Sono molti i problemi che non si tengono in considerazione, in questa idea di legge sulla caccia ai cinghiali (ma pare non solo) in parchi e aree urbane. Molti dei quali potrebbero essere focalizzati in maniera semplice immaginando Fantozzi e Filini, a caccia in città e anche al corso di formazione. Soprattutto al corso di formazione, dove, immagino, ti spiegano come distinguere un cinghiale da un bulldog di affezione, un cinghialotto dal figlio sovrappeso della vicina di casa, rappresentati tutti, immagino, da statuine di cartongesso ma, data la risibile dotazione economica per mettere su il corso di formazione per cacciatore non venatorio – 500.000 euro – finiranno per usare, me lo sento, i nani da giardino. Voi direte: bé almeno i nani si salveranno. Manco quello, è fra un po’ vi spiegherò il perché.
In ogni caso sappiate che chi ci governa davvero sta pensando di armare i cittadini contro la fauna selvatica persino entro i confini delle aree urbane. Alcuni discettano ponderosamente su quali siano le aree verdi, quale deve essere l’estensione vegetale per permettere la caccia e ovviamente qualcuno, probabilmente, magari i più machi, di quelli che fumano il Toscano e sputano sprezzanti per terra mrilasciando così maschi feromoni per segnare il territorio contro lo cinghialo, diranno che basta una aiuola. Altri dicono che la caccia si svolgerà sotto il controllo delle autorità che, suppongo, saranno addetti a sgomberare i parchi dagli umani, ma gli umani, di solito, vanno nei parchi a infrattarsi, per cui gli sfollatori dovranno cercare, e cercare bene, tra i cespugli, con il rischio di trovarsi di fronte a un cinghiale: “Che occhi grandi che hai”, “Sto a caca’” (come nella rielaborazione della celebre favola di Gigi Proietti).
L’estensore del disegno di legge dice che siamo matti a pensare a cacciatori che se ne vanno in giro per la città: certo, ci saranno tipi in mimetica e con la carabina. Credo ci sia un vuoto legislativo per i cani da punta e da riporto, che facciamo coi cani da punta e da riporto? Guardate che nel vuoto legislativo, il cacciatore, il cane da punta e da riporto se lo porta, e lascio a voi immaginare cosa potrebbero puntare e riportare. Ma dicevamo: l'estensore dell'idea di legge precisa che sì, ci saranno i cacciatori con le carabine, ma se saranno caricate con i sonniferi, nulla impedirà quindi di sonniferare mogli, suocere, impiegati del catasto, gli altri cacciatori e gli stessi controllori dei cacciatori, per non parlare di hippie, influencer, rockettari, hipster in bici, Vittorio Brumotti a caccia di pusher nei parchi, pusher, senza contare i tossici che si travestiranno da cinghiali per farsi punturinizzare. Adesso, l'ultima pensata (più lunga è la pensata, più grossa è la minchiata, si dice dalle mie parti) sono le gabbie. Lo cinghialo non verrà né abbattuto né drogato sul posto, verrà bensì catturato in apposite gabbie e poi abbattuto lontano dagli occhi sensibili della cittadinanza. Datosi però le dimensioni dello cinghialo si può, e anche abbastanza facilmente, dedurre che nella gabbia ci finiranno agevolmente anche persone in sedia a rotelle, bambini e – come vi dicevo prima - nani. Ma un corso per addestrare i cinghiali ad abbattere gli umani no? Soprattutto i romani, che si lamentano tanto. Secondo me si fa prima e mi pare che il cinghiale sia una specie più intelligente, dati i risultati.