C’era un tempo in cui l’auto blu veniva considerata dalla destra una sorta di abuso di potere, tant’è che (dai palchi dell’opposizione) si chiedeva a gran voce la sua abolizione, o perlomeno una netta diminuzione di vetture a carica dello stato. Gli anni passano e Matteo Salvini (attuale ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, nonché vicepremier) è entrato e uscito spesso dalle squadre di governo che si sono succedute, mentre Giorgia Meloni, dopo una breve parentesi da ministro, è arrivata a ricoprire l’alta carica di Presidente del Consiglio. Adesso il dibattito si è affievolito e si è addirittura deciso di virare su una soluzione più sovranista, scegliendo attentamente delle auto blu made in Italy, come per esempio l’Alfa Romeo Giulia con la quale la Premier lo scorso anno si era presentata a Palazzo Chigi per la sua investitura ufficiale, o la Fiat 500X utilizzata in precedenza, o ancora la Fiat Tipo, che hanno sostituito alcune Ford Focus in qualità di auto blu.
Eppure, solamente nel 2019 sul proprio profilo Facebook, Giorgia Meloni tuonava: “Chiacchieroni con l’auto blu. Ecco la differenza tra demagogia e fatti: io ho sempre rifiutato auto blu e scorta, anche quando ero Ministro, invece con il Governo guidato dai moralizzatori del M5S le auto blu in Italia sono aumentate del 10% in un solo anno, ora sono addirittura 3.366”. Andando invece ancora più indietro: nel 2011 in qualità di consigliere della Lega Nord, Salvini aveva firmato un emendamento che prevedeva un netto taglio dei costi delle auto di servizio. Più si va indietro nel tempo, poi il suo rapporto con questa tipologia di veicolo sembrerebbe essere cambiato. Comunque sia, più si torna indietro con l’orologio, più i toni della “vecchia” destra nei confronti di questo “sistema” si fanno duri, per non dire quasi violenti. Con il passare degli anni, però, tutto questo livore sembra essersi affievolito, tant'è che oggi non se ne sente quasi più parlare. Ma qual è la situazione attuale? A rispondere è la Gazzetta dello Sport attraverso un'indagine pubblicata a luglio 2023 che snocciola alcuni numeri al riguardo. Si viene a sapere, dunque, che: “Al 31 dicembre 2022 - come recita l'articolo a firma di Umberto Schiavella - le auto blu e le auto grigie in dotazione alle amministrazioni pubbliche italiane erano 30.665. Sette auto su dieci sono di proprietà, 21.770 e a queste si sommano 7.981 veicoli a noleggio, 533 auto in leasing e 379 in comodato”. L'indagine della Rosea sembra essere molto dettagliata e presenta anche altri dati aggiornati della fotografia del nostro tempo. La sottolineatura è posta però sulla precisazione “il parco auto in dotazione alle amministrazioni pubbliche italiane si è più che dimezzato rispetto al 2011”. Sarà che la rabbia della destra si sia calmata proprio per questa diminuzione? Ma le auto blu hanno smesso di essere la “massima espressione della ‘casta’ - come scrive Schiavella - e simbolo assoluto dello spreco di soldi pubblici”?
“I cappotti di cashmere blu. Le auto blu. E poi i lampeggianti e le scorte”, si tratta della descrizione dell'annuale festa di Atreju organizzata proprio dal partito di Fratelli d'Italia, e in programma proprio in questi giorni. Le parole sono quelle del giornalista Fabrizio Roncone, riprese dal suo articolo intitolato “La destra in auto blu e il ritorno di Giambruno” e pubblicato questa mattina (16 ottobre) sull'edizione romana del Corriere della Sera. L'attenzione va (ovviamente) tutta sull'apparizione a sorpresa dell'ex compagno della Premier, il giornalista Andrea Giambruno, che esordisce con un caustico: “Non sono il benvenuto?”. Ma il racconto della giornata tra le mura di Castel Sant’Angelo, si fa sempre più cinico. Roncone passa dal ricordare i primi anni di Atreju, organizzato “facendo collette tra i militanti di Azione Giovani”, alla descrizione dell'attuale edizione: “Più che una festa, una grandiosa celebrazione. Di governo. E di potere. Vero, concreto, ostentato”. Di auto blu se ne parla veramente poco, un piccolo passaggio, ma basa solamente citarle (nel titolo e nella prima riga dell'articolo) per cominciare a sentirne la presenza ingombrante anche negli ambienti della destra moderna. Ma non le dovevano togliere?