Mollo tutto e apro un account Onlyfans. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase da due anni a questa parte? Quante persone conosciamo che - senza alcun imbarazzo (perché dovrebbero?) - ci dicono “Voglio mettere le foto dei miei piedi in rete, tanto non si vede la mia faccia”. Persino TikTok si è colorato di meme che ricordano quanto sia economicamente vantaggiosa la vita di chi è diventato un creator su OF. Frasi e gesti che sono diventati il nuovo mantra per chi vuole un side business o essere ancora più gold digger, e che, per l’appunto, non possono che frequentare le app di contenuti, diventate qualcosa non di transitorio, ma nate per restare e diventare un business sempre più forte. Tanto che ne stanno nascendo di nuove, come è accaduto in Francia con Mym.fans, all’istante definito “l’Onlyfans che parlais francais”. D’altronde, la piattaforma di contenuti made in Lyon altro non è che una copia abbastanza verosimile della più famosa app americana.
Mym.fans è il nome completo della piattaforma e l’abbreviazione più comoda, scontata (e catchy) è Mym, acronimo di meet my model. Sul suo sito, Mym si descrive come un sito di “social media premium che i modelli possono utilizzare per creare entrate”. Si utilizza il termine “modello” perché il principio di questo business è che l’utente che si registra cerchi in forma di contenuti le proprie passioni, che siano cucina, tennis o i piedi. La registrazione è gratuita sia per i creator sia per i fan.
Che tu sia Jeane da Tolosa o Mathilde Tantot, puoi vendere i tuoi video e le tue foto con un abbonamento, sia contenuti pubblici sia contenuti accessibili tramite un pagamento. La cifra la stabilisce il creator e la piattaforma trattiene una percentuale (quasi il 20%). Ci sono poi vari tipi di abbonamento, programmi personalizzati di fidelity, sconti ecc. Come su OF, su Mym i fan possono anche fare richieste personalizzate che il/la creator può accettare o meno, e anche in quel caso possono essere fatte richieste economiche per sbloccare certi tipi di contenuti personalizzati.
Che possono essere di tanti tipi diversi. Appunto, dalla cucina al tennis, dalla poesia ai contenuti sessuali, non tutto quello che è nella creator economy è puramente porno. Anche se proprio questi ultimi hanno contribuito a costruire la brand reputation di Onlyfans, che per quanto possa essere popolare come app di contenuti a pagamento tout court, è in quelli erotici che ha costruito il suo successo (o Beyoncé non l’avrebbe nominata nel testo di una canzone). Per cui sì, per quanto ci sia di tutto, anche su Mym il contenuto sessuale è fra i più gettonati. Su TikTok, centinaia di video con gli hashtag Mym raccontano le stesse cose che dicono quotidianamente un sacco di ragazzi e ragazze italiane, cioè frasi su quanto sarebbe più opportuno o fruttuoso in termini di soldi mettere sull’app le foto del culo.
Che poi, come fanno i soldi i creator, fanno i soldi anche i founders. App come Onlyfans o Mym sono il frutto della passion economy, cioè quella tendenza a fare del proprio hobby e delle proprie passioni un lavoro, sviluppatasi in particolare nel post-pandemia. Per fare un esempio del successo di questo trend, i dati di Infocamere riportati da Adkronos spiegano che in Italia la creazione di società ha superato i livelli pre-pandemici, con 4.216 startup costituite, il 25% in più rispetto al 2020. Il mantra è: costruire nuovi modelli di business concentrandosi sulle proprie passioni.
App come Onlyfans, Pocketstars o Fansly danno una possibilità a chi è bravo a fare il pesto di pistacchi di fare i soldi cucinando pur senza aprire o lavorare in un ristorante. O ugualmente, a una ragazza formosa di guadagnare senza dover fare i calendari. Per questo il business model delle app di contenuti a pagamento funziona. Dj Snake, artista musicale parigino (quello di Turn down for what, per intenderci), è diventato ambassador di Mym, i cui founders hanno annunciato di voler raggiungere i 100 milioni di euro di fatturato entro la fine del 2022. Ugualmente, il fondatore di Onlyfans (che nel 2021 ha contabilizzato 4 miliardi di dollari), Leonid Radvinsky, è stato pagato 284 milioni milioni di dollari in dividendi nel 2021 e ha ricevuto altri 233 milioni di dollari solo dallo scorso novembre. E appunto, spesso sono soldi a luci rosse.
Il New York Times aveva spiegato la popolarità di Onlyfans parlando di come le persone avessero fatto i soldi in un momento difficile (il post pandemia) grazie ai contenuti hard. Non deve essere per forza qualcosa di erotico il contenuto di queste, chiaro, ma è anche vero che è proprio il porno e il soft porno ad aver attratto molti creator. In tempi di politically correct e tribunali di morale e antitrust e Consob è rischioso mettere il porno come etichetta del proprio business e, guarda un po’, di recente Onlyfans ha deciso di vietare i contenuti esplicitamente pornografici. In altre parole, ha detto no al porno in prima pagina, ma non al porno in generale. Una mossa che priverebbe l’app di tanti milioni di incassi e di centinaia di creator che, magari, potrebbero decidere di cambiare app e dirottare sui competitor, come Mym - anche se la presenza di Dj Snake, secondo le dichiarazioni dei founders, servirebbe proprio a svincolare l’app dal mondo dell’erotismo e legarsi più a quello della musica. Ma ok, se anche qui ci sono problemi, si portano le foto delle tette da un’altra parte, quindi ecco Just4fans, app che si definisce orgogliosamente porno. D’altronde se alla gente piace farsi vedere e far vedere certe cose dovranno pur avere un luogo digitale dove andare.
È la passion economy baby, e tu non puoi farci niente.