È morta Maria Giovanna Maglie. Mi stava simpatica da quanto era antipatica, o meglio, trovavo simpatico il suo non cercare per nessun motivo la simpatia degli altri, anzi forse ne cercava l’antipatia, cosa che fanno spesso le persone intelligenti. Mi dicono che era una di quelle rare donne che sapesse bere, questo vuol dire che conosceva gli orari dei drink, ogni orario, dalla mattina a notte inoltrata, ha i suoi drink, un dogma quasi per gli inglesi e gli americani dell’alta società, questo non significa che poi mettesse in pratica questa conoscenza, ma è un tratto distintivo del suo carattere cosmopolita, con il marito, Carlo Spallino, storico della cucina, dovevano essere una coppia formidabile.
Intellettualmente fece quasi lo stesso percorso di Matteo Salvini: da comunista a leghista ubersovranista. Iniziò all’Unità, poi litigò con i compagni e sotto l’ala protettiva di Bettino Craxi (come da lei ammesso) entrò in Rai. L’esperienza finì malamente perché da inviata in America faceva semplicemente la bella vita, i rimborsi spesa erano molto esosi ma per nulla falsi, ogni soldo che chiedeva indietro alla Rai era stato regolarmente speso e speso alla grande, che è una delle maniere, forse la migliore, per raccogliere notizie. Ancora di più se sei una trumpiana come lo era lei, che anticipò tutti prevedendo con largo anticipo la vittoria di Trump quando tutti davano la sua candidatura per una faccenda folcloristica.
Per un periodo tenne anche una succosa rubrica per Dagospia: “L’America fatta a Maglie” in cui raccontava l’America trumpiana, che è un’America che per quanto possa fare storcere il naso, andava e va raccontava, e lei lo faceva, da tifosa ma lo faceva in maniera eccellente. Infine di Matteo Salvini divenne la prima consigliera, spesso con lui sul palco, divenne quello che Gianfranco Miglio era per Umberto Bossi, l’intellettuale di riferimento del “truce”, come lo appellano (o appellavano) a “Il Foglio”, altro giornale con il quale collaborò a lungo, con qualche piccolo screzio proprio su Salvini. Pare ci siano stati i suoi consigli e la sua strategia dietro l’ingresso di Salvini nel governo Draghi, disse: “Entrare nel governo Draghi è la mossa più sovranista che Salvini possa fare”.