"L'orgasmo è l'unica religione", questo il credo programmatico di Nicole Daedone, ex spogliarellista d'un tratto scopertasi founder di One Taste, una start up che mirava a conciliare sesso, benessere e yoga (?) come stile di vita contro il logorio della vita moderna. Il concept a tinte hot fece il giro degli Stati Uniti nel tempo di un passaparola. Come ben racconta il docu-film Orgasm Inc. (appena sbarcato su Netflix), tutto cominciò in un salone dove, come fosse Expo, la CEO piazzava piacenti donne a gambe aperte lì per farsi toccare la vulva da chiunque fosse interessato "a una conoscenza più profonda del piacere". Tutte consenzienti, tutte plagiate. Giorno dopo giorno, l'orgasm room si riempiva di curiosi e morti di fagiana a cui non pareva vero di vederne così tante tutte insieme. Gratis. Curioso a dirsi, l'inganno c'era. E sono stati in molto a pagarlo profumatamente. La cosa più dolce? È che ci saresti cascato anche tu.
Dal movimento #MeToo a Gwyneth Paltrow, tutti adoravano Nicole Daedone. E le facevano una gran pubblicità. Nonostante l'evidente cortocircuito messo in atto, la CEO parlava di consapevolezza femminile, dell'orgasmo come vera fonte di potere per le donne di tutto il mondo, attirando così l'attenzione non solo di maschi senza speranze ma anche di ferventi femministe. Dopo la dimostrazione pratica nell'orgasm room, però, arrivava puntuale la richiesta di cash: fino a 15mila dollari per il primo corso propedeutico ai veri misteri della vulva. Di livello in livello, naturalmente, le cifre si alzavano. E i contenuti delle "lectures" diventavano sempre più creepy in modo direttamente proporzionale. Solo che non se ne poteva parlare, fuori. C'è gente che è arrivata a indebitarsi per poter accedere a questo sacro tempio che aveva pure il vantaggio di una piccola ma arrapatissima comunità hippie al piano di sopra: letti sfatti in ogni dove, BDSM, 'ndo cojo cojo, tutti con tutti, sempre disponibili h 24. Cosa non si fa per il benessere. E che fai? Te ne privi?
Peccato solo che, di orgasmo in orgasmo, l'adesione alla start up, sia per lo staff che per i clienti, diveniva di giorno in giorno più pressante. La boss Deadone obbligava i propri adepti a fare sesso "con chi stabiliva lei". E non accettava alcun no come risposta. Incredibili le testimonianze: "Sono lesbica ma ho dovuto fare sesso con decine e decine di uomini perché altrimenti Nicole mi avrebbe tagliata fuori da One Taste", per esempio. La CEO, lecture dopo lecture, era diventata milionaria e, con la grana, ecco giungere il delirio di onnipotenza: aveva preso a parlare di se stessa come di una sacerdotessa, anzi di una divinità. Seguono video in cui lei e la sua sacra vulva giocano con serpenti (veri!) nel corso di una stramba funzione cerimoniale. Inoltre, propinava assurde teorie (quella sullo stupro è agghiacciante) che tutti i presenti ascoltavano facendo pippa per paura di ritorsioni e perché oramai avevano sborsato ingenti cifre per stare lì ad ascoltare i deliri di questa matta col botto. Realizzare di aver preso un granchio di tali proporzioni non è cosa facile da ammettere. Per prima cosa a se stessi, poi al commercialista.
Una volta dentro, era impossibile uscire fuori. Più che altro per una serie di costrizioni mentali messe in atto dalla sapientissima Nicole. Lei, figlia di un "child molester" morto in cella per le sue molestie ai minori, riteneva che, in fondo in fondo, la violenza sessuale fosse pur sempre un orgasmo: quindi non un reato. Solo una mera questione di punto di vista. Ovviamente, tali teorie non venivano espresse in pubblica piazza, ma vi si accedeva solo una volta arrivati, sborsando denaro, ai livelli più apicali della "consapevolezza" made in One Taste. L'assurdità definitiva? Alla Daedone venivano affidate anche vittime di abusi. Perché lei sì che poteva curarle. Col potere dell'orgasmo.
"Il mondo sarà risvegliato dagli arrapati", questo uno dei claim di One Taste (che giocava sul doppio senso dell'espressione inglese "Turned On"). Fino a che questa meravigliosa avventura è giunta al termine a causa di qualche cliente deluso che, vulva in mano, ha cominciato a spifferare cosa realmente avvenisse all'interno della factory erotica più amata del momento. Ma oggi dove sta Nicole Daedone? Che ne è stato di lei? Ve lo lasciamo scoprire su Netflix. Intanto, teniamoci stretti gli scioglipancia di Wanna Marchi. E, come sempre, occhio a chi, in ogni tempo, vuole insegnarvi la fica. Che quella si impara. Non certo col cash. Dedizione ci vuole, passione.