Dopo che per mesi – sotto il “regno” di Mario Draghi – sembrava dimenticato nonostante gli sbarchi continuassero, è tornato a essere motivo principale di polemica il tema dei migranti. Il caso cavalcato dall’opposizione è quello della nave della ong Humanity 1 arrivata a Catania. Il Partito democratico critica duramente la linea del governo Meloni: “Il carico residuale e lo sbarco selettivo. Linguaggio inaccettabile – le parole del segretario Enrico Letta – per scelte a Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali”. Ma è davvero “disumana” la posizione del Governo di centrodestra, ossia sostanzialmente quella di non voler accogliere tutti indistintamente? Se fosse così, il centrosinistra farebbe bene a guardare prima a quello che fanno altrove altri della propria stessa parte politica.
Sì, perché il piano della socialdemocratica Mette Fredericksen, riconfermata premier danese donna, all’apparenza è molto, molto più duro (o “di destra”) di quello della collega Meloni (persino di quello del “cattivissimo” ungherese Orban). Stando a quanto riportato da Italia Oggi, il punto chiave del programma Fredericksen si può riassumere nel motto “zero immigrati in Danimarca”, compresi i richiedenti asilo.
“Primo punto: con un progetto simile a quello inglese di Boris Johnson, i richiedenti asilo saranno trasferiti in Ruanda. Punto secondo: i migranti che delinquono, dopo la condanna, saranno trasferiti in carceri del Kosovo, prese in affitto. Punto terzo: i permessi di soggiorno già concessi saranno ritirati agli immigrati provenienti da paesi in cui la situazione è migliorata per la fine della guerra. Che non si tratti di semplici declamazioni propagandistiche, lo conferma il fatto che il governo Fredericksen si era attivato per realizzarli prima delle elezioni”.
Una posizione che, se presa in considerazione, rischierebbe di creare un cortocircuito o comunque imporrebbe riflessioni nel campo progressista nostrano. Come, forse, anche le parole del Papa, abitualmente “cavalcate” quando spingono per l’accoglienza incondizionata: “L’Italia, questo governo, o pensiamo uno a sinistra, non può fare nulla – ha detto Bergoglio – senza l’accordo con l’Europa. La responsabilità è europea. E poi io vorrei citare un’altra responsabilità europea rispetto all’Africa. lo ha detto una delle grandi donne statiste che abbiamo avuto e abbiamo, Angela Merkel: ha detto che il problema dei migranti va risolto in Africa. [...] L’Europa deve cercare di fare dei piani di sviluppo in Africa. Pensate che in Africa alcuni Paesi non sono padroni del proprio sottosuolo che ancora dipende dalle potenze colonialiste. È un’ipocrisia, risolvere il problema dei migranti in Europa: no, andiamo a risolverlo anche a casa loro. Lo sfruttamento della gente in Africa è terribile, per questa concezione. Il primo novembre ho avuto un incontro con studenti universitari dell’Africa, ma questi studenti hanno una capacità, una intelligenza, uno spirito critico, una voglia di andare avanti ma a volte non possono per la forza colonialista che ha l’Europa nei loro governi. Se noi vogliamo risolvere il problema dei migranti definitivamente, risolviamo i problemi dell’Africa, aiutiamo l’Africa”. Parole che suonano molti simili all'“aiutiamoli a casa loro” di salviniana memoria. Tant’è che nessuno a sinistra le sta rilanciando…