superiore in Francia, l'omicidio a colpi di arma da fuoco del 16 ottobre 2023 di due tifosi di calcio svedesi in Belgio, l'accoltellamento del 16 ottobre 2023 nel Regno Unito, l'uccisione di un turista tedesco in Francia il 3 dicembre 2023, l'accoltellamento di un uomo ebreo in Svizzera il 2 marzo 2024 e quello del 31 maggio 2024 contro una manifestazione di estrema destra in Germania. La spirale del terrore jihadista torna così a far paura. Ma l’Isis non era stato sconfitto nel 2019? Solo su un piano strettamente militare. Anche senza il suo mini-califfato, l’organizzazione terroristica resiste. Lancia ancora attacchi in Siria ed esercita una notevole influenza nell'enorme campo profughi di al-Hol nella Siria orientale, formalmente controllato dalle forze curde. Ha ancora una sorta di punto d'appoggio nel sud-est asiatico. Diversi gruppi sia nel Sahel che nell'Africa subsahariana sono ancora operativi. E in Europa diversi “lupi solitari” e piccole cellule formate da poche persone agiscono per conto dei terroristi e di un’ideologia segnata da morte e fanatismo religioso.