Chi sono le trans che si prostituiscono? Perché lo fanno? E quanto guadagnano? Sono alcune delle domande a cui MOW ha provato a dare risposta con una indagine sul campo da parte del direttore Moreno Pisto: ne è nato un servizio andato in onda a Zona Bianca su Rete 4 (qui sopra un estratto, mentre l'integrale è visibile qui). Un servizio a dir poco avventuroso, considerando che il nostro inviato dopo aver fatto alcune domande è stato prima “sequestrato” e poi cacciato di casa da una escort non contenta per la mancata possibilità di elargire una prestazione a pagamento: “Tu mi paghi il disturbo e poi puoi andare via”, le sue parole. Un disturbo stimato in 50 euro. Non è un po’ troppo? “No, è il mio disturbo e io li voglio”.
Tra le transgender intervistate, come peraltro capita nel mondo della prostituzione in generale, c’è chi ha detto di sentirsi costretta o obbligata (o comunque di non fare quel lavoro volentieri), ma anche chi ha sottolineato di farlo per libera scelta. Il punto in comune sono i guadagni: decisamente elevati, stando alle stesse dirette interessate.
Trovare una trans che si prostituisca è facilissimo, basta una veloce ricerca online su uno dei tantissimi siti specializzati per prenotare un appuntamento dove si vuole, praticamente in ogni città in Italia.
“Non faccio questo lavoro – dice una escort che accetta di parlare, chiaramente di origine brasiliana – perché mi piace, mi vergogno”. E allora perché lo fa? “Perché devo sopravvivere, qua in Italia. Adesso il Governo parla di un progetto di dare lavoro a noi? Di dare possibilità a noi?”. E aggiunge: “Io ho una storia di vita molto importante, io sono stata in politica”.
E poi c’è Anna, italiana disposta anche a metterci la faccia: “Che faccio la escort – spiega nella sua casa elegante alla periferia di Milano – sono vent’anni. Gli stessi uomini che in pubblico ti tratterebbero come una deiezione di cane, in privato ti tratterebbero come una regina” (in studio Efe Bal, presente tra gli altri assieme a Vladimir Luxuria, disapprova). E spiega i motivi della propria scelta di vita: “Quando io mi presentavo ai colloqui per un posto di lavoro, comunque dovevo presentarmi con un curriuculum vitae su cui era scritto il mio nome di battesimo, e questo era un po’ dissonante con il mio aspetto fisico, con la mia voce, con tutto di me”.
Tra le prestazioni più richieste ce ne sono “anche di tipo sadomasochistico. Mi propongo anche come mistress. Molti chiedono anche di farsi urinare addosso. Non mi piace ma se proprio insistono ci faccio una doccia insieme, li faccio inginocchiare e poi, diciamo così, li battezzo. Altre cose, tipo espletare altre funzioni primarie, anche no, li rifiuto sempre”. Quanto alle tariffe, “io sono flessibile, e cerco di essere anche ragionevole”. Ed è operata? “Mettiamola così, se venisse qui la fata Turchina, come quella di Pinocchio, e dicesse «io farò di te una donna vera», con una vagina ma anche utero, ovaie, tube di Falloppio e capacità riproduttiva allora sì, vorrei diventare una donna vera”. Sui suoi clienti non ha dubbi: “Sono quasi tutti criptogay”. E sottolinea che molti chiedono di drogarsi e di non usare il preservativo, pratiche alle quali Anna non si presta.
Anna non vuole dirci quanto guadagna. A farci capire il giro d’affari è invece Rihanna, che preferisce incontrarci in un bar. Spiega che lei e le sue colleghe volendo sono disponibili anche per le feste, feste anche a base di sesso “ovviamente”: “Ma di questo si deve parlare prima al cellulare”. Il costo è esorbitante: “Un’ora 1.500 euro”. Insomma, per le trans che vivono di sesso a pagamento soldi e clienti non mancano, anzi, aumentano ogni giorno.
E il nuovo Governo Meloni? C’è preoccupazione per una possibile stretta sui diritti da parte della destra? Se molte di loro non sapevano menneo delle elezioni in Italia, Anna non ha paura: “Io non sono affatto preoccupata. Le persone di destra che andranno al governo sono persone giovani che sono nate e cresciute nella libertà, e quindi non hanno nessun desiderio di privare gli altri dei diritti che hanno”.