Nel suo look tempestato di cristallo alogeno o stroboscopici ramages casual, Madame, al secolo Francesca Calearo, cantautrice e rapper ventenne, in attesa di esprimersi in tema di Covid, deve la fama iniziale a un brano, “Sciccherie”, e ancora partecipando al Festival di Sanremo, nel 2021, con “Voce”. Madame, apprendo: "Scrive i propri testi utilizzando rime, figure retoriche e metriche atipiche per il genere rap”. Una musica infatti spesso definita “urban”, tra “neomelodico siciliano” e influenze “colte” strumentali. Parole che sembrano suggerire le suggestioni afro-siculo-tirolesi di Dolce & Gabbana trasferite sul pentagramma. Nel suo profilo pubblico, non meno epocalmente performatico con improvvise incursioni nel territorio sanitario della pandemia e del suo contenimento, Madame può infine altrettanto vantare d’essere indagata per “falso ideologico”. Un procedimento avviato lo scorso febbraio dalla Procura di Vicenza: possibili magheggi che, a latere, hanno portato addirittura all'arresto di due medici che avrebbero certificato false vaccinazioni anti-Covid facendo ottenere il green pass ad alcune persone, quasi emuli del leggendario uomo dal braccio di silicone, espediente scenico-infermieristico in quest’altro caso degno di Elio e le Storie Tese sul palco di un trascorso Sanremo, idoneo alla Terra dei cachi, in questo caso, supponiamo, decisamente piatta.
Madame, osserva qualcuno, se immaginata sul palco non meno fluorescente del concerto di Capodanno a Roma, fa correre "il rischio che passi un messaggio sbagliato. In attesa che i fatti che stanno emergendo trovino conferma, sarebbe forse più opportuno, a tutela del Campidoglio e della stessa cantante, rinviarne la presenza al Concertone di Capodanno”, così almeno osserva la capogruppo della Lista Calenda in Campidoglio, Flavia De Gregorio. Assai più estremo su Twitter invece Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Lazio, attuale candidato del Centrosinistra alle regionali, meglio, categorico, ma anche supplice: "Ho passato due anni a combattere il Covid19. Dopo la battaglia che abbiamo fatto, la vicenda della cantante Madame mi lascia esterrefatto. Auspico che almeno dal palco del Circo Massimo lanci un messaggio di fiducia nella scienza e nei vaccini”. Più conciliante e trattativista infine l'assessore capitolino ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato: “Ci auguriamo, ad ogni modo, che l'artista possa chiarire la sua posizione". Tuttavia, non essendoci alcuna certezza circa un comportamento illecito di Madame, il cast artistico del concerto al Circo Massimo, “Rome Restarts 2023”, a dispetto d’ogni dubbio etico e politico, ne vedrà la presenza. Bene, nel cuore d'ogni assessore che rispetti lo spirito del tempo pop rap vive forse il sogno di un selfie con la ragazza più glam in voga del momento, meglio se interprete tra “urban”, “neomelodico siciliano”, influenze “colte” strumentali e stile afro-tirolese-vicentino; quasi un coronamento fotografico di carriera. Un po’ come accadeva nel tempo ancora analogico del “Cantagiro”, quando perfino il colonnello comandante della caserma pretendeva uno scatto in compagnia di Rita "la Zanzara" o di Gianni Morandi “Giberna”, in drop cachi e bustina con fregio da genio pionieri; così da dare vita al filone cinematografico cosiddetto dei "musicarelli".
Anche il musicarello post-pandemia che vede adesso protagonista assoluta Madame mostra qualcosa di unico ed esaltante. Protagonista la Generazione Z, la stessa lettera, sottratta ingiustamente a Zorro, che l’esercito russo di Putin mostra sui carrarmati che calpestano l’Ucraina; e chissà che non sia questa una metafora ulteriore da affiancare alle suggestioni no-vax e no-greepass. Un musicarello virtuale che metta a vorticare sul cielo sopra il Circo Massimo, a un passo dal “Monumento a Mussolini” (in verità a Mazzini) lo stesso dove il viscido nobile Giovan Maria Catalan Belmonte, interpretato da Alberto Sordi nel film “I nuovi mostri”, raccoglie “il malconcio”, mille e ancora ideali green-pass taroccati come in un volo di rondini. L’assessore, se le cose stanno così, potrà sentirsi gratificato. Il selfie con Madame un po’ come le foto con cui ogni bujaccaro romano da sempre voglia arredare le pareti del proprio locale, scatti e ancora scatti dove lo si vede accostato alla clientela famosa. In questa invidiabile quadreria entrerà ora, forse, il selfie dell’assessore Onorato insieme a Madame? Lui da immaginare in blazer ordinario, ministeriale, notarile “Davide Cenci”, lei, forse, in giacca non meno lucente, “moda metallurgica”, post-Paco Rabanne o motivi alla Parco Güell di Antoni Gaudí, fosforescenza pop rap… Sullo sfondo della Bocca della Verità alle spalle del palco rimarrà ogni interrogativo sulla subcultura di chi ha ritenuto che il Covid fosse nient’altro che un’invenzione “satanica”, prodotta da poteri chimici occulti, destinata a dunque alla limitazione delle libertà ludiche e perfino canore individuali, un cocktail in grado di mettere insieme terrapiattismo e ogni altro virus che ha consentito a molti, perfino ragazzi, di persistere in ciò che in psichiatria è detto “pensiero magico”, magari in attesa di un prossimo concept album magari intitolato “Scie chimiche”.
Ma c'è anche un ultim'ora! Assai probabilmente, il nostro incolpevole e inerme assessore dell'Urbe, nonostante il cellulare già pronto in mano per il gratificante selfie sotto le stelle con la cantante vedette del giorno e della cronaca post-pandemia, come nella scena di “Zelig" di Woody Allen, quando quest’ultimo, intruso, crea scompiglio e parapiglia sotto i flabelli e la sedia gestatoria del papa, dovrà aspramente vedersela con Marco Travaglio per il primato di chi fra i due debba avere diritto al primo scatto, da mostrare come fosse un pronunciamento politico. Il direttore del "Fatto Quotidiano" infatti, d'improvviso garantista - ossia "contrario ai vaccini forzati a pena di multe, discriminazioni e nuovi reati" (sic) - non pago di essersi già assicurato la figurina disvalida del genio compreso (soprattutto dai russi) Alessandro Orsini, probabilmente vorrà mostrarsi in anteprima accanto a Madame, innalzata a sua volta come altrettanto ammirevole esempio dell'allegoria della libertà che guida il popolo. In nome del diritto virtuale all’ennesimo braccio di silicone: un arto in questo caso che deve intendersi pop rap, e soprattutto "d'autore".